Un altro Galileo cambierà il nostro mondo

di Maurizio Ursino per Social Up

Immaginate un sistema di navigazione e localizzazione satellitare interamente concepito per usi civili in grado di offrire un’accuratezza inferiore ai 10 centimetri nel posizionamento, una precisione mai raggiunta prima. Un sistema non soggetto alle limitazioni o interruzioni tipiche di altri sistemi pensati per scopi militari, a cominciare dal GPS americano. Con potenzialità di impiego straordinarie, in quasi tutti i settori. Energia, trasporti terrestri marittimi e navali, sicurezza, agricoltura, finanza: un ventaglio di applicazioni quasi illimitato e di una portata tale da rivoluzionare il modo stesso in cui concepiamo certi modi di vivere e alcuni dei servizi cui oggi siamo più abituati.

Questa, in estrema sintesi, è la mission del programma GALILEO, che, avviato ufficialmente nel 2003 – ma concepito molto prima – dall’Agenzia spaziale e dall’Unione europea con l’importante contributo dell’ASI, è in fase di dispiegamento. Un progetto straordinariamente ambizioso, quindi. Ripercorriamone brevemente la storia. Attualmente, l’unico sistema di navigazione satellitare e posizionamento globale effettivamente in funzione è il GPS (Global positioning system) concepito negli Stati Uniti a scopi militari negli anni Settanta. Esiste anche un analogo ex sovietico, il GLONASS, il cui sviluppo è stato a lungo interrotto: ma l’Agenzia Spaziale Russa lo ha recentemente ripreso e al momento è in fase di completamento. Il GPS consiste di 32 satelliti in orbita MEO (Medium Earth Orbit) su sei differenti piani orbitali, alcuni dei quali in disuso e altri di riserva. È operativo dal 1978 e disponibile per tutto il mondo dal 1994. La necessità di pensare a un sistema di navigazione alternativo, benché compatibile col GPS, è insita dalla natura stessa di quest’ultimo. Nato per garantire la navigazione dei missili intercontinentali a testata nucleare portandoli sopra l’obiettivo con una approssimazione di circa 100 metri, il GPS – benché utilizzato col tempo anche per scopi diversi – resta essenzialmente uno strumento di tipo militare.

 L’uso civile impone invece standard di precisione mediamente molto più accurati e non può contemplare interruzioni o limitazioni dei servizi legate a esigenze belliche di qualsiasi tipo. A regime, GALILEO consisterà di trenta satelliti (27 operativi e tre di riserva) orbitanti su 3 piani inclinati sull’equatore (MEO, Medium Earth Orbit circolare) a 23.222 km quota. La Commissione UE ha già assegnato gli appalti per la parte infrastrutturale: al momento la spesa prevista è di circa 3,4 miliardi di euro. Il programma di lancio, con razzi Soyuz e Ariane, è iniziato il 21 ottobre 2011 con la partenza dei primi due satelliti dalla base di Kourou nella Guyana Francese ed è proseguito con la messa in orbita della seconda coppia, IOV3 e IOV4, a ottobre 2012. I primi quattro satelliti costituiscono la configurazione minima necessaria per poter validare il segnale (fase “IOV”, appunto). Sarà così possibile cominciare a fornire i primi servizi di navigazione e procedere a testare la piena funzionalità dei segmenti spaziali e di terra. Ad agosto 2013 è iniziata: fase di sperimentazione del PRS (Public Regulated Service), un servizio di alta precisione pensato per fornire dati posizionamento per lo sviluppo di applicazioni sensibili, destinato ad utenti espressamente autorizzati dai governi nazionali. Belgio, Francia, Italia e Regno Unito hanno recentemente eseguito i test di acquisizione indipendente. L’Italia, è l’unico paese ad aver sviluppato un proprio ricevitore, che ha confermato durante i test la fruibilità del segnale sulla base delle specifiche fornite da ESA.

I SATELLITI N 5 e 6 della costellazione sono stati lanciati con un vettore Soyuz dallo spazioporto europeo di Kourou nella Guyana francese alle 12:27 GMT (14:27 CEST, 09:27 ora locale) del 22 agosto 2014. Subito dopo le prime verifiche è risultato che i due satelliti si sono posizionati su un’orbita leggeremente più bassa rispetto a quella prevista, ma sono stati regolarmente acquisiti dai sistemi del centro di controllo ESOC dell’ESA. Il 27 marzo 2015 sono stati lanciati i satelliti 7 e 8. Il lancio è avvenuto con un vettore Soyuz Fregat dalla base ESA di Kourou. Si è trattato della quarta coppia di satelliti del sistema Galileo ad essere inviata nello spazio. Ora si trovano in orbita a circa 23.500 km di quota.

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