Reliabitaly, l’app che certifica il made in Italy

Quante volte tra gli scaffali dei supermercati vi siete fatti assalire da profondi dubbi esistenziali, interrogandovi sull’effettiva provenienza dei prodotti made in Italy? Così sulla scia della filosofia “fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio” Reliabitaly ha deciso di venire in nostro soccorso. Di cosa si tratta? L’associazione no profit in questione, partendo dall’esigenza di potenziare nuove forme di tutela per produttori e consumatori, ha creato un’apposita applicazione in grado di escludere ogni ragionevole dubbio circa la provenienza dei prodotti a marchio italiani.

Il funzionamento è molto semplice: grazie alla lettura dell’apposito codice a barre, inquadrandolo dal nostro smartphone, l’app si occuperà di riconoscere il prodotto e di reindirizzarci direttamente sulla pagina web della ditta produttrice, con tanto di feedback circa l’identità e l’autenticità della merce in questione. Condizione necessaria affinché ciò sia possibile, è che il produttore sia affiliato a Reliability e che i suoi prodotti siano presenti nel database dell’app. Nella scheda sarà inoltre possibile acquisire informazioni più approfondite, dall’immagine del prodotto al video inerenti la fase in cui lo stesso prende vita e così via. “Si tratta di un metodo di controllo attivo che assicura l’unicità del riscontro e non è falsificabile”, spiegano dall’associazione.

Dal parmesan al finto Asiago, dall’aceto balsamico di Modena al wine kit; questi sono solo alcuni dei prodotti italiani colpiti dal fenomeno del tarocco agroalimentare, risultato dell’italian sounding, fruttando un gruzzoletto che si aggira attorno ai 54 miliardi di euro, praticamente il doppio delle esportazioni di prodotti italiani, come confermano i dati aggiornati da Assocamerestero a dicembre 2016.

L’app, disponibile gratuitamente su iOS e Android, a partire da maggio rilascerà la versione 2.0 con l’aggiunta di poter effettuare anche una ricerca al contrario, selezionando i diversi parametri relativi ad un bene desiderato e ottenendo un risultato corrispondente ai criteri immessi che permette di sapere anche dove poter acquistare quel prodotto specifico. Il tutto non solo attraverso la lettura dei codici a barre per i prodotti della grande distribuzione, o dei QR code per i prodotti dell’artigianato italiano ma anche grazie all’acquisizione di TAG NFC per i beni di elevato valore economico.  Chiamasi orgoglio patriottico? In ogni caso quello che è giusto è giusto, specie se è in gioco il cibo.

Erminia Lorito