La noiosa routine dei “senza futuro”

A noi giovani piace vivere. Ai giovani piace giocare. Ai giovani piace dare nell’occhio. Tuttavia tutti i buoni presupposti che studiamo accuratamente, noi ragazzi di provincia, rendono la cosa piuttosto triste.

Succede spesso e volentieri che le strade della città siano totalmente deserte durante il giorno e che sporadicamente al pomeriggio, qualche ragazzo, quelli che non hanno avuto la fortuna di scappare in città, si ritrovi a camminare come un barbone per le strade deserte.

Nessuno con più di vent’anni d’età si aggira per le stradicciole di campagna o fra i vialoni del centro urbano.

Vi sono solo mucche che pascolano o turisti cinesi con ombrellini e fotocamere. Ma chi sono quelli? Guarda il Davide e l’Antonio, gli unici a rinunciare al centro nevralgico della vita di noi adolescenti pur di scampare ad un’equazione!

Arriva il pomeriggio e finalmente l’ora d’aria più lunga della storia: una vera e propria evasione dal carcere scolastico! Ai giovani piace evadere e tutti lo sanno. Al termine delle lezioni, molti di noi si dedicano allo sport. Fra tutti, fra i maschietti, il preferito è il calcio, a seguire il basket. La pallavolo, secondo una leggenda popolare, è invece più femminile… Ma non mancano il nuoto, l’equitazione e molti altri! Molti di noi, invece, sono impegnati diversamente.

Per esempio, alcuni raggranellano qualche soldo con lavoretti part-time oppure collaborano con enti locali non lucrativi, come oratori e associazioni no-profit; altri, invece, continuano a studiare, facendo del loro liceo, della loro università una seconda casa e dei loro compagni di studi e dei loro professori dei secondi parenti. Ma? Chi c’è là? Ancora l’Antonio e il Davide che pensano davvero di vivere la città sin dalle prime ore del giorno, seduti sulla panchina sotto lo sguardo severo di un simulacro marmoreo, a tirar sigarette con i loro pantaloni dal cavallo basso che lasciano intravedere le mutande viola con i pupazzi!

Ma è di notte che si accendono le luci, gli animi e i lombi, spesso grazie ad una piccola formula chimica, così facile da ricordare: CH3CH2OH, meglio nota come alcol etilico. Il problema è ricordarsela quando ti ha inebriato tutto il corpo… Premetto che sono uno di quelli che alla vita notturna preferisce la metaforica sbronza con la ‘Commedia’ e le consolationes di Seneca… Ma ritengo che l’occhio esterno sia lo scrutatore migliore. La discoteca e il sabato sera sono per molti il momento tanto atteso, una sorta di ‘sabato del villaggio’: la dolce attesa, la tristezza per l’evento passato irripetibile (leggetelo come: ‘i postumi della sbornia’) e l’attesa per il prossimo sabato.

Guarda un po’ chi c’è nel privè: l’Antonio e il Davide che non rinunciano alla loro bottiglia di vodka.

Alla loro polvere bianca preferisco la forfora della gente che sfottono.

Poveri ragazzi! Cosa vi priva di vivere la città come tutti gli altri vostri coetanei? Quale prezzo ha una partita a calcetto con gli amici? Quale la condivisione delle agonizzanti funzioni e perifrastiche? Eppure, la percentuale di Davide e Antonio è molto ridotta. I ragazzi hanno voglia di partecipare alla vita attiva della città, sia che essi partecipino ai tornei sportivi sia che essi cerchino disperatamente un lavoretto per autodeterminarsi. Non date retta ai misteri della notte quando la vita diurna è piena di valenti giovani!

Andrea Colore

Andrea Colore