Il web 2.0 al servizio dei disabili

E’ in notevole crescita il numero dei social network rivolto a persone disabili che possono lavorare, comunicare e informarsi con molta piĆ¹ facilitĆ . Sono social come tutti gli altri, come Facebook o Twitter, ma ciĆ² che li rende uniciĀ sono i loro utenti che pubblicano grazie alle risorse digitali notizie di carattere medico, denunce di situazioni che ostacolano il loro accesso a luoghi o servizi pubblici e addirittura suggerimenti rivolti al loro inserimento nel mondo del lavoro. In piĆ¹, queste risorse sono un occasione per conoscersi, postare le foto di viaggio, chattare e fare tutto quello che viene fatto suiĀ comuni social. Negli Stati Uniti, il social che piĆ¹ si distingue ĆØ Disaboom, il primo social per disabili lanciato nel 2008 che oggi conta oltre 90000 iscritti! Accanto a Disaboom si affiancano Disabled Community, Disabilinet e Disabled United. Negli StatesĀ questi progetti stanno riscuotendo un ampissimo successo e Ultimamente due di questi social sono giunti anche in Italia.

ANGLATĀ ĆØ un vero e proprio Facebook ideato dall’omonima associazione che dal 1981 supporta le persone con handicap motori. La home page, le caratteristiche e persino la grafica sono uguale al social network piĆ¹ famoso del mondo. Secondo il presidente Roberto Romeo, Facebook ĆØ troppo dispersivo e non permette ai disabili di condividere per loro rilevanti ed ĆØ perciĆ² facile che post di primario interesse vengano del tutto ignorati. Grazie ad ANGLAT si potrĆ Ā andare incontro ai bisogni dei cittadini disabili e diffondere fra i cittadini la cultura della diversitĆ , evitando i pregiudizi che molto spesso continuano ad intercorrere in persone “diverse”.

Jobmetoo invece si concentra sull’accessibilitĆ  al mondo del lavoro dei disabili: una sorta di Linkedin per agevolare l’operato dei meno fortunati in salute. E’ una piattaforma totalmente gratuita che permette non solo di pubblicare il proprio curriculum in rete, ma anche seguire le notizie che le aziende pubblicano per selezionare il personale, il che gioverebbe sia alle persone disabili sia alle imprese che per legge sono costrette ad assumere almeno il 7% dei lavoratori appartenenti alle fasce protette. Il fondatore di Jobmetoo ĆØ Daniele Regolo che ĆØ riuscito a coinvolgere 100000 persone disabili nei soli primi tre mesi. Grazie all’Idea di Regolo, le aziende potranno comunicare direttamente con i disabili che potranno chiedere informazioni e consigli.

L’idea non ha perĆ² convinto tutta l’opinione pubblica: in netto contrasto con quello che si crede, alcune persone, fra cui il giornalista Nicola Rabbi, sostengono che tali strumenti di comunicazione digitale possano indurre i disabili all’isolamento. CosƬ facendo, lo iato che separa i portatori di handicap dalla vita comune si rivelerebbe del tutto incolmabile! La comunitĆ  parallela sarebbe dunque foriera di enormi difetti.

 

 

Andrea Colore