Tutto quello che avreste voluto sapere sulle sedute spiritiche

Cosa c’è dopo la morte? Questa è forse una delle domande più frequenti che ci poniamo nel corso della nostra vita. Purtroppo tuttora non esiste alcuna risposta sensata, ma possiamo fare delle piccole riflessione in base all’esperienze vissute. C’è capitato spesso di sentir parlare di sedute spiritiche, questo è un modo, per provare o meno l’esistenza di una seconda vita dopo la morte.

Per saperne di più, bisogna tornare indietro nel tempo quando due piccole bambine le sorelle Katherine e Margaret Fox insieme alla famiglia si trasferirono nel piccolo paese di Hydesville, nello stato di New York. Era gente semplice e senza pretese, che andava a vivere in una modesta casa di campagna. Una situazione fin troppo normale per poter pensare agli incredibili avvenimenti che li attendevano sul fronte del mistero. Oggi c’è una lapide, una grande lapide sulla piccola casa di Hydesville. Sulla lapide, una scritta ricorda che in quel luogo nacque lo spiritismo. In quel luogo nacque anche l’idea della medianità e quella eccentrica disciplina che, successivamente, si chiamò “ricerca psichica”. I fatti cominciarono nel 1848. Inseguendo rumori strani che sembravano venire dai muri della casa, le sorelle Fox improvvisarono una specie di gioco al tavolino. Nacquero le “sedute spiritiche”. Le sorelle Fox evocarono lo “spirito” di un defunto che diceva di essere stato inquilino in quella casa. Diceva pure di essere stato assassinato anni prima in quel luogo. Parecchio tempo dopo, nell’intercapedine di un muro, nella casa “maledetta” di Hydesville, si trovò veramente lo scheletro di un uomo.

Esistono vari metodi per “contattare” le anime trapassate. I fenomeni spiritici si possono catalogare in due diverse categorie: i fenomeni che si realizzano nella persona stessa del Medium o al suo contatto ed i fenomeni che si realizzano al di fuori del Medium e senza contatti con la sua persona. I primi fenomeni comprendono: i movimenti di oggetti, che avvengono al contatto con le mani, senza impulsi coscienti delle persone che partecipano alla seduta. Ed è questo il fenomeno più facile da ottenere: è sufficiente che un gruppo di 4 persone si riunisca attorno ad un tavolo leggero, le mani nude in cerchio su di un piano e rapidamente spesso alla prima seduta, il tavolo si anima, produce scricchiolii, ruota, si solleva con uno o più dei suoi piedi, esegue i movimenti che sono compatibili con la sua struttura, obbedisce agli ordini che gli si danno. Esiste poi la medianità vocale, l’incorporazione e la trasfigurazione. Nella medianità vocale la comunicazione avviene attraverso la voce del medium: timbro vocale, espressioni, idiomi e conoscenze non appartengono al Medium e sono invece quelli del defunto che vuol parlare attraverso gli organi del medium stesso. Durante lo svolgimento dell’esperienza, il medium è in trance e l’incorporazione e la presa di possesso, da parte dello spirito, del corpo del medium avviene senza che quest’ultimo se ne renda conto. Il termine “trance” che ha le sue radici nel latino significa “transire” ciò passare, viene dalla lingua inglese ed è traducibile con il concetto di estasi ed indica quello stato particolare in cui si trovano i soggetti dotati di capacità a realizzare le manifestazioni paranormali.

L’entrare in trance per un medium non è semplice: sono un rapporto o contatto con una dimensione differente o, comunque, con una diversa visione della realtà. Nello stato di trance interviene nel soggetto una modificazione, talvolta parziale, ma il più delle volte completa, della personalità che risulta differente da quella originaria, personalità che può alternarsi e modificarsi nel corso di ulteriori esperienze.

Talvolta questo stato lo si raggiunge attraverso una predisposizione naturale, talvolta in seguito ad una tecnica di autoipnosi, ma certamente la forma più completa è quella della concentrazione. Che cosa avvenga nella psiche del medium non è facile comprenderlo: inoltre tutto viene da lui dimenticato al suo risveglio. Si ritiene comunque che sfuggendo ai legami della materia fisica, riaffiorino le capacità o le facoltà dello spirito e che queste ultime riprendano le loro possibilità di uso. Che cosa avvenga in uno stato di trance, quando si determina un processo di incorporazione, non lo sappiamo. Sta di fatto che questo quesito pone l’attenzione su una fase importantissima del rapporto spiritico: l’interrogativo è se, durante lo stato di trance, il Medium incorpori effettivamente l’entità dello spirito, o quest’ultimo agisca sul Medium attraverso un’azione di tipo telepatico, come nel caso della trasmissione di pensiero.

Occhio: perché con queste cose non si scherza.

redazione