10 misteriosi delitti con strane coincidenze

Una coincidenza è definita come una serie di eventi e circostanze che apparentemente non hanno alcun legame tra loro, ma che si articolano nell’essere connesse per puro caso. Ogni volta che ha luogo un crimine, gli investigatori cercheranno di risolverlo mettendo insieme fatti e circostanze che circondano il caso. Tuttavia ci sono molte complicazioni che possono rendere la soluzione impossibile. Una di queste complicazioni sono le coincidenze… 10.

La morte di Iqbal Al-Hilli e del suo ex-marito segreto 10 misteriosi delitti con strane coincidenze

Il 5 settembre 2012 un omicidio sconvolse Chevaline, in Francia. Un turista britannico di nome Saad al-Hilli stava viaggiando su una strada di montagna con la moglie, Iqbal, e le loro due giovani figlie, Zainab e Zeena, oltre che l’anziana madre di Iqbal, Suhalia al-Allaf. Quel pomeriggio il loro veicolo cadde preda di un’imboscata nei pressi del lago Annency, finendo crivellato di colpi. Saad, Iqbal, e Suhalia furono colpiti a morte, mentre Zeena sopravvisse all’attacco rimanendo nascosta e Zainab rimase ferita, ma riuscì a sopravvivere. Anche un ciclista francese di nome Sylvain Mollier fu trovato morto sulla scena, presumibilmente perché si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Ad oggi la polizia non è riuscita a rintracciare i colpevoli, o quale sia il movente, ed è stato descritto sinora come il “delitto perfetto”. Se questo non bastasse gli omicidi sono stati oggetto di una sorprendente coincidenza. Nessuno in famiglia o fra gli amici di Iqbal sapeva che quello con Saad al-Hilli non era il suo primo matrimonio.

Nel febbraio del 1999 Iqbal lavorava negli Stati Uniti e, al fine di ottenere una carta verde e rimanere nel paese, accettato di sposare un operaio di nome Jim Thompson. Il matrimonio non funzionò (come prevedibile) e la coppia divorziò l’anno successivo. Quando Iqbal lasciò il paese si risposò e creò una famiglia “autentica” con Saad al-Hilli, ma non disse mai a nessuno del suo precedente matrimonio con Thompson. Il matrimonio cessò di essere un segreto con la morte della donna, e una coincidenza assolutamente strana accadde poche ore dopo la strage del lago Annency. Jim Thompson era alla guida nella sua città natale di Natchez, in Mississipi, e pochissime ore (o minuti) dopo la morte di Saad subì un attacco di cuore fatale. Chiaramente i sospetti sono andati a parare su una regolazione dei conti nei confronti dei due ex-coniugi, ma le indagini non hanno ancora svelato nulla.

Le sparizioni di Stacy Peterson e di sua madre

Una delle storie criminali più strane degli ultimi anni è stata la scomparsa di Stacy Peterson, una ventitreenne statunitense. Nel 2007 Stacy viveva a Bollingbrook, in Illinois, con il marito poliziotto, Drew Peterson, che aveva 30 anni in più ed era al suo quarto matrimonio. Il 28 ottobre di quell’anno Stacy scomparve e, dal momento che il suo matrimonio con Drew era burrascoso, i sospetti caddero immediatamente su di lui. Tre anni prima la terza moglie di Drew, Kathleen Savio, fu trovata morta nella sua vasca da bagno, ritenuta vittima di un annegamento accidentale. Drew incassò una cospicua assicurazione sulla vita della moglie, ma la scomparsa di Stacy causò un’altra inchiesta sulla morte di Kathleen. Nel 2009 Drew fu accusato di omicidio della sua ex-moglie Kathleen e, infine, condannato a 38 anni di carcere. L’uomo rimane il principale indiziato nella scomparsa di Stacy, ma il corpo della ragazza non è mai stato trovato. Quella di Stacy è solo l’ultima di una lunga serie di tragedie occorse alla sua famiglia. A 40 anni la madre di Stacy, Christie Cales, scomparve in circostanze sospette. Christie ebbe in tutto sei figli, ma ne perse due nel corso degli anni ’80 quando erano bambini. Christie era solita abusare di droghe e alcol, ed era spesso nei guai con la legge, anche a causa del rapporto turbolento con il marito. La coppia spesso trascurava i propri figli, e quando divorziarono nel 1990, il marito di Christie ottenne l’affidamento esclusivo dei quattro bambini. Nel 1998, Christie viveva con il fidanzato a Blue Island, sempre in Illinois. La sera dell’11 marzo la donna uscì di casa per non farvi più ritorno, senza che nessuno l’abbia mai più vista. Proprio come per Stacy, la famiglia di Christie ha sempre sospettato che suo marito fosse il responsabile della sua scomparsa, ma non vi erano prove sufficienti per incriminarlo. Ufficialmente, sia Christie Cales sia sua figlia rimangono persone scomparse.

