Con Il colibrì Sandro Veronesi si riconferma uno scrittore preziosissimo

Non ha bisogno di presentazioni Sandro Veronesi che da sempre con i suoi scritti incanta i lettori e avvicina al piacere della lettura.

Da “Caos Calmo”, il penultimo romanzo che lo ha reso celebre e ancora di più apprezzato e dal quale è stato realizzato l’omonimo film, di tempo ne è trascorso parecchio.

Veronesi non si è mai allontanato dall’arte dello scrivere, ma non aveva replicato un libro come quello, almeno fino alla fine del 2019.

A dicembre 2019, infatti, è uscito “Il colibrì”, edito da La Nave di Teseo. La copertina interamente gialla con un colibrì di colore nero in primo piano, rende il libro allegro, ma è tutta una finzione.

Con creatività e somma precisione, stavolta Veronesi ha raccontato la storia di vita di Marco Carrera, soprannominato da piccolo il colibrì per le sue sembianze e le necessarie cure mediche per aiutarlo a crescere.

La storia di Marco Carrera è densa di incontri, di persone, di famiglia, ma anche di fallimenti, di delusioni, di amori sprecati, di dolore, di decisioni incontrovertibili e di lutti.

È la storia di un uomo che ha aspirato sempre ad avere il massimo, ma mentre la vita lo costringeva a stare fermo, il cambiamento lo coglieva di sorpresa fino a destabilizzarlo e a dover trovare la forza per ricominciare.

L’imprevedibilità della vita con il suo carico di novità, di eventi sfortunati e di doni necessari per trovare un senso sono al centro de “Il colibrì”.

Volontariamente scegliamo di non dirvi molto della trama, perché stavolta Veronesi ha scritto un libro che non merita di essere raccontato, ma solo di essere letto, parola per parola, fino alla fine.

È un libro, infatti, così profondo, articolato e sincero nelle emozioni e negli eventi che capitano al protagonista che non si può far altro che promuoverlo a pieni voti, consigliarlo o regalarlo a chi si vuole bene.

Sin da subito si nota che Veronesi ha impiegato molto tempo per scriverlo.

Le descrizioni, le citazioni e i rimandi ad altri testi, la struttura narrativa non banale, gli intrecci della storia sempre nuovi e sempre diversi portano il lettore a rimanere estasiato, affascinato, coinvolto dal modo di scrivere del Veronesi che ha una scrittura asciutta, ma allo stesso tempo piena di contenuti e di originalità.

Piace che Veronesi non abbia lasciato solo al protagonista raccontare la storia, ma che abbia scelto di usare le mail, o le lettere o le telefonate per far scoprire al lettore altre situazioni che riguardavano Marco Carrera.

Si vocifera tra gli addetti ai lavori che Veronesi potrà essere nella lista dei candidati al Premio Strega.

Noi ci auguriamo che vada oltre il Premio Strega e oltre ogni premio letterario.

La storia di Marco Carrera deve vivere ed è pronta per essere una sceneggiatura originale! Non vorremmo altro che un film sul colibrì!

Buona lettura!

Sandy Sciuto