Caracas: il mito della città più pericolosa del mondo

Ci sono tante ambizioni al mondo, quella di diventare una grande cantante, quella di vincere il nobel per la letteratura, oppure quella di diventare la città più pericolosa del mondo. Se questa è la tua ambizione, e ti chiami Caracas, complimenti! Sei riuscita nel tuo scopo.
Se da un lato vediamo la mitica Ciudad Juarez che con appena 27 omicidi ogni centomila abitanti abbandona la classifica delle 50 città più pericolose al mondo, una lista che ha guidato dal 2008 al 2010, e si prepara a ricevere la visita di Papa Francesco per metà febbraio, troviamo comunque nuove città che riescono ad imporsi, violentemente -scusate il gioco di parole- in questa classifica.

Caracas è così diventata la città più violenta al mondo. Infatti una statistica del 2010 afferma che il tasso di omicidi ogni 100.000 abitanti per la città di Caracas è di 233, questo significa che con quasi 7.000 omicidi annui (19 al giorno di media) la città avrebbe il numero maggiore di omicidi al mondo, in assoluto e pro capite. Nel corso degli ultimi anni Caracas avrebbe così superato in questo non lusinghiero primato altre città dell’America Latina protagoniste della cronaca nera, come Tijuana (73/105), Bogotá (ridotta da 80 a circa 25/105), Città del Messico, Rio de Janeiro superando le più violente città degli Stati Uniti d’America, come Detroit o New Orleans dove la tendenza è contraria. Queste statistiche includono ogni tipo di crimine: omicidio passionale, rapina, sequestri falliti, lotta tra gang, crimine politico, atti terroristici, azioni maldestre della polizia, e molto spesso non includono i decessi a lungo termine causati da atti violenti ed i crimini commessi in carcere. A titolo di raffronto, la città più violenta dell’Europa occidentale, Lisbona, ha un tasso di omicidi che nel 2003 non arrivava a 10/105 per anno.

Dal rapporto che determina la classifica delle città più pericolose del mondo è uscito fuori un altro dato interessante: tra le 50 città più violente al mondo, ben 41 si trovano in America Latina e 21 di queste sono brasiliane. All’origine delle violenze c’è ancora una volta il traffico di droga, il controllo del territorio delle bande e dei narcotrafficanti, l’instabilità politica e la povertà diffusa. Il mercato della droga, si stima, genera ogni anno più di 300 miliardi di dollari.

Andrea Calabrò