97 anni fa la fine della Grande Guerra

Ore 11.00 dell’11 novembre 1918: la Germania firma l’armistizio di Compiègne. La prima guerra mondiale è finita. Sono cessate le ostilità in tutta Europa. I soldati hanno colorato i fiumi di rosso: il mondo ha conosciuto uno dei più massacranti conflitti armati.

Tutto è iniziato il 28 giugno 1914 con un colpo d’arma da fuoco: il rivoluzionario serbo Gavrilo Princip attenta alla vita dell’erede al trono d’Austria, l’arciduca Francesco Ferdinando. A seguito del delitto, l’Austria Ungheria accusa la Serbia di aver perpetrato il misfatto e concede un ultimatum dalle condizioni umilianti. La Serbia lo rifiuta e viene invasa in poco tempo dalle truppe di Francesco Giuseppe. Il meccanismo è stato innescato: l’Europa si avvia verso la prima guerra mondiale.

L’invasione della Serbia non passa inosservata: è il pretesto per far emergere (ma allo stesso tempo distruggere) la fitta rete di alleanze che si è instaurata in Europa fra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.

Le tensioni in Europa sono nate dal progressivo indebolimento dell’impero ottomano che ha lasciato scoperti militarmente i Balcani su cui si sono affacciate nuove entità statali. I Balcani sono deboli, privi di un governo ben centralizzato, il che favorisce l’interesse di molti paesi europei a controllare quella zona, primo fra tutti l’impero russo. La Serbia era alleata della Russia che desiderava spingersi fino alle coste del Mediterraneo. E’ perciò una reazione a catena: la Russia interviene in soccorso della Serbia invasa dall’Austria; viene dichiarata guerra alla Russia che è soccorsa a sua volta dagli altri membri della Triplice Intesa, Francia e Gran Bretagna. A questo punto la Germania non può che soccorrere l’Austria…

La Grande Guerra è stata accolta con molto entusiasmo in ogni angolo d’Europa: sarebbe dovuta essere per i più una guerra giusta che avrebbe sanato tutti i dissidi europei una volta per tutte. Invece, è stato il peggior risultato del Positivismo: gli stati guerreggiano con le loro armi migliori. Per la prima volta nella Storia, si introducono sul campo di battaglia le mitragliatrici, i carri armati, i gas tossici come l’iprite e i primi aeroplani. Ogni stato è organizzato scientificamente (un “taylorismo ante litteram“), ogni stato vuole la distruzione: una distruzione non materiale, ma sociale. Obiettivo della guerra è far saltare in aria il sistema sociale degli avversari attraverso il taglio dei viveri e le guerre di logoramento in trincea.

E l’Italia che fine ha fatto? Per il momento, opta per la neutralità come era stato pattuito con la triplice Alleanza. L’accordo stabiliva l’intervento in guerra solo per difendere un’alleato aggredito. Visto che l’Austria aveva attaccato un alleato dell’Intesa e non successe il contrario, l’Italia avrebbe potuto benissimo non partecipare al conflitto.

Che cosa ha spinto allora il re a far entrare in guerra l’Italia nel maggio 1915? Ambizione! Ambizione! Ecco la risposta: l’Austria è un vecchio nemico a cui bisogna strappare gli ultimi fazzoletti di terra per completare l’unificazione del Regno d’Italia! La prima guerra mondiale sarebbe stata l’ultima fase del Risorgimento: l’Italia avrebbe sbaragliato l’Austria grazie alla “tecnica della spallata” (mandare schiere di soldati all’attacco una dopo l’altro) del “generale macellaio” Luigi Cadorna per poter annettere il Trentino, parte del Friuli e le altre zone austriache che non erano state annesse durante le guerre di indipendenza dell’800.

Tradimento! Tradimento! Alto tradimento italiano! L’Austria è stata pugnalata alle spalle: l’Italia è passata dalla parte dei francesi e degli inglesi. La guerra in Italia continua ininterrottamente fino al 24 ottobre del 1917 con Caporetto, una sconfitta che brucia. L’Austria è arrivata a sfondare la linea del Piave e ad occupare buona parte del Veneto. L’Italia sembra spacciata, ma sotto il comando di Armando Diaz, l’esercito italiano riesce a vincere la guerra! L’Italia ha vinto, ce l’ha fatta!

Nel resto d’Europa la battaglia non è meno cruenta: sul fronte occidentale, il Reno si tinge di rosso; Somme e Verdun mietono vittime come una falce in un campo di grano. La Germania è un nemico ostile sia in mare contro la Gran Bretagna sia in terra contro la Francia. La tecnica del collasso del sistema sociale avversario sembra funzionare: i Teutonici non guardano in faccia nessuno e si armano di tutto punto per contrastare le offensive alleate.

1917: anno di svolta. Gli Stati Uniti entrano in guerra per contrastare l’aggressività tedesca che aveva coinvolto negli attacchi anche il transatlantico Lusitania che serviva anche gli States. Invece, sul fronte orientale la Russia, stremata dalla tattica tedesca e alle prese con la rivoluzione comunista, decide di abbandonare il conflitto a marzo. Grazie all’intervento degli Stati Uniti, l’Intesa e l’Italia vincono la prima guerra mondiale.

Poche righe spese per un avvenimento così importante non bastano. Ma, alla fine, quanto è costato questo conflitto? Solo per dare alcuni dati:

  • militari morti: più di 9 milioni
  • militari feriti: più di 20 milioni
  • militari dispersi: circa 8 milioni
  • civili morti: quasi 7 milioni

Tutto questo in 4 anni di continua guerra di logoramento. Un conflitto che in età contemporanea sarà superato solo dalla seconda guerra mondiale. 97 anni di storia, 97 anni fa il tuo bisnonno ha forse combattuto in trincea.

 

 

 

Andrea Colore