Shoefiti: occhi al cielo per le scarpe…volanti

Appese ai cavi della luce, agli alberi, ai lampioni o ai cancelli…scarpe di ogni tipo, marca, da uomo, da donna o da bambino. Con i lacci annodati tra loro, le calzature vedono letteralmente lanciate sui cavi della luce o del telefono cosicché rimangano appese, come un balocco sull’albero di Natale.

Direttamente dagli USA, ha ormai preso piede (in tutti i sensi) in tutto il mondo: lo chiamano shoefiti, dalla parola “shoes” (scarpe) e “graffiti”‘, termine che in italiano potremmo tradurre come scarpe volanti.

Rispetto ai graffiti, però, va sottolineata una differenza: se i graffiti nascono come segno di protesta contro la società  nelle zone più degradate delle città, dello shoefiti non si può dire altrettanto.

Le scarpe appese si possono vedere in quartieri universitari, nei centri storici, nei parchi, vicino alle chiese, non necessariamente in zone malavitose. Secondo alcuni sociologi, potrebbe trattarsi di persone spinte dalla volontà di creare interazione tra cittadino e città, di lasciar una traccia del proprio passaggio in una zona, con la stessa logica dei graffiti e degli stencil.

Com’è nato il fenomeno?

I migliori sociologi si sono dibattuti per capirne le origini e il significato, senza venirne mai definitivamente a capo.

Una delle ipotesi condivise è che lo shoefiti sia nato dall’imitazione di un rito in voga presso alcuni corpi militari per festeggiare la fine del servizio.

Questa usanza, maturata anche ai bordi delle grandi città, viene ora interpretato come un “segnale in codice” lasciato da spacciatori di droga per comunicare la loro presenza in zona. Alcuni dicono che appendere le scarpe ai fili serva come segnalazione di luoghi dove vi è spaccio o consumo di droghe.

Altri sostengono che questa pratica sia usata dalle gang per commemorare un loro membro vittima di un omicidio o per delimitare i loro confini.

A seconda del colore o del modello della calzatura, potrebbe anche segnalare luoghi dov’è possibile compiere furti in diversi momenti della giornata.

Per i più poetici,tutte queste teorie lasciano il posto alle interpretazioni più romantiche, come quella fornita dal regista Tim Burton nel film “Big Fish” in cui le scarpe volanti simboleggiano la ricerca della felicità.

Ed è così che i più tristi angoli grigi e anonimi delle Big City si colorano di vivaci sneakers il cui buffo e ed inaspettato penzolare riesce a stupire e divertire grandi e piccini.

Lucrezia Vardanega