Intervista Valentina De Meo – Una passione, un obiettivo, un lavoro

Ognuno di noi ha sognato, almeno una volta nella vita, di fare della propria passione il proprio lavoro. Vivere di ciò che ci entusiasma, ci riempie le giornate e che spesso pervade la nostra mente. Ma che cos’è una passione e come nasce? Beh, la risposta non è affatto semplice e chiama in causa una buona parte della filosofia e della psicologia degli ultimi secoli. Tuttavia talvolta basta poco ad accendere quella fiammella di desiderio, una frase letta su un libro, un’immagine, un regalo, qualcosa che ci spinge irrefrenabilmente a perseguire una strada. Questo è accaduto anche a Valentina De Meo.

Classe 1986, caparbia e sognatrice, ha creduto fino ai 18 anni che sarebbe diventata veterinaria. Una strada già solcata dal nonno paterno, dedito alla cura degli animali e appassionato di fotografia. Ma talvolta amare troppo ci rende vulnerabili. Infatti, come lei stessa ha dichiarato, “l’amore smisurato per gli animali mi ha impedito di proseguire in questa strada tanto difficile per chi, come me, è troppo emotivo”.

Esclusa la facoltà di veterinaria, si è trovata in un vicolo cieco. Il rimpianto di una scelta guidata certamente da qualcosa di diverso dalla passione si è concretizzato in queste parole che, seppur lapidarie e leggermente apocalittiche, hanno risuonato nella mia mente: “E presi la decisione più sbagliata di tutta la mia esistenza”.

Pochi mesi più tardi la scelta: la facoltà di Economia e Diritto, un indirizzo molto pragmatico e dedito al rigore, decisamente lontano da quella vocazione iniziale che sentiva per la natura. Privata della sua creatività, ha presto sentito il bisogno di evadere, sopraffatta dallo sconforto di una facoltà che non abbracciava i suoi interessi.

Poi, inaspettato, un regalo ha cambiato tutto. Era una Canon 350D, una macchina fotografica rivoluzionaria a quei tempi con addirittura 8 megapixel! Abituata com’era, con compatte a rullino, l’arrivo della macchina digitale fu straordinario.

E questo è stato il momento della svolta, una svolta di cui lei stessa non era a conoscenza, ma radicale verso il mondo della fotografia.

Quando gliel’ho chiesto, Valentina ha voluto precisare: “Non vedetemi come una già in super fissa con la fotografia. Della fotografia non me ne fregava niente in realtà, sono sincera, non sapevo neanche cosa fosse. Ho sempre fotografato, questo sì, ma più come istinto che per passione. Fotografavo nelle gite scolastiche, fotografavo perché mio padre fotografava, fotografavo perché adoravo la sorpresa di quando si andavano a ritirare le fotografie e si guardavano per la prima volta tutti insieme attorno al tavolo prima di metterle negli album, fotografavo perché…boh!

Quindi quando mi regalarono questa 350D, continuai a fotografare per istinto, per evadere da quello che non mi piaceva e, pur di non studiare economia, iniziai a studiare fotografia. Quella vera, con la F maiuscola!

Fotografavo le amiche, le amiche delle amiche. Qualcuna aveva bisogno delle foto perché voleva provare a fare la modella e cosi gliele facevo io, e gira che ti rigira le mie foto arrivarono in qualche agenzia di modelle, piacquero e venni contattata per iniziare a fare i book!”.

Uno dei momenti più difficili è stato il dover comunicare alla famiglia l’intenzione dei lasciare gli studi per inseguire il sogno della fotografia, il sogno di una carriera da professionista. Alla base c’era anche un istinto di rivalsa, la voglia di dimostrare che era pronta ad assumersi le proprie responsabilità nell’intraprendere un progetto per il quale aveva già seguito dei corsi.

Ma, come spesso accade, non fu così semplice. Il compromesso fu quello di poter abbandonare economia, ma solo a condizione di trovare un’altra facoltà. E fu così che iniziò il suo periodo a “Culture e tecniche del costume e della moda” una facoltà che esercitava un certo fascino, quantomeno perché aveva un nome molto sonoro e persuasivo. Un’altra scelta per dovere, per assolvere un compito, ma priva di entusiasmo. Stessa storia, stesso risultato.

“Abbandonai, e, a 23 anni ancora da compiere, aprii il mio studio e la partita iva! Da lì cambiò tutto. Cambiai io. Mi sentivo un fuoco, un vulcano! Book, ritratti, cataloghi, pubblicità, editoriali e via dicendo fino ad adesso! Il cerchio è sempre lo stesso e vi dirò, mi piace molto come gira!

