Vasilij Arkhipov: l’uomo che ha cambiato la storia dell’umanità

Anni ’60. Guerra fredda. Fino ad oggi si è pensato che la terza guerra mondiale fosse stata evitata dagli accordi fra Washington e Mosca in seguito alla crisi missilistica di Cuba. Ma nessuno si ricorda della figura di Vasilij Arkhipov, un militare russo che all’imminente scoppio della terza guerra mondiale, è riuscito, grazie alla sua determinazione e alle sue consapevoli scelte, ad evitare una catastrofe nucleare.

Vasilij nasce nel 1926 in un umile paese alla periferia di Mosca e quando la Russia entra in conflitto con il Giappone, nel 1945, imbraccia le armi per difendere la sua patria. Alla fine della guerra, entra nell’accademia navale del Caspio e prende servizio nella marina russa sui sottomarini.

E’ proprio su uno dei sottomarini russi che, la mattina del 4 luglio 1961, Vasilij ha avuto occasione di dimostrare la sua determinazione, facendosi così conoscere per il suo coraggio. Il sottomarino K-19 classe Hotel è l’avanguardia della tecnologia marina russa, il primo a propulsione nucleare, ma al suo interno si è riscontrato un problema: una falla ha fatto si che fuoriuscisse il liquido di raffreddamento del reattore. In questo modo, la temperatura del reattore è aumentata vertiginosamente e molto materiale radioattivo è stato disperso. Al largo della Groenlandia è difficile trovare qualcuno che possa soccorrerli, salvo una nave americana, ma in tempo di tensioni internazionali come erano gli anni ’60 sarebbe stato meglio non chiedere aiuto ai rivali Yankees

Gli ingegneri a bordo del K-19, insieme a Vasilij, cominciano a smontare e rimontare tubi e pezzi metallici per cercare di sanare la falla nel sottomarino. Nonostante l’equipe sia riuscita a costruire un rudimentale sistema di raffreddamento e salvare il sottomarino dall’esplosione, 8 persone morirono a causa delle radiazioni, fra cui lo stesso Vasilij nel 1998.

Durante gli anni Sessanta, Vasilij e i suoi compagni hanno dovuto affrontare anche i problemi legati all’embargo economico di Cuba. Quando Kennedy ha parlato al mondo e agli USA, si è mostrato intransigente nei confronti dell’atteggiamento dei russi: se questi avessero tentano di rompere il blocco di Cuba, sarebbe stata mossa loro la guerra. Proprio il 27 ottobre ’62 un velivolo U2 statunitense viene abbattuto dai cubani con il supporto sovietico (Kennedy sapeva che Castro non disponeva dei mezzi adatti per poter distruggere l’aviazione USA). E’ stata proprio questa l’occasione che avrebbe permesso lo scoppio della guerra fra i due blocchi internazionali.

Mentre il rischio di una vera e propria strage nucleare incombe, Vasilij si trova al largo di Cuba in un sottomarino B-59 classe Fortex, uno dei 5 incaricati di forzare l’embargo USA e stabilire una base sottomarina sulla grande isola caraibica. Questi sottomarini però non ricevono più messaggi da Mosca sin dalla loro partenza. Gli ufficiali sanno però che da un giorno all’altro sarebbe potuta scoppiare una nuova guerra ed erano dunque pronti a rispondere al fuoco nemico di tutto punto!

All’improvviso si abbattono sul sottomarino dei colpi da parte di navi americane: sopra di loro ben 11 cacciatorpediniere hanno localizzato il B-59! In risposta all’attacco, gli ufficiali del sottomarino decidono di utilizzare armi nucleari come stabilito, in caso di emergenza, dal governo moscovita prima della loro partenza. Ma a questa decisione Vasilj si oppone. Mosca avrebbe permesso l’utilizzo di testate nucleari solo se entrambi gli ufficiali fossero stati d’accordo. Il parere di Vasilj, dunque, non sarebbe dovuto neppure essere preso in considerazione, ma Arkhipov era l’ufficiale in seconda dell’intera flottiglia, il che gli ha conferito una rilevanza non indifferente nella missione. Inoltre, la sua opinione è prevalsa anche grazie alla credibilità che si è guadagnato stando sul K-19 al tempo della crisi nucleare al largo della Groenlandia.

Seguendo la linea decisionale di Vasilj, il sottomarino emerge fra la flotta statunitense ed è costretto a tornare in Russia. La crisi di Cuba viene così scongiurata, i russi ritiranoi missili e gli Stati Uniti ritirano i propri dalla Turchia.

Quindi l’elusione della terza guerra mondiale è stata decisa, lo si può proprio dire, in un sottomarino B-59 al largo dei Caraibi. Se quel missile fosse partito e avesse colpito i cacciatorpediniere USA, il secondo Novecento avrebbe conosciuto i drammi di una terza guerra mondiale di proporzioni ancora più apocalittiche delle precedenti.

Vasilij: un eroe dimenticato, una decisione importante, un militare russo di cui nessuno si ricorda che ha contribuito ad evitare lo scoppio della guerra fra NATO e URSS negli anni di tensione della guerra fredda. Una lezione di come la storia sia fatta di grandi e piccoli uomini.