Social Up al Vinitaly: i pro e contro della 52esima edizione

La 52esima edizione del Vinitaly, la fiera internazionale del vino che si svolge a Verona. Dal 15 al 18 Aprile le vie della città di Giulietta si sono popolate di Wine lover, produttori ed esportatori  provenienti da tutto il mondo.

Noi della redazione abbiamo potuto osservare lo spettacolo dall’interno. Abbiamo messo il vestito elegante ed abbiamo passato 4 giornate nello stand di un noto produttore della Sardegna, Tenute Delogu, che ci ha ospitati. Ecco dunque le nostre impressioni dirette della manifestazione che ha visto scorrere fiumi di vino, le abbiamo suddivise in 3 pro e 3 contro.

PRO

  1. Inutile dirlo forse, il vino. Un salone internazionale dei vini e dei distillati che ha ospitato oltre 4200 produttori, ognuno con all’attivo diverse etichette. Una varietà di prodotti che eleva il territorio italiano. Il vincitore assoluto? La Vernaccia di Oristano DOC Riserva del 2004, del produttore Silvio Carta che ha ottenuto il punteggio maggiore sulla rivista “5 Star Wine”: 97.
  2. Eleganza. Sicuramente l’aumento del costo del biglietto ha influito sull’afflusso di quella parte di visitatori che consideravano il Vinitaly come un’occasione per inebriarsi tra le braccia accoglienti di Bacco e tuffarsi negli infiniti calici di vino offerti dagli stand. Questo non ha impedito l’improvvisazione di una meravigliosa festa in un distributore di benzina  che si è organizzato con tavoli, sedie e musica per accogliere tutte le persone che a fiera conclusa volevano continuare a divertirsi.
  3. Verona. L’ evento che si svolge da 52 anni viene ospitato nella magnifica Verona, città elegante e senza tempo, già di per sé una meta scelta dai turisti di tutto il mondo. Aggiungiamo che nei giorni della fiera si impreziosisce con il Vinitaly and the City, l’evento che porta la fiera anche all’interno della città. Per l’occasione Verona si anima con l’offerta di una moltitudine di eventi sempre inerenti al vino; anche se alla sua terza edizione la programmazione ha deluso un po’ gli appassionati che si aspettavano almeno dei veri calici di vetro al posto di una fedelissima riproduzione in plastica.

CONTRO

  1. Spostamenti. Nonostante l’organizzazione di navette gratuite con partenze ogni 15 minuti  da diversi luoghi strategici di arrivo (es. Aeroporto Catullo, Stazione Centrale Porta Nuova) i trasporti sono stati un gran problema. Treni al completo dalle maggiori città; ultimi posti da contendersi sui treni: solo business tickets con il Frecciarossa; per non parlare dell’uscita dallo stabile: diverse ore di attesa nel parcheggio centrale della fiera, tanto che molti visitatori hanno deciso di consumare la propria cena nel parcheggio in attesa che il traffico fluisse.
  2. I politici alla manifestazione. Un contesto un po’ fuoriluogo per la presenza di esponenti politici, sopratutto in un clima caldo come quello di questi mesi. Di Maio e Salvini vengono accolti con cori e richieste di selfie nella mattinata di domenica, quando noi eravamo in una lunghissima coda per l’entrata, accaldati e con trolley al seguito. Avremmo preferito un ospite musicale, avrebbe almeno alleggerito l’attesa.
  3. Le sputacchiere. Il Vinitaly è una fiera creata per far incontrare produttori ed acquirenti o esportatori. È chiaro che la degustazione dei vini non preveda il buttarli giù, anche perché a metà giornata avremmo visto orde di esportatori eseguire l’intrattenimento musicale che richiedevamo (vedi punto 2. ndr). Ma quando abbiamo scritto che abbiamo osservato lo spettacolo dall’interno non avevamo pensato di dover assistere allo spreco di tanto ben di Dio.
Aurora Erbì