Torino: via Luini rinasce grazie alla Street Art

E’ il caso di dirlo: monotonia e tradizione sono sì sinonimo di sicurezza e uniformità, ma a volte è più che giusto riuscire a romperne gli equilibri, per lasciarsi così sorprendere dal dinamico susseguirsi degli eventi. Il capoluogo piemontese deve aver colto in primis la portata di questo principio, tanto da decidere di donare un po’ di brio alle noiose e anonime strisce pedonali. “E’ solo di questo che si tratta?”, vi stareste sicuramente chiedendo, bé in fondo i grandi cambiamenti iniziano dalle piccole cose. Così, sulla scia dell’esempio di Londra e Madrid e in occasione della recente festa di quartiere che ha interessato via Luini, le strisce per i pedoni si sono tinte di diversi colori, dal rosso all’azzurro, dal giallo al bianco dando ufficialmente inizio al libero sfogo dell’interpretazione artistica nell’attraversamento stradale! L’idea, non completamente nuova di zecca, traduce praticamente la volontà di cittadini e commercianti di non volersi piegare all’inarrestabile crisi economica e di esser pronti a lottare e battersi per impedire la chiusura di quelle saracinesche che rappresentano molto più di ciò che sono. È proprio tosta qui, in effetti. A via Luini, nel quartiere Lucento, il 20% degli esercizi commerciali ha chiuso i battenti. E proprio su quelle saracinesche, un po’ come augurio per scacciare via la crisi, sono stati dipinti murales e disegni coloratissimi. Dalle decorazioni in strada, a quelle che invadono le serrande dei negozi; cosa c’è di più innocuo di un tocco di colore? Tranquilli, hanno pensato proprio a tutto. Se i vigili dovessero decidere di ricorrere alle multe, si appella alla loro bontà il presidente dell’associazione dei negozianti, Mauro Mattachini che, al contrario, crede che chiuderanno un occhio e si auspica “agevolazioni da parte della Città sulle autorizzazioni e magari un piccolo aiuto economico”.

Insomma, se le cose dovessero andare per il verso giusto, via Luini diventerebbe il primo viale street art della città, in ogni caso su di una cosa pare non ci siano dubbi:  per certi versi simbolo della periferia dimenticata, non è mai stata così bella e colorata.

Erminia Lorito