Bergamo, la città che per eccellenza ha pianto il maggior numero di deceduti, durante la battaglia al coronavirus, che ha sofferto maggiormente i disagi, chi non ricorda la sflilata dei camion che trasportavano le salme, è diventata il simbolo di tutta l’Italia che combatte. Per tanti giorni tenuta sotto smacco dalle insidie del covid 19, il virus più contagioso si sia visto fino ad oggi, nella giornata di domenica 17 maggio, ha rotto gli schemi, stanca di vivere nel terrore, per un giorno, alla vigilia dell’apertura del 18 maggio dal dpcm, la popolazione, è corsa nelle strade della Corsarola, via Bartolomeo Colleoni, nella città alta, luogo ambito da tutti i bergamaschi per la bellezza delle stradine che intersecano il cuore della città. Tante le mascherine, ma alcune volte non indossate correttamente, abbassate per respirare meglio l’aria tiepida della splendida giornata, la brezza che accarezza il viso, per sentirsi come sempre, quando il sempre sembrava non arrivare mai, tuttavia mettendo a rischio tutti i risultati ottenuti, non onorando i morti che sono andati via per sempre, forse, per non avere chiuso prima la città.
La maschera è attualmente obbligatoria in cinquanta Paesi per uscire. In Qatar ristoranti, cinema, scuole, centri commerciali e moschee sono stati chiusi mentre rimane aperto il settore delle costruzioni, in particolare i cantieri legati alla Coppa del mondo di calcio del 2022, che pero’ sono sottoposti a rigide regole di distanziamento fisico. Abbiamo inserito il confronto fra due modalità diverse di affrontare l’emergenza del coronavirus, una città altamente decimata dal virus contro un paese che ha conosciuto poche vittime al momento, ma sembra strategico, e forse fin troppo meticoloso, nell’affrontare l’uso degli strumenti di protezione dal virus. Ma del resto non sorprendiamoci poi tanto se si considera che in Italia, prima la mascherina veniva sconsigliata nell’utilizzo preventivo e contenitore, da scienziati e virologi, per essere poi sempre da scienziati e virologi tramite decreto ministeriale considerata obbligatoria per la lotta al virus.