Donald Trump Jr. è andato a caccia di pecore in via d’estinzione grazie a un permesso speciale

Donald Trump Jr. (il figlio del Presidente degli USA) ha ucciso una pecora in via di estinzione in Mongolia durante una battuta di caccia per il quale ha ricevuto un “trattamento speciale” da parte delle autorità politiche nazionali.

Il figlio del presidente degli Stati Uniti ha fatto il viaggio negli altopiani rocciosi dell’Asia centrale, dove ha avuto la possibilità di incontrare e cacciare le famose  pecore argali (razza in via d’estinzione) lo scorso agosto.

Le argali sono le pecore più grandi del mondo e sono conosciute per le loro gigantesche corna ricurve che possono raggiungere più di un 60 cm di altezza. La specie in pericolo di estinzione è considerata un tesoro nazionale in Mongolia, ma ciò non ha impedito a Trump Jr. di ucciderne una.
Il 41enne è stato accompagnato nel viaggio da suo figlio e dall’immancabile guardia di sicurezza degli Stati Uniti e della Mongolia.

La caccia ai trofei (come in questo caso la pecora argali) è un grande problema in Mongolia. Il diritto di uccidere una pecora argali è controllato da un sistema di autorizzazioni e concessioni che secondo gli esperti è “principalmente basato su denaro, corruzioni e politica”, riferisce il media ProRepublica.

Trump Jr. ha sparato alle pecore di notte, usando un fucile con mirino laser. Il cacciatore, una volta affondato il colpo su una delle povere creature indifese, ha impedito alle guide locali di smembrare l’animale sul luogo dell’uccisione e anzi ha ordinato loro di utilizzare un foglio di alluminio per trasportare la carcassa in modo da non danneggiarne la pelliccia e le corna, spiegando che voleva mantenere un nuovo “trofeo” di caccia tra i suoi preziosi cimeli.

(Photo by Ma Xiaowei/Xinhua)

Non soddisfatto della prima preda, il 41enne ha ucciso anche un cervo, e anche in questo caso ha dovuto ottenere un permesso speciale per compiere il discutibile atto.

Secondo i dati ottenuti da ProRepublica, così come le interviste condotte alle persone coinvolte nella caccia, Trump Jr. ha ricevuto un “trattamento speciale” durante il suo viaggio.

Sebbene la caccia sia stata sostenuta dal governo, l’uomo d’affari non aveva ricevuto il permesso fino al 2 settembre, cioè quando sembra abbia ucciso le pecore e conseguentemente lasciato la regione.

Il governo mongolo (probabilmente commosso dal bel gesto del figlio del Presidente) si è messo una mano sulla coscienza è ha deciso di concedere il permesso retroattivamente a seguito di un incontro tra Trump Jr. e Khaltmaagiin Battulga, presidente della Mongolia. L’incontro è avvenuto dopo la battuta di caccia e prima che il 41enne tornasse negli Stati Uniti, anche se in effetti non è chiaro di cosa si sia discusso.

È insolito che vengano rilasciati permessi dopo il soggiorno di un cacciatore e Kathleen Clark, una professoressa specializzata in etica legale alla Washington University, ritiene che lo status familiare di Trump Jr. sarebbe stato un incentivo importante per i funzionari mongoli a trattarlo favorevolmente in funzione del “desiderio da parte di un governo straniero di ingraziarsi la famiglia del presidente degli USA”.

In una dichiarazione, un portavoce di Trump Jr. ha dichiarato che nessun funzionario governativo di entrambi i paesi ha organizzato il viaggio e che i permessi sono stati appropriatamente ottenuti da un fornitore di terze parti. L’uomo d’affari con la passione per la caccia di creature in via d’estinzione ha acquistato il viaggio in un’asta di beneficenza della National Rifle Association nel 2015, prima che suo padre annunciasse la sua corsa alla presidenza.

Sebbene i permessi di caccia abbiano lo scopo di proteggere le pecore e finanziare gli sforzi di conservazione, la popolazione delle rare pecore è precipitata da 50.000 nel 1985 a 18.000 nel 2009.

Andrea Calabrò