La vittima di un omicidio morta per una rara malattia del sangue

Nel 1964 Calvin Jones era in una relazione con la ventitreenne Sara Tolbert, più giovane di lui di 10 anni. Il 13 giugno la coppia di Philadelphia discusse animatamente dentro l’auto, e lui la picchiò brutalmente con un tubo di gomma per 15 volte. Jones trascorse le ore successive alla guida del mezzo con il corpo della Tolbert nella sua auto e, a in un momento non precisato, la ragazza spirò. Jones si recò alla polizia per confessare l’omicidio. L’uomo aveva già dei precedenti penali per tentato omicidio nei confronti della moglie, e quindi si pensava che la pena per l’uomo fosse implacabile. Jones tuttavia non si trovò a fronteggiare l’accusa di omicidio quando si recò in tribunale per un’incredibile coincidenza. Si scoprì infatti che Sara Tolbert, picchiata o non picchiata, sarebbe morta la mattina seguente. A seguito dell’autopsia si scoprì che era affetta da una rara malattia del sangue chiamata anemia falciforme. Nel momento in cui Jones la aggredì, la Tolbert aveva solo poche ore di vita prima che la malattia diventasse fatale. Due diversi medici legali conclusero ufficialmente che Tolbert morì per cause naturali, quindi fu impossibile provare che le percosse di Jones ebbero un ruolo nella fine della ragazza. Alla fine il giudice decise di incriminare Jones per aggressione e percosse, ma fu ritenuto innocente all’accusa di omicidio.

L’ingiusta condanna di Dennis Maher

La sera del 16 novembre 1983 una donna che passeggiava a Lowell, nel Massachusetts, fu attaccata e violentata da un uomo. La notte seguente un’altra donna fu aggredita nella stessa identica zona, ma riuscì a fuggire e a fornire una descrizione alla polizia. Quella stessa sera un uomo residente in zona di nome Dennis Maher fu arrestato, ed entrambe le vittime lo identificarono come l’aggressore. Maher fu accusato degli attacchi e, dopo che uno stupro irrisolto dall’estate precedente fu affibbiatogli come crimine, fu condannato al carcere a vita. Anni dopo l’uomo entrò in contatto con “The Innocence Project”, un’organizzazione dedita ad aiutare le persone ingiustamente condannate. Gli investigatori hanno richiesto con successo il test del DNA sulle prove, e Maher fu ritenuto innocente dalle accuse. Nel 2003 fu infine rilasciato, dopo aver scontato 19 anni di carcere per crimini che non commise.

Sfortunatamente per Maher le coincidenze che lo fecero incriminare erano impressionanti. La seconda vittima raccontò alla polizia che il suo aggressore indossava una felpa rossa e aveva una giacca militare, e la minacciò con un coltello. Quella notte mentre usciva da un negozio di liquori, Maher attirò l’attenzione di un poliziotto perché indossava una felpa con cappuccio rosso. Fermato, all’interno della sua auto fu rinvenuta una giacca militare e un coltello e, date le circostanze, risultò assolutamente logico incriminare l’uomo, sopratutto dopo che le vittime lo avevano identificato. In quel periodo Maher era un sergente dell’esercito degli Stati Uniti, quindi non era insolito per lui avere una giacca militare e un coltello militare all’interno del suo veicolo. Dopo che il test del DNA scagionò l’uomo, emerse che le vittime che lo identificarono si “erano sbagliate”, e che l’uomo era solo la vittima della sfortuna. Il vero colpevole non fu mai trovato.

I delitti Mary Morris

La mattina del 12 ottobre del 2000 Mary Henderson Morris lasciò la sua casa di Houston. Quel giorno la quarantottenne fu trovata morta all’interno della sua auto bruciata, in una zona remota della città. Curiosamente l’anello nuziale era mancante. A detta di tutti Mary era una moglie amorevole e una persona senza nemici, e quindi il suo omicidio risultò assolutamente incomprensibile. Tre giorni dopo il caso acquisì una piega sorprendente. Una donna di 39 anni fu trovata morta all’interno della propria auto nella stessa zona. Era stata picchiata e assassinata con la sua pistola in un goffo tentativo di far passare la sua morte come un suicidio. Il nome della vittima era Mary McGinnis Morris. Poco prima della morte, Mary McGinnis Morris aveva telefonato al 911, dicendo che stava per essere attaccata. L’attenzione si spostò subito verso il marito di Mary, Mike Morris, che incasserà l’assicurazione sulla vita della moglie. Anche se Mike aveva un alibi nel momento dell’omicidio di Maria, i tabulati telefonici mostrarono che fece una telefonata di quattro minuti al cellulare di Mary due ore dopo la sua chiamata frenetica al 911. Mike affermò che nessuno rispose alla chiamata, e che aveva fatto squillare il telefono di Mary ininterrottamente per quattro minuti di fila. Queste circostanze portarono alla teoria che Mike assunse qualcuno per uccidere la moglie, ma che questi uccise un’altra persona di nome Mary Morris per errore. L’anello nuziale mancante di Mary Henderson Morris sarebbe dovuto servire da prova nei confronti del mandante, ma ovviamente l’errore era decisamente grossolano. Gli omicidi rimangono irrisolti, e la polizia affermò che il caso di omonimia fu solo una bizzarra coincidenza.

