Rapporto medico-paziente: cosa è cambiato

Nel corso della storia della medicina il rapporto medico-paziente è notevolmente cambiato, se si pensa che in un primo momento tra le due parti vi era una relazione di tipo unidirezionale, in cui l’esperto si limitava a prescrivere il farmaco ed il paziente ad assumerlo, mentre adesso pare ci si stia avviando verso una vera e propria alleanza terapeutica.

Ciò è dovuto in  parte al fatto che il paziente oggi non viene  considerato piu’ un oggetto meritevole dell’attenzione e dell’assistenza  quasi pietistica del medico, ma è diventato parte integrante del percorso terapeutico. Per comprendere meglio la concezione di “persona malata” che si ha avuto nel passato, si potrebbe pensare al celebre caso Joseph Merrick, conosciuto come l’uomo elefante in quanto presentava bizzarre deformazioni in volto ed in viso; il suo aspetto abnorme  gli aveva consentito di lavorare per un periodo di tempo all’interno di un freak show di Londra, anche se successivamente le sue condizioni fisiche lo costrinsero a ricoverarsi presso il Royal London Hospital. Piuttosto che venir degnamente curato all’interno della struttura ospedaliera, Joseph era diventato il principale oggetto di esibizione del luogo, era visto come una persona meno umana degli altri, quasi come se fosse un uomo ibrido creato in maniera artificiale da uno scienziato, tant’è vero che la stessa regina si recò all’ospedale soltanto per incontrare quell’essere umano che godeva di cosi’ tanta fama. Un’altro motivo che in parte ha permesso il cambiamento della relazione medico-paziente è il differente ruolo che la medicina riveste nella società odierna rispetto al passato: nei secoli scorsi infatti tale disciplina è stata  strumento di potere, se si pensa che dopo la figura del sovrano e  quelle religiose era il medico  ad essere rivestito di maggiore autorità. Per fortuna col tempo l’umanità è diventata consapevole del fatto che anche un medico professionista, in quanto essere umano, può compiere errori nella diagnosi, nella prognosi e nel trattamento di varie malattie, infatti capita spesso che individui che non presentano ciascun disturbo vengano considerati  malati  (falso positivo), o al contrario che a gente che necessita di ricevere delle cure venga attribuita una perfetta integrità fisica e mentale (falso negativo). Proprio per questo oggi nessuno può ricevere una determinata cura senza prima aver firmato il consenso informato, che rappresenta lo strumento legale per eccellenza a dimostrazione del fatto che la relazione medico-paziente è cambiata, in quanto attraverso questo mezzo il paziente esplicita di essere consapevole del percorso terapeutico a cui andrà incontro e di essere quindi in parte responsabile delle possibili conseguenze positive o negative.

E’ necessario aggiungere che questa nuova alleanza terapeutica non si crea soltanto tra il medico e il paziente, ma anche con  la famiglia di quest’ultimo, che dovrebbe sostenere il malato nel percorso di cura; tutte le malattie infatti, siano croniche o acute, possono essere aggravate da condizioni familiari sfavorevoli, quindi è importante che la famiglia collabori per favorire il benessere psico-fisico del malato. Pare quindi che il  nuovo rapporto sia basato sull’empatia, sulla comprensione, sull’ascolto reciproco e sul rispetto della dignità umana, e che il medico non si limiti piu’ a fornire una cura al paziente esclusivamente attraverso il farmaco, ma presti maggiore attenzione al suo vissuto emotivo , alla sua storia, cercando di comprendere quanto la sola consapevolezza di avere una malattia o un disturbo possa essere devastante per la persona malata e la famiglia della stessa.

redazione