“Paterson” e le molte possibilità che contiene una pagina bianca

Si intitola “Paterson” l’ultimo film di Jim Jarmusch interpretato da Adam Driver e Golshifteh Farahani. Il protagonista si chiama Paterson, vive nell’omonima città di Paterson, in New Jersey. Trascorre la sua vita guidando l’autobus, di mattina, e andando a bere nel solito bar e a passeggiare col cane, di sera.

Il regista sceglie di raccontare sette giorni soffermandosi sul lavoro di autista di bus di Paterson, intento a portare i passeggeri a destinazione e ad origliare i racconti delle vite altrui e sul rapporto con la fidanzata Laura (Golshifteh Farahani) premurosa, amorevole e dedita a cucinare ricette innovative poco succulenti e col cane Marvin, spettatore “cinico” – capirete perché – della vita di coppia e della vita sociale di Paterson. La sua vita è un susseguirsi di azioni già compiute il giorno precedente e profetiche del giorno successivo.

La vita di Paterson, a primo impatto, sembrerebbe monotona, ripetitiva ed eccessivamente equilibrata e ponderata, ma qualcosa rende straordinario ogni singolo giorno: la poesia. Paterson è solito avere con sé un taccuino (segreto) in cui annota versi di poesie (scritte per il film da Ron Padgett) che non riesce mai a completare perché distratto o richiamato ai doveri legati al suo lavoro. Paterson scrive ovunque – ma solo quando può – quindi, durante le pause dal lavoro, prima di cenare e durante la quotidiana passeggiata serale. La sua ispirazione nasce da dettagli o piccole cose come una scatola di fiammiferi, il suo lavoro, l’incontro con una ragazzina “poetessa” anche lei o il tempo. Mantenere il contatto con la poesia si rivelerà difficile. Paterson vivrà un distacco forzato per poi ricominciare a seguire l’ispirazione grazie ad una cascata e ad uno sconosciuto.

La bellezza del film risiede nel rapporto che il protagonista Paterson – interpretato da Adam Driver in maniera spettacolare – ha con il suo talento: riempire una pagina bianca di emozioni e di sensazioni, nonostante la ripetitività della quotidianità. È come se il regista volesse dire allo spettatore che “l’unico strumento contro la bruttezza del mondo e la monotonia della vita è la poesia”. Il film è lento, ma, compresa la chiave di lettura, diventa una delle storie più realiste e poetiche che siano state raccontate negli ultimi anni.

Non è passato inosservato alla critica e alla stampa che hanno accolto positivamente il film, elargendo complimenti alla sceneggiatura e all’ottima performance recitativa di Adam Driver. Il film, inoltre, ha ricevuto importanti candidature al Gotham Independent Film Awards 2016 come Miglior film, Miglior sceneggiatura a Jim Jarmusch e Miglior attore a Adam Driver ed è stato candidato alla Palma d’oro al Festival di Cannes 2016.

È uno di quei film che lascia disorientati, ma che rivela quanto la poesia sia essenziale nella vita di tutti i giorni, quanto ne abbiamo bisogno e quanto possano le parole essere la soluzione, il rimedio e la cura.

Senza la poesia, la vita sarebbe un insieme di eventi che si ripetono e, invece, “una pagina bianca contiene molte possibilità”.

Buona visione!!!!

Sandy Sciuto