In questi anni ho fatto tante cose, ho vissuto anche a Milano, per un periodo, nel 2013 per poi rientrare a vivere a Bologna perché ci sto meglio!

Il 2015 però è stato un anno impegnativo. La perdita di una persona cara, benché prevista, è sempre causa di dolore, un dolore però tanto acuto e duraturo da non poter mai essere preventivato. Un dolore che ha rappresentato una battuta d’arresto alla fase creativa.

Ma nella primavera del 2016 Valentina è rifiorita, più carica e creativa di sempre.

In modo del tutto naturale ha riscoperto colori e pennelli, e ha ripreso a dipingere. L’entusiasmo che anima la sua vita vibra nelle sue parole e traspare in modo evidente dalle sue foto e dipinti.

E per un po’ di mesi ho perso la mia creatività, fino a quando, in aprile 2016, ho ripreso in mano colori e pennelli, cosi, senza pensarci. E mi sono messa a dipingere. E piano piano tutto è riesploso, la tavolozza reale e mentale si è riempita e tutto è magicamente ripartito. Nella mia testa e fuori! 

Adesso porto avanti di pari passo fotografia e pittura. E sento di aver trovato il giusto completamento della mia fotografia. I volti che tanto amo scattare, poi li traduco in acrilici o in acquerelli e completo così il mio lavoro da fotografa. Sì, adesso mi sento completa. Forse meglio dire più completa, perché non ho la certezza di esserlo ancora del tutto! 

Una storia fatta di passione, di ostacoli e di creatività, la storia di un successo arrivato con tenacia e perseveranza, la storia di un esempio che potrebbe e dovrebbe illuminare, a mio giudizio, le scelte di tanti giovani, in molti, ormai, sfiduciati o solo timorosi di imboccare, al bivio della loro vita, la strada della loro passione. Una strada tanto più erta e tortuosa, meno sicura e con sbocchi lavorativi incerti, ma che promette grandi soddisfazioni! Io vi esorto a tentare, a tentare di inseguire il vostro sogno, così che in futuro mai possiate avere il rimpianto di non aver nemmeno provato! Tentate come ha fatto Valentina. 

Ringraziamo Valentina De Meo che ha gentilmente concesso a noi di Socialup un’intervista.

Come è nata la tua passione per la fotografia?

In realtà non ho mai “deciso” di diventare fotografa, è una cosa che ho sempre avuto dentro senza mai rendermene conto.

Finito il liceo, dovevo scegliere cosa fare della mia vita e mi sono trovata di fronte ad un muro. Sicuramente è stato un periodo complicato, difficile, confuso… Anche perché non avevo ancora “accettato” la fotografia come parte integrante della mia vita.

Tutto è cominciato per caso. Senza rendermene conto era diventata la mia valvola di sfogo, il mio modo di tirare fuori le turbe che mi dava il non saper scegliere la strada da percorrere.

Avevo tra le mani la mia prima reflex digitale, la Canon 350D, e, dopo anni passati a fotografare con compatte con il rullino, mi incuriosiva tantissimo questo nuovo universo. Ho iniziato a studiare la tecnica e, poiché lo studio mi ha sempre annoiato (in qualsiasi campo!), ho presto incominciato a sperimentare. Fotografavo le amiche che si divertivano a posare per me e provavo, provavo…

Dopo aver seguito vari corsi di tecnica base e di studio fotografico, ho fatto per un periodo di tempo l’assistente, e ho deciso di dedicare la mia vita a questa grande arte… Ed eccomi qua, quasi otto anni dopo quella prima reflex digitale!

Cosa vuoi che esprima una fotografia?

Sicuramente quello che ricerco nelle fotografie che scatto sono le emozioni. Quindi mi piacerebbe che ogni mia fotografia trasmettesse un’emozione. Chiaramente il discorso si fa diverso, o quasi, quando si parla di fotografia commerciale. In quel campo devo sì riuscire a far trapelare un’emozione, ma deve essere principalmente il messaggio che il cliente vuole veicolare attraverso il suo prodotto!
Come sei riuscita a fare della tua passione un lavoro?

Tanti sacrifici, moltissima tenacia e sicuramente anche un pizzico di fortuna mi hanno aiutata!

In generale quali sono i tuoi soggetti favoriti?

Amo la figura femminile, il volto in particolare, per questo fotografo essenzialmente donne. Mi piace trovare la versatilità di un volto e combinarlo nei modi più stravaganti per trovarne sempre una bellezza diversa. Se date un’occhiata alla mia galleria troverete un bel po’ di fotografie beauty con il volto della modella dipinto! Mi piace ispirarmi all’arte e trasportarla nella mia fotografia!

