Street Art Silos – Arte Mastodontica

Il gruppo dei Silos del porto di Catania, dal 21 giugno al 02 luglio 2015, è stato protagonista dell’importante progetto artistico corale “Street Art Silos”, uno dei più importanti appuntamenti del Festival I ART, il quale viene ideato e diretto da I World e da Emergence Festival 2015 con il  patrocinio del Comune di Catania.
In dieci giorni di tempo, gli otto artisti partecipanti hanno interpretato in maniera originale e alternativa i miti e le leggende della Sicilia con l’obiettivo di dare nuova vita e colore al gruppo di silos del Porto di Catania, proprio grazie all’utilizzo di una nuova forma di arte, quale la Street Art.
In poco tempo, il porto si è trasformato in un particolare e colorato teatro d’arte contemporanea che diventa sfondo al giornaliero trantràn di barche, navi da crociera e traghetti. Non bisogna dimenticare anche il fondamentale intento di promuovere l’arte contemporanea sul territorio regionale.

Gli artisti che hanno aderito al progetto sono: OKUDA (Spagna), ROSH333 (Spagna), MICROBO (Italia), BO130 (Italia), VLADY ART (Italia), DANILO BUCCHI (Italia), INTERESNI KAZKI (Ucraina) e infine VHILS (Portogallo).

Inoltre, è stato realizzato un documentario con la regia di Diego Ronsisvalle che racconta l’intero percorso del progetto, dalla fase embrionale alla costruzione fisica dell’opera. Il film è stato venduto a Rai 5 e sarà trasmesso nel 2016.

 

Per conoscere meglio la natura di questa azione pittorica collettiva, ho intervistato uno dei partecipanti; lo street artist catanese Vlady Art, noto protagonista della scena artistica urbana di Catania e non solo.
A: Com’è nato il progetto di Street Art Silos, per la valorizzazione dell’area portuale?
Raccontaci come si è svolto e la tua partecipazione diretta.
V: L’iniziativa nasce grazie all’incontro fruttuoso di autorità portuale, Comune di Catania, proprietà dei Silos, Emergence festival e I ART. Io sono stato voluto per due ragioni: la prima è che sono catanese, la seconda è che avevo già partecipato agli eventi di street art di Emergence a Giardini Naxos. Ho quindi giocato il ruolo d’artista di casa, accanto ad altri artisti che operano abitualmente lontano da qui. Il line up però era di tutto rispetto e continuerà ad esserlo: in ottobre i Silos lato mare verranno firmati da Whils, un’importante artista che usa il bassorilievo per rappresentare grandi ritratti. Dunque, io ho partecipato alla prima sessione, dei Silos fronte città. Ammetto che è stata una grande fatica e un enorme lavoro, ma rimarrà nella memoria. Ancora non ho finito di ammirarlo o di comunicarlo.
A: Come giudichi questo progetto? Ci sono degli aspetti che ti senti di criticare?
V: Chiaro, tutto è criticabile se solo lo si vuole. Non possiamo pensare che un’iniziativa così, senza precedenti in città, sia una macchina perfetta. Per esempio, il lato economico: molte voci di spesa non sono state né coperte né contemplate. Abbiamo quindi un po’ tutti dovuto tirare la cinghia. Un evento così, per farlo bene e senza risparmi, sarebbe dovuto costare molto di più, ma questo non toglie nulla alla sua potenza.
A: Cosa volevi comunicare con il tuo murales?
V: Anche quando dipingo, io preferisco parlare di “intervento”.
Il mio non è un dipinto, ma un grosso intervento site specific. Spero che sia abbastanza leggibile: sono tre barattoli che contengono fantasia e surrealtà. Siamo in un porto commerciale, tra container e silos carichi di merce; pensare a delle conserve è inevitabile.
 A: Parliamo adesso della tua personale concezione dell’arte.
 Da dove prendi ispirazione e chi sono i tuoi modelli artistici? 
V: Sono – rispetto a molti altri artisti urbani – davvero poco pittorico e molto più concettuale. A dirla tutta, non sono affatto noto per i grandi murales, anche se posso senza dubbio esprimermi così. Io sono più a mio agio negli interventi e nelle azioni. Improvvisazione e situazionismo sono le mie parole d’ordine. Tendenzialmente, faccio ricerca e non la facile street art coccolosa e presa in prestito da qualche pagina di Facebook.
Non ricerco gattini e bambini, con i quali strappare un like.
Non disegno; ho pure smesso di dipingere in casa. La mia arte è una riflessione intellettuale. Certo, ci sono mille eccezioni e distinguo, però sono più un artista della parola che del colore. I miei modelli artistici? Mmm… stanno nell’arte, sono troppi per essere citati. Quelli del Novecento sopratutto.
A:Come cerchi di valorizzare gli spazi urbani di Catania?
V: Ecco, io non lo cerco affatto. Se succede non lo so, diciamo che è capitato. Se mi ponessi il target della rigenerazione, dovrei spingere tutt’altro genere: più decorativo, seduttivo, amabile e il più permanente possibile: ma avete presente quanto durano in genere i miei interventi? Una mezza giornata. Ciò nonostante, arrivo lo stesso a moltissima gente.
A: Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici?
V: Non sono a conoscenza di progetti e impegni con largo anticipo. Qui è tutto in divenire. è una vita molto dinamica. Continuerò a essere Vlady, a far cose molto fuori dalla comune street art o dei graffiti on the wall. Sto accettando oggi anche le grandi superfici, ma dire no a dei silos è praticamente impossibile. Tra pochi giorni partirò per la Grecia. Mi aspetta una serie di lavori e incontri in un’altra zona calda per l’emigrazione. Sarò ad un tiro di schioppo dalla Bulgaria e dal corridoio d’accesso per l’Europa centrale.
Alice Spoto