“Warhol Pop Society”: il poliedrico mondo di Warhol al Palazzo Ducale di Genova

«Nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti». Nell’epoca dei social network questa citazione rivela sicuramente un fondo di verità. Chi l’ha pronunciata poi, famoso lo è di sicuro; si tratta dell’americano Andy Warhol, esponente di spicco della Pop Art e uno degli artisti più influenti del XX secolo. Pittore, scultore, regista, produttore cinematografico, direttore della fotografia e molto altro, rappresentò nelle sue opere la società americana contemporanea nella sua vera essenza, non risparmiando critiche e provocazioni tutt’altro che velate.

Con lui si apre l’epoca dell’arte contemporanea, così come ancora la intendiamo oggi; per questo è necessario considerare un periodo “Before Andy” e uno “After Andy”, dopo il quale nulla sarà più lo stesso. Fu uno dei primi a considerare l’oggetto d’arte come un vero e proprio prodotto di consumo, meccanismo tipico dell’era pop; considerando in maniera sarcastica, il museo come un vero e proprio supermercato dell’arte. 

A trent’anni esatti dalla scomparsa del poliedrico artista americano, sbarca al Palazzo Ducale di Genova la retrospettiva “Warhol Pop Society”, prodotta da Palazzo Ducale Fondazione per la Cultura di Genova e da 24 ORE Cultura – Gruppo 24 Ore, curata da Luca Beatrice. Centosettanta opere tra tele, disegni, sculture, oggetti, provenienti da collezioni private, musei e fondazioni pubbliche e private italiane e straniere, racconteranno fino al 26 febbraio la carriera e la storia dell’artista più popolare del secolo scorso.

Il percorso tematico si snoda secondo sei linee conduttrici: il disegno, le icone, le polaroid, i ritratti, il rapporto tra l’artista e  l’Italia, e infine il cinema. Tutto ciò si riflette perfettamente nella variegata produzione uscita dalla sua Factory, a New York, luogo in cui giovani artisti newyorkesi trovarono uno spazio collettivo per creare, e dentro la quale si faceva pure cinema, musica rock, editoria d’arte e per bambini e soprattutto si sperimentavano nuovi linguaggi d’espressione in una continua ricerca.

In mostra alcuni disegni preparatori che anticipano dipinti famosi come il Dollaro o il Mao; la celeberrima serigrafia del 1967 di Marilyn Monroe, fino alla Campbell Soup e le Brillo Boxes; nonché  i ritratti di volti noti come Man Ray, Liza Minnelli, Mick Jagger, Miguel Bosè e di alcuni importanti personaggi italiani: Gianni Agnelli, Giorgio Armani e Sandro Chia. L’ultima sezione poi è dedicata alle polaroid, con le quali Warhol immortalò molte celebrities, amici e starlett, e di cui qui sono esposti oltre 90 dei suoi scatti. Completa la mostra un video in cui il curatore Luca Beatrice racconta al pubblico la sua  vita e le sue opere

“Andy non è morto, il 22 febbraio vogliamo fare un Funeral Party. Un party colorato, brioso e in pieno stile Andy Warhorl: un’artista che ha anticipato i tempi e che, oggi sarebbe senza dubbio molto presente sul web” ha dichiarato il curatore. E al “Funeral Party” di Andy Warhol potranno partecipare proprio tutti grazie a Trenitalia, vettore ufficiale dell’evento. La società infatti offre ai suoi clienti l’ingresso alla mostra con l’offerta 2×1 sul biglietto intero.

Alice Spoto