Ho visto che ti piacciono molto i ritratti. Perché?

Una risposta precisa forse non c’è! Posso dirti che li ho sempre fatti, sono nata con quelli! Come dicevo prima mi piace molto il volto, la sua anatomia, come cattura la luce, le ombre che lo disegnano…non ci sarà mai una faccia uguale all’altra. Allo stesso modo gli occhi, non troveremo mai nessuno sguardo uguale all’altro, non comunicheranno mai allo stesso modo anche la stessa cosa. Questa ricerca di diversità mi affascina, trovo che esalti la bellezza di ogni volto, mi intriga. E forse è per questo che mi focalizzo sempre molto sul viso.

Qual è il tuo stile? A chi ti piace ispirarti? Hai anche altre passioni?

Penso che il mio stile possa essere definito semplice, pulito e colorato. Infatti non fotografo praticamente mai in bianco e nero! Mi piace molto l’arte, in particolar modo la pittura e le sue correnti artistiche. Mi ispiro a vari pittori a seconda del mio mood artistico del momento. Sono follemente innamorata del Caravaggio, ma quale sciocco fotografo non lo sarebbe? Mi piacciono molto gli impressionisti, Monet in particolar modo. E via dicendo.

Questa passione per l’arte l’ho sviscerata non solo in fotografia ma anche in pittura perché è da quasi un anno che ho ripreso a dipingere: dipingo le mie fotografie, o meglio, creo impressioni fotografiche su tela! Le potrete vedere su www.fotoimpressionismo.it

Hai seguito dei corsi di fotografia? Ritieni che siano necessari per chi si voglia dedicare a questo lavoro?

Quando ho incominciato ad avvicinarmi alla fotografia non andava cosi di moda come adesso per cui c’erano molti meno corsi e pochissime scuole valide. Io ho frequentato due corsi, uno di base e uno di studio fotografico, poi ho fatto l’assistente per un breve periodo e successivamente ho aperto lo studio e la partita iva. Sicuramente la formazione è importante, come in ogni campo, ma essendo la fotografia un’arte, non penso che frequentare un corso sia fondamentale. Si può diventare dei bravi fotografi anche da autodidatti!

Hai collaborato con numerose riviste. Quanto contano i social per le collaborazioni?

Mi viene da incominciare sempre a risponderti con il “quando ho iniziato io” che sembra un sacco di tempo fa anche se sono solo sette anni, ma in realtà è cosi! La verità è che si è verificata una totale rivoluzione digitale! Quando ho iniziato io i social non esistevano, o meglio c’era MySpace, c’era un Facebook embrionale, niente a che vedere con la vastità di possibilità virtuali che ci sono ora! Quindi, per come mi sono avvicinata io alle riviste, i social non mi sono serviti. Il contatto e la ricerca era sempre tramite email e portfolio – digitale o cartaceo. Ora che tutto è cambiato, invece sì, penso siano fondamentali! All’inizio l’idea che contassero più i followers e likes che la vera bravura mi mandava letteralmente fuori di testa, ma piano piano ho capito. Ho capito che è cambiato completamente il sistema commerciale e forse è anche giusto cosi! Quindi mi ritengo una grande sostenitrice dei social e li uso anche parecchio! Soprattutto Instagram che penso sia davvero una grande rivoluzione per quanto riguarda la comunicazione sia editoriale sia commerciale!

Quali suggerimenti ti sentiresti di dare ad un giovane aspirante fotografo?

In un oceano pieno di pesci bisogna cercare di essere un po’ delfini e un po’ squali! Cercare sempre di comunicare, di inventare! Crearsi il proprio stile è fondamentale per uscire dalla massa! Certo, adesso sembra che fare le cose tutte uguali agli altri, essere tutti cloni di chi ha più influenza sui social e via dicendo sia la strategia giusta per diventare qualcuno. In realtà, secondo me, non è così. Anche questo è un periodo storico che muterà presto, forse più velocemente di quei primi cambiamenti che ho vissuto io. Per cui consiglio appunto di trovare se stessi, di essere la voce fuori dal coro. Di avere tenacia e costanza. Magari i risultati si vedranno non nell’immediato. Ma quello che conta è fare storia, non esistere solo nel presente! Non trovate?!

Quali sono i tuoi sogni per il futuro?

Sogno di continuare a fare quello che faccio. Sogno di continuare a sognare! Sempre più in grande…per quanto possibile! 😉

Continuate a seguire Valentina su Instagram @valentinademeo e sul suo sito!

Valentina Seveso