Le sparizioni dei fratelli Palmer

Nei casi di sparizione non è raro veder scomparire più persone insieme, sopratutto familiari. E’ altresì rarissimo che due fratelli scompaiano in tempi diversi e in circostanze così diverse come i fratelli Palmer. Nel 1999 Michael Palmer viveva a Wasilla, in Alaska, aveva 15 anni ed era il più giovane di tre fratelli. Durante le prime ore del mattino del 4 giugno Michael e tre amici lasciarono una festa scolastica tornando a casa con le loro biciclette, ma Michael rimase così indietro che fu perso di vista dai compagni. Michael non fu mai più visto, e fu dato per disperso. La bicicletta di Michael fu poi scoperta nel fiume Little Susitna e le sue scarpe trovate a 180 metri di distanza. Fu cercato in tutto il fiume, ma il suo corpo non fu mai ritrovato. Il fratello maggiore di Michael, Chucky, scomparve in circostanze misteriose più di un decennio dopo. Il 13 aprile 2010 il ragazzo, che allora aveva 30 anni, si trovava con amici e parenti in una baita sulla montagna Talkeetna. Quella notte decise di fare un giro in motoslitta con gli amici, ma si attardò dietro al gruppo, e a un certo punto non fu più visto. La sua motoslitta fu trovata il giorno dopo, ma non c’era alcun segno di Chucky o di impronte nella zona. Chris Palmer, il fratello più vecchio dei tre, era rimasto nella baita la notte della scomparsa di Chucky, e passò un secondo calvario per la scomparsa di un fratello a 11 anni di distanza dal primo.

La coppia omicida

Poco dopo la mezzanotte del 3 luglio del 1991 Kirsten Davis era in viaggio dalla città natale di Boulder, in Colorado, verso Vidalia, in Georgia. Davis era a circa 8 chilometri di distanza dalla sua destinazione quando un veicolo si affiancò alla sua station wagon. Qualcuno dal veicolo tirò fuori un fucile e fece fuoco contro Davis, uccidendola con un colpo alla testa. La donna rimase uccisa all’istante, e la sua auto si ribaltò sul lato della strada. Poco dopo una giovane coppia di sposi di nome Tracy e Karen Wilkes si fermò accanto alla macchina rovesciata di Davis e segnalò il suo omicidio alla polizia. Per una strana coincidenza la coppia si sarebbe presto ritrovata coinvolta in un altro omicidio nella zona, che essi stessi avrebbero commesso. Circa 45 giorni dopo l’omicidio della Davis, Tracy e Karen Wilkes scassinarono e bruciarono una casa nella contea di Treutlen, uccidendo con tre colpi alla testa Moril V. Hudson. La coppia tentò di fuggire in Alabama, ma quando Tracy tornò sulla scena del delitto fu arrestato. Poco tempo dopo Karen fu trovata in una roulotte in Alabama, con l’arma del delitto all’interno della vettura. Il 23 agosto furono accusati di omicidio, furto con scasso, e incendio doloso. Naturalmente le autorità li sospettarono anche dell’omicidio di Kirsten Davis, ma entrambi superarono il testo del fosse realmente responsabile del suo omicidio. Tuttavia, entrambi superato i test della macchina della verità, e condannati solo per l’omicidio di Moril Hudson. L’omicidio di Kirsten Davis è ancora irrisolto.

