I 200mila volumi del monastero Strahov di Praga

Tra le meraviglie della capitale ceca, a pochi minuti dal centro, vi ritroverete nei pressi del famoso monastero Strahov, un complesso di edificio bianchi come la barba di un vecchio filosofo, da cui svettano imperiose le torri della basilica nel cielo blu di Praga.

Da quando è stato fondato il monastero, nel 1143, la sua esistenza non è mai stata interrotta nonostante le numerose minacce subite tra distruzioni, incendi e soprusi. L’abate dell’epoca in cui l’imperatore Giuseppe II instituì una riforma con cui soppresse la maggior parte degli ordini religiosi del paese, pensò di trasformare la struttura in un  monastero accessibile al pubblico colto, motivo per cui fu esente da ogni abolizione.

Quando si giunse all’era comunista, invece, il governo decise di chiudere il monastero; la biblioteca fu inclusa nel Museo Nazionale della Letteratura aperto al pubblico nel 1955. Subito dopo il 1989, con la restituzione della proprietà dei Premonstratensi, la biblioteca fu riconsegnata , inoltre, ai proprietari originari, il canonicato reale dei Premonstratensi di Strahov.

Oggi il monastero è abitato da circa 70 membri

Una biblioteca che toglie il respiro.

Come si evince dalla ricostruzione storica, il vero tesoro del monastero è la meravigliosa biblioteca storica. La biblioteca di Strahov vanta ben 200.000 volumi, tra cui manoscritti, stampe antiche e prime copie. Essa è composta da due meravigliose sale collegate da un corridoio.

La parte più antica è la Sala Teologica barocca, sorta tra il 1671 ed il 1674 sulla base di un progetto dell’architetto Giovanni Dominik Orsi, il quale realizzò anche le eleganti decorazioni a stucco del soffitto color bianco panna mentre gli affreschi sul tetto, opera di Siard Nosecký, raffigurano le attitudini delle persone verso i libri con varie citazioni tratte dalla Bibbia. L’ambiente è relativamente basso ma estremamente raffinato ed elegante: il bianco regala luminosità e sacralità, quasi ad evocare i contenuti mistici dei volumi ospitati all’interno.

Qui ci sono 18.000 libri che, come suggerisce il suo nome, trattano tutti di religione; nella maggior parte si tratta di pregiate edizioni della Bibbia, di cui si contano più di mille edizioni diverse. Oltre alla vasta distesa di libri alle pareti, a rendere ancora più suggestiva questa stanza, si trovano anche degli antichi mappamondi, globi celesti e un particolare scrittoio girevole che forniva un supporto pratico alla scrittura e alla lettura. Con un po’ di fortuna è possibile vederlo in funzione, azionato da uno degli addetti del museo: una manopola avviava la ruota che faceva girare i vari ripiani, in modo da facilitare il lavoro degli amanuensi e dei lettori.

L’interno è stato restaurato negli anni 1993-1994.

La Sala Filosofica in stile classicista risale al 1792; la sala è lunga 3 metri, larga 10 metri e alta 14 metri, con la sua altezza supera due piani dell’edificio regalando al visitatore una sensazione di imponenza, come se tutto il sapere del mondo fosse racchiuso tra quegli scaffali. Non a caso i libri che vi risiedono spaziano dalla medicina alla filosofia, dalla matematica alla geografia, dal diritto alla storia; può sorprendere sapere che questa enorme stanza che trasuda saggezza non era altro che un granaio fino a quando l’abate Vaclav Mayer con questa biblioteca coronò lo sviluppo dell’area edificabile di Strahov.

Le vaste pareti laterali sono ricoperte dalle scaffalature della libreria in legno di noce costruita a Praga a fine 1700 dall’autore originale Jan Lahofer di Tasovice, collegate da un magnifico soffitto a volta, interamente affrescato. I delicati toni pastello usati per la raffigurazione del cielo, in netto contrasto con il legno scuro che domina la stanza, creano un suggestivo senso leggerezza e spaziosità, quasi a dare l’impressione che vi sia racchiuso un microcosmo in una stanza, dalla quale, con lo studio e la sapienza, è possibile arrivare a toccare il punto più alto del firmamento.

Se le sale bibliotecarie vi lasceranno a bocca aperta per la loro meraviglia, Il Vangelo di Strahov un antico codice del IX secolo rilegato lussuosamente con una copertina tempestata di gemme e altre pietre preziose (in esposizione in una teca di vetro nel corridoio), è un piccolo assaggio delle migliaia e migliaia di capolavori delle scaffalature del complesso bibliotecario.

Infatti purtroppo non è possibile accedere e girare liberamente per le sale, non tanto per la tutela dei volumi, ma più che altro per la salvaguardia degli affreschi antichissimi che ricoprono le volte dei soffitti; si è scoperto che il respiro delle centinaia di visitatori causa un tasso di umidità dannoso per le opere,motivo per cui è solo possibile sbirciare dalla porta di entrata le sale senza entrarvici.

Se non siete mai stati a Praga, è probabile che questo luogo non vi sia del tutto nuovo poiché è stato d’ispirazione cinematografica per molti grandi registi; la biblioteca del monastero, per esempio, è apparsa nel film horror “La vera storia di Jack lo squartatore”, con Johnny Depp, e nel film “Casino Royale”, con Daniel Craig.

 

Lucrezia Vardanega