Il Sistema Solare #2: Venere

Il secondo pianeta del Sistema Solare, subito dopo Mercurio per vicinanza al Sole, è Venere, spesso definita dagli astronomi “la sorella malvagia” della Terra. Venere, infatti, ha massa e composizione molto simili a quelle della Terra, ma un’atmosfera infernale: la pressione sotto le sue nubi è altissima (92 atmosfere) e l’anidride carbonica presente in enormi quantità è alla base di un effetto serra che lo rende il pianeta più caldo del Sistema Solare (la temperatura è sempre circa 460°C).

Venere presenta caratteristiche che lo rendono uno dei pianeti più curiosi e peculiari del Sistema Solare: è il pianeta con il moto di rotazione più lento tra tutti, un giorno (o una rotazione completa) su Venere  equivale a 243 giorni terrestri, mentre un anno ne dura 225 (in questo caso un anno dura meno di un giorno!). Inoltre, Venere è un pianeta retrogrado: la rotazione è in senso orario e non antiorario, quindi si vedrebbe il Sole sorgere a ovest e tramontare ad est (il solo altro pianeta a presentare questa caratteristica, vedremo, è Urano).

La sonda Magellano ci ha fornito informazioni importanti, è riuscita a mappare la superficie del pianeta nonostante la soffocante atmosfera: ci ha mostrato una superficie giovane, con pochi crateri e quindi geologicamente attiva; tuttavia, non sono presenti tracce di placche tettoniche come sulla Terra. Però, sono stati notati alcuni rilievi, a forma conica o cilindrica: si tratta di vulcani. La scoperta era già abbastanza significativa, tuttavia la Venus Express, missione ESA conclusa nel 2014 con lo scopo di monitorare l’atmosfera e la temperatura del pianeta, ha portato alla luce un altro particolare: erano presenti dei punti caldi e delle concentrazioni di anidride solforica e solforosa, proprio in prossimità di questi rilievi. Insomma, è stato scoperto che Venere presenta vulcani attivi! Questi, inoltre, sono molto simili a quelli terrestri per dimensioni e prodotti espulsi.

La domanda, adesso, è: quali sono i meccanismi che regolano l’attività di questi vulcani? Gli astronomi non hanno ancora una risposta precisa, dato che non ci sono movimenti tettonici o acqua sul pianeta. Tuttavia, la sonda giapponese Akatsuki è riuscita ad entrare in orbita nel 2015 e, nella migliore ipotesi, resterà attiva fino al 2020; non ci resta che aspettare altre informazioni su questo mondo misterioso!

redazione