Paese che vai galateo che trovi: usi e costumi presenti nel mondo

Più si viaggia più si ha l’occasione di osservare culture e tradizioni lontanissime dalle nostre anche perché, come tutti sappiamo, l’essenza stessa del viaggio sta proprio nella novità, nelle stranezze e nell’ unicità delle cose che viviamo e che al nostro ritorno siamo pronti a raccontare.

Nella maggior parte dei casi si sa che noi italiani amiamo particolarmente farci riconoscere e lasciare un’impronta che i nostri cari amici stranieri difficilmente dimenticheranno, tanto da spingerli ad etichettarci con una specie di marchio alla prima figuraccia sfoderata. Quante volte ciò che noi consideriamo un gesto normale viene invece reputato alquanto inusuale se non addirittura offensivo in altri paesi? Cari amici di gaffes non sentitevi soli, noi di Social Up abbiamo ben pensato di fare un po’ “mal comune mezzo gaudio” raccogliendo comportamenti a tavola, regali, gesti con le dita e modi di porsi che, generalmente nelle intenzioni, rappresentano una gentilezza, ma in base alle latitudini possono trasformarsi in una mancanza di rispetto.

Ecco a voi alcuni esempi di figuracce in cui rischiate di imbattervi quando ci si confronta con una cultura diversa dalla propria:

1. Porto qualcosa? Celebre frase che tutti noi siamo abituati a dire subito dopo aver ricevuto un invito a cena. In alcuni Paesi Islamici non si deve assolutamente portare nulla da mangiare perché il padrone di casa potrebbe offendersi e pensare che temiamo di non trovare niente di gradito. Qualora abbiate in mente di portare un regalo e magari dei fiori, farete meglio a pensarci su: sarà bene evitare il giallo, colore dell’odio e i tulipani, che in quei paesi sono considerati i fiori dei defunti.

2. Quante volte con le crociere vi è capitato di fare tappa in Grecia? Ecco, questo Paese è alquanto curioso in quanto a segni che potremmo fraintendere. Fate attenzione a sventolare in alto la mano, come cantava Dj Francesco nel celebre tormentone, non per ballare ma per salutare il vostro interlocutore, perché significherebbe lanciargli una maledizione!

3. Volete vantarvi con i vostri amici per aver vinto una mano di poker? Se vi trovate in Inghilterra badate bene a come vi esprimete. Il gesto della vittoria, infatti, è universalmente indicato con la “V” ma attenzione: se lo fate con il palmo della mano rivolto verso di voi equivale al nostro “vai a quel paese!”.

4. In quanto a scaramanzia in Germania, guai a voi se pensate di regalare dei coltelli, fossero anche divertenti e colorati non godono di buona fama.

5. In alcuni mercati africani non accettate subito il prezzo che i venditori vi propongono per l’acquisto di un prodotto o di una merce senza scendere a patti e tentare uno sconto: potreste passare per ingenui creduloni.

6. Nel freddo Nord Europa, in Svezia, non è proprio carino far tintinnare i bicchieri nel nostro gioioso brindisi: loro preferiscono un caldo, fragoroso e rumoroso applauso.

7. Buone notizie per i ritardatari cronici: In Argentina il ritardo è chic, così come in buona parte dell’America Latina. Se siete invitati a cena presentatevi rigorosamente in ritardo, per non cogliere il padrone di casa impreparato e dare l’impressione di essere invadenti.

8. Se capitate in un ristorante in Portogallo non chiedete i condimenti qualora non fossero già in tavola, perché sarebbe una grave offesa verso lo Chef e la sua arte culinaria!

9. La gaffe di Leo Messi ha fatto il giro del mondo: ha regalato un paio delle sue preziosissime scarpe da gioco ad una conduttrice tv egiziana, allo scopo di venderle all’asta per devolvere il ricavato in beneficenza e si è scatenato un putiferio. La tradizione araba, infatti, associa alla parte più bassa del corpo, i piedi e quindi anche le scarpe, l’idea di sporcizia e di disprezzo. Per questo viene considerato offensivo rivolgere la pianta dei piedi o la suola delle scarpe verso qualcuno.

10. A volte, a tavola, capita: siamo già abbondantemente sazi, ma nel timore che l’ospite possa offendersi, pensando che la cena non sia stata di nostro gradimento, mangiamo tutto quel che c’è ancora nel piatto, fino all’ultimo boccone. In India questo potrebbe avere l’effetto opposto: chi ci ha invitato penserà che abbiamo ancora fame. Per segnalare che siamo sazi, meglio lasciare un po’ di cibo nel piatto.

In fondo basta davvero poco per comportarsi correttamente in un paese straniero: semplicemente informarsi, no?

Erminia Lorito