Un Nobel per la Pace per allontanare lo spettro di una guerra nucleare

Come ogni autunno, anche quest’anno il Comitato per il Nobel norvegese, composto da 5 persone scelte dal Parlamento della Norvegia, ha annunciato i vincitori del Premio Nobel 2017.  Dopo la sorprendente scelta di Bob Dylan, Premio Nobel per la letteratura 2016, anche in questa edizione il Comitato ha spiazzato tutte i pronostici, assegnato il Nobel per la Pace all’ Ican, la Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari.

Organizzazione non-profit nata nel 2007 e che raccoglie 406 organizzazioni partner in 101 Paesi, l’Ican ha ottenuto il più importante e prestigioso riconoscimento per “il suo ruolo nel fare luce sulle catastrofiche conseguenze di un qualunque utilizzo di armi nucleari e per i suoi sforzi innovativi per arrivare a un trattato di proibizioni di queste armi”. 

Fin dalla sua nascita, infatti, questa organizzazione ha accompagnato e promosso tutta una serie di iniziative a partire dalla successione delle tre conferenze (Oslo, Nayarit e Vienna) sulle spaventose e ingestibili conseguenze umanitarie di ogni esplosione nucleare sulle popolazioni e le infrastrutture delle città e sul rischio crescente di una guerra nucleare anche solo per errore, per incidente o per sabotaggio. Si tratta di un imponente opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di pressione sui governi. Una Campagna che proprio il 7 luglio scorso ha raggiunto il risultato di veder approvato, dall’Assemblea delle Nazioni Unite il Trattato internazionale di interdizione delle armi nucleari che vieta l’uso ed il possesso delle armi nucleari.

Il Trattato è stato sempre osteggiato, sia prima che dopo l’approvazione, dai Paesi che hanno le armi nucleari, per il semplice motivo che vengono dichiarate fuorilegge. Ora, con il Premio Nobel, i governi non hanno più scuse, possono trovare il coraggio di mettere in pratica quanto previsto dal Trattato stesso“, ha dichiarato Francesco Vignarca, coordinatore della Rete disarmo. Un processo lungo e difficile quello intrapreso dall’Ican, ma indispensabile per la vita di ogni cittadino del mondo. Molti sono gli Stati firmatari del Trattato, ma come spesso accade, all’appello mancano le grandi: Stati Uniti, la Corea del Nord, la Grand Bretagna ed altri. Tuttavia l’Ican fa sapere che non cesserà la sua attività, e solleciterà i governi a porre fine alla produzione di armi nucleari.

In un periodo incerto come questo, in un clima perenne di tensioni e minacce tra Corea del Nord e USA, con il braccio di ferro fra Teheran e Washington sul trattato sul nucleare iraniano, il Nobel per la pace alla Campagna internazionale per la messa al bando delle armi nucleari appare ancora più significativo. Una speranza per il pianeta, una legittimità per chi lotta per la pace, ma anche una grande fierezza e un forte incoraggiamento per tutti i membri di Ican e non solo.