Il processo di Lucia De Berk

Uno dei casi giudiziari più eclatanti nella storia dei Paesi Bassi fu il processo a Lucia de Berk, grazie al quale è stato introdotto il concetto di coincidenza come prova. De Berk lavorava come infermiera pediatrica in tre diversi ospedali a L’Aia. Il 4 settembre del 2001 la De Berk era in sala quando un’infante morì nell’ospedale per Bambini di Juliana. I suoi colleghi di lavoro espressero preoccupazione dopo aver notato alcune curiose coincidenze: la De Berk era in servizio durante un gran numero di decessi e rianimazioni in ospedale, la maggior parte dei quali coinvolgevano i bambini. Dopo un’indagine l’ospedale concluse che queste morti erano innaturali e decise di sporgere denuncia contro la De Berk. Il 24 marzo del 2003 la donna fu condannata all’ergastolo per quattro omicidi e tre tentativi andati a vuoto. Anche se non vi era alcuna prova fisica contro la De Berk, o eventuali testimoni dei suoi crimini, le statistiche vennero ritenute una prova sufficiente per accusarla degli omicidi. Gli esperti affermarono che la presenza della De Berk in ospedale nel momento in cui tutti questi bambini morirono non poteva essere casuale, e uno di loro affermò che la probabilità che si verificasse una coincidenza di questo tipo era di una su 342 milioni. L’infermiera aveva però numerosi sostenitori, i quali pensavano che si trattasse di una vittima del caso, e il suo appello fu accolto. Un professore di statistica matematica sostenne che le probabilità che tutte queste morti fossero una coincidenza erano di 1 a 48. Il caso fu accolto dalla Corte suprema dei Paesi Bassi, che convenne che l’evidenza statistica era passibile di difetto e le concesse un nuovo processo. Una nuova inchiesta concluse che i presunti omicidi della De Berk erano possibili morti naturali, e la donna fu scagionata nell’Aprile del 2010.

Il Caso di Matthew Liquid

Il 6 dicembre del 1983 un uomo di origine messicana non identificato fu trovato strangolato a morte in un terreno abbandonato a Hialeah, in Florida. Per un breve periodo questo omicidio divenne noto come il “Caso di Matthew Liquid” a causa di una serie di annotazioni bizzarre scoperte sulla scena del crimine. Venne trovato un sacchetto di plastica dietro a un cartello stradale “no dumping” contenente una nota con una strana poesia. Lo scritto recitava: “Ora il motivo è chiaro come la vittima. Hai tutte le risposte. Basta seguire gli indizi“. La poesia conteneva anche un enigma che portò la polizia all’indizio seguente dietro un segnale di limite di velocità: “Sì, Matteo è morto, ma il suo corpo non si è sentito. Quei cervelli non erano di Matt perché il suo corpo si scioglieva. Billy gettò Matteo nell’olio bollente. Per confondere la polizia riguardo il mistero devono far fatica“. Il mistero sembrava insolubile, ma presto si rivelò essere frutto di una coincidenza bizzarra. Poco prima dell’omicidio, ad Halloween, quattro chiese del posto avevano elaborato un gioco legato ad un omicidio misterioso, in cui i partecipanti dovevano inventare un crimine fittizio e nascondere indizi criptici nell’area. Le poesie erano parte del gioco ma, poiché la notte di Halloween era stata piovosa, gli indizi erano rimasti appesi ai cartelli, casualmente nello stesso luogo in cui si compì il vero omicidio. Alla fine la vittima fu identificata come un marinaio colombiano di nome Francisco Patino Gutierrez, e il suo omicidio ritenuto legato al traffico di stupefacenti.

I delitti del Baule

Durante un periodo di sette anni, la città di Brighton, in Inghilterra, fu teatro di alcuni omicidi non correlati in cui le vittime furono smembrate e trovate all’interno di bauli. Nel 1927 un baule contenente il corpo di una donna di nome Minnie Boniati fu trovato nella stazione di Charing Cross a Londra. Il suo assassino, John Robinson, fu velocemente accusato di omicidio e impiccato. Sette anni più tardi due omicidi ebbero luogo a un mese di distanza l’uno dall’altro. Il 17 giugno del 1934 un baule fu scoperto alla stazione ferroviaria di Brighton contenente il torso smembrato di una giovane donna. La testa, le braccia e le gambe erano mancanti, e furono trovate solo le gambe in un’altra stazione, sempre all’interno di un baule, il giorno seguente. La vittima era incinta di cinque mesi, ma non vi erano indicazioni riguardo l’identità. Ad oggi il caso è irrisolto, e l’assassino sconosciuto. Nel tentativo di risolvere l’omicidio la polizia rastrellò la zona circostante e, incredibilmente, trovarono un altro baule contenente un’altra donna smembrata. La vittima fu identificata come una prostituta di 42 anni di nome Violette Kaye, che era sparita da Maggio. Quando Kaye scomparve il suo fidanzato Tony Mancini disse a tutti che si recava a Parigi. Il baule con il corpo della Kaye fu trovato all’interno dell’appartamento di Mancini, e lui fu arrestato e accusato del suo omicidio. Al processo il team di avvocati di Mancini sostenne che la Kaye era stata uccisa da qualcun altro, e quando Mancini l’aveva trovata era preoccupato di essere accusato dell’omicidio, così decise di smembrare il corpo e nasconderlo dentro un baule. Che ci crediate o meno, la giuria ritenne credibile la storia di Mancini e l’uomo fu assolto. Nel 1976, 42 anni dopo, Mancini confessò l’omicidio della Kaye, ma non potè essere processato per il reato due volte. Nonostante le loro somiglianze, i due omicidi dei bauli di Brighton rimangono probabilmente non correlati fra loro.

redazione