Settimana dei Tumori Infantili: i volti tristi dietro ai cartoon

Ha avuto inizio il 5 Ottobre la Settimana dei Tumori Infantili con obiettivo fondamentale la sensibilizzazione, anche attraverso il gioco, di un numero sempre maggiore di persone sull’argomento e l’incentivazione alla prevenzione. In questo caso più che in tutti gli altri, infatti, la prevenzione è la prima e più efficace arma per combattere quella che è tutt’ora la principale causa di morte in età pediatrica.
Per l’occasione il social network per eccellenza, Facebook, si è riempito di volti di personaggi noti dei cartoni animati, simbolo dell’adesione all’iniziativa e, soprattutto, ottimo modo per incuriosire gli utenti ed attirare l’attenzione su di una tematica così delicata. Basta sostituire l’immagine del proprio profilo con quella di un personaggio dei film d’animazione che ci hanno tenuto compagnia da bambini accompagnando il gesto alle parole di rito.
“Voglio riempire facebook con i personaggi dei cartoni animati, per la Settimana della lotta contro i Tumori Infantili Se mi dai un “mi piace” ti assegnerò’ un personaggio.”
Questa la frase che dà inizio al gioco in un susseguirsi di condivisioni che lo hanno fatto diventare letteralmente virale.
Il fenomeno mediatico, tuttavia, racchiude  una realtà ben meno goliardica: Ogni anno, tra il 2003 e il 2008, in Italia si sono diagnosticati mediamente 164 casi di tumore maligno per milione di bambini (0-14 anni) e 269 casi per milione di adolescenti (15-19 anni) con prevalenza di leucemie, linfomi, tumori cerebrali ed osteosarcomi.
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I tumori sono una patologia non comune nei bambini, ma non per questo è da considerarsi un fenomeno di ridotta importanza. Durante l’infanzia, infatti, l’esposizione a quegli agenti che favoriscono l’insorgenza del cancro nell’adulto è limitata. Ciò non solo rende più complicato lo studio delle cause di insorgenza dei tumori infantili, contribuisce anche all’insorgenza di tipologie di tumori ben distinte da quelli più frequenti in età adulta.
Di certo, come per ogni tumore, la malattia si origina da un nucleo di cellule impazzite, talmente fuori controllo da accumulare mutazioni su mutazioni fino a diventare qualcosa di totalmente diverso da ciò che erano in origine e replicarsi senza freni. Questo fenomeno è alla base di tutti i sintomi derivanti da questa condizione patologica e distruggere la cosiddetta massa tumorale è di certo l’obiettivo primario di ogni terapia, si tratti di chemioterapia, radioterapia o chirurgia.
Curare i tumori dell’infanzia, tuttavia,  significa occuparsi della mente oltre che del corpo. L’aspetto psicologico dei piccoli pazienti è fondamentale tanto che, contrariamente da quanto si pensi, la consapevolezza della malattia risulta essere anche la migliore arma a loro disposizione per batterla. Anche per questo equipe di medici e psicologi seguono l’intero percorso del piccolo paziente e della sua famiglia fino a quando, tutti insieme, non torneranno ad avere una vita normale a tutti gli effetti.
La grande speranza rimane la Ricerca. L’avanzamento tecnologico in ambito biomedico ha già condotto a grandi risultati tanto che, in media, a cinque anni dalla diagnosi di tumore  l’82% dei bambini e l’86% degli adolescenti è in vita. Ma se le leucemie sono guaribili nell’80% dei casi, questo non è vero per molti altri tipi di tumore. Per questo bisogna fare di più e l’impegno costante di migliaia di ricercatori e numerose associazioni, come Io Domani, rappresenta il motore che ci condurrà a cure sempre più efficaci e risolutive.
Per approfondimenti:
Rapporto  AIRTUM (Associazione italiana registri tumori)  e AIEOP (Associazione italiana di ematologia e oncologia pediatrica)Panoramica dei progetti AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) dedicati ai tumori infantili.

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Silvia D'Amico