Sherlock, vi sono mancato vero?

Vi sono mancato? Vi sono mancato? Vi sono mancato? Con queste parole, pronunciate dall’inquietante voce di James Moriarty, si concludeva nel lontano 2014 la terza stagione di “Sherlock”, una delle serie di maggior successo dell’ultimo decennio.

Per ben tre anni i fan dello show targato BBC sono rimasti col fiato sospeso e l’episodio speciale, uscito nel 2016, “L’Abominevole Sposa”, ha solo parzialmente alleviato l’attesa. Neanche il tempo di iniziare a gustarci i nuovi episodi della quarta stagione, che questa è già terminata lasciando in noi amanti del detective del 221B di Baker Street un senso di vuoto fin troppo familiare. Sherlock Holmes e John Watson torneranno per una quinta stagione? Difficile dirlo, ma al momento non c’è nulla di ufficiale. Quello che possiamo fare al momento è tirare le somme di una quarta stagione esaltante e spettacolare che tocca picchi mai visti, se non nel secondo ciclo di episodi.

Come detto la figura di Moriarty ha inevitabilmente catalizzato l’attenzione del pubblico, nonostante la morte del personaggio. Moffat e Gatiss, showrunners della serie, hanno gestito la questione in maniera magistrale sfuggendo al cliché del clamoroso ritorno con una serie di espedienti che hanno dato nuova linfa alla serie.

Il primo episodio, “Le Sei Thatchers”, vede al centro la famiglia Watson che accoglie la nuova arrivata Rosamund con John nelle vesti di padre stanco e quasi adultero e Mary alle prese con un passato che al termine dell’episodio la porterà ad una tragica morte. La figura di Moriarty resta sullo sfondo, con Sherlock convinto che dietro al caso della puntata ci sia proprio la sua nemesi salvo poi rendersi conto che questi non ha nulla a che vedere con i busti dell’ex primo ministro britannico.

Il secondo episodio, “Il Detective Morente” è un tripudio di effetti visivi spettacolari, con un montaggio che vale da solo il prezzo del biglietto. La figura di Culverton Smith (quotatissimo dai rumors come “erede” di Moriarty, alla fine non lo sarà) è solo strumentale al riavvicinamento tra John e Sherlock dopo la morte di Mary. Gradevole anche il cameo (se così possiamo definirlo) di Irene Adler, protagonista dell’episodio della seconda stagione “Scandalo a Belgravia”, ma il vero colpo di scena lo abbiamo nel finale quando la terapista di John si rivela essere Eurus Holmes, complice di Moriarty e protagonista assoluta di un inaspettato e spettacolare finale di stagione. Nell’episodio 3×03 assistiamo al ritorno di Andrew Scott (in flashback) nei panni della nemesi di Sherlock Holmes ma soprattutto assistiamo ad un lungo e snervante confronto tra i tre fratelli Holmes. Eurus è un personaggio fantastico e se vista sotto un certo punto di vista è lei la vera villain della serie. Perché? Perché la vediamo manipolare chiunque e quindi è lecito supporre, sulla base di quanto visto, che abbia manipolato anche Moriarty spingendolo all’estremo sacrificio pur di fermare (o quanto meno provarci) Sherlock. Al di là di ogni congettura, il personaggio di Eurus è riuscito in poco più di novanta minuti a riscrivere gli equilibri della serie e a farci vedere Mycroft e Sherlock sotto una luce diversa. Il finale poi, con l’ultima parte del videomessaggio lasciato da Mary a Sherlock dove questa parla dei due protagonisti della serie è quasi commovente, sicuramente toccante per chiunque abbia amato le avventure dei due abitanti del 221B di Baker Street. Ci sarà una quinta stagione? Ancora non lo sappiamo, dovesse la serie finire qui il finale sarebbe bellissimo, anche se naturalmente sarebbe fantastico poterci godere Benedict Cumberbatch e Martin Freeman interpretare per altri tre episodi due dei personaggi più iconici della letteratura britannica e non solo.

Noi l’abbiamo amata, a voi è piaciuta la quarta stagione di Sherlock? Fatecelo sapere nei commenti.

Gabriele Fardella