Come hanno origine le piogge acide

Molti credono di sapere che cosa siano le piogge acide, ma già il semplice accostamento delle due parole dà facilmente adito a fraintendimenti. Chi saprebbe definire con correttezza questo fenomeno? Cosa s’intende per acidità della pioggia? Il Dizionario delle Scienze Fisiche Treccani del 1996 definisce le piogge acide come quel fenomeno “che trascina al suolo acido solforico e acido nitrico, derivato dalla trasformazione catalitica di solfati e nitrati presenti, come inquinanti, nel particolato dell’atmosfera, emessi in zone industriali e portati a grandi distanze dai venti di alta quota”. Questa prima parte della definizione, di certo poco chiara agli occhi dei meno esperti, ha in sé tutte le caratteristiche che contribuiscono a questo fenomeno. In primo luogo, specifica le componenti acide di queste piogge; in secondo luogo, spiega come esse siano un prodotto dell’inquinamento dell’atmosfera.

La pioggia è per sua natura acida. In genere, il grado di acidità delle ordinarie precipitazioni, in termini di pH, è di circa 5. La scala di pH comprende valori da  0 a 14, più un valore è basso, più la sostanza analizzata è acida: ad esempio,  l’acido citrico (contenuto nel succo di limone) e la Coca Cola hanno un pH di circa 2,5, fortemente acido.

Le piogge, normalmente, sono solo leggermente acide. È, quindi, facile dedurre che le piogge acide, per loro natura, hanno un pH inferiore a 5. La diminuzione del pH è causata dall’aumento delle sostanze acide nell’atmosfera, dovuto all’inquinamento atmosferico. I composti provenienti dalle emissioni nocive delle fabbriche, dei complessi industriali e strutture affini entrano così a far parte del ciclo dell’acqua. 

L’acqua presente sulla terra, infatti, non è immobile bensì si “muove” in modo circolare: evapora, condensa nella bassa atmosfera e cade di nuovo sulla Terra, sotto forma di precipitazioni, riempiendo tra l’altro i bacini di acqua dolce e salata. Se questo semplice, ma fondamentale, ciclo idrico viene sconvolto, la natura ne risente in modo non indifferente. Infatti, è sufficiente introdurvi le emissioni gassose nocive per modificarlo radicalmente.

Che cosa porta alla formazione delle pioggie acide a livello molecolare?

Come già detto, la pioggia è generalmente acida e questo è dovuto alla presenza di anidride carbonica. Nell’atmosfera, il vapore acqua reagisce chimicamente con l’anidride carbonica formando acido carbonico.

H2O + CO2 ⇔ H2CO3

Se a reagire con l’acqua sono, invece, sostanze come  anidride solforosa (SO2) o anidride solforica (SO3), si ottiengono rispettivamente acido solforoso ed acido solforico, acidi ben più forti dell’acido carbonico.

H2O + SO2 ⇔ H2SO3

H2O + SO3 ⇔ H2SO4

La pioggia contenente gli acidi forti di cui sopra, che avrà un pH compreso tra 2 e 5, avrà per l’ambiente conseguenze disastrose. L’acidità fa si che le foreste vengano rovinate e corrose, l’alterazione del pH delle acque di laghi e mari uccide le forme vita ed anche i beni culturali, in particolare le sculture marmoree, vengono gravemente danneggiati. I danni all’ambiente si ripercuotono sulla salute umana, quando le acque contaminate entrano in contatto con i bacini idrici da cui attingiamo per approvvigionarci ed irrigare i campi coltivati. Non è facile porre rimedio ai danni delle piogge acide, la cosa più giusta e semplice da fare è prevenirne la formazione.  Uno dei principali sistemi di prevenzione è rappresentato dai filtri per le emissioni, in grado di trattenere le anidridi  e liberare nell’atmosfera le sostanze meno dannose per l’uomo.

Come per contrastare il riscaldamento globale è necessario un impegno unanime, così per risolvere il problema delle piogge acide è necessaria l’intenzione comune del mondo industriale di ridurre le emissioni. L’utilizzo di filtri adeguati e lo sviluppo di processi industriali a ridotto impatto ambientale rimangono tutt’ora l’unica soluzione ad un problema che, sempre troppo sottovalutato, interessa profondamente la nostra vita.