Al via (anche) le Olimpiadi Armate in Russia

Di Giulia Testa per Social Up!

Nonostante il Comitato Internazionale Olimpionico abbia squalificato causa doping un numero consistente di atleti russi dai giochi di Rio 2016, la Russia si è consolata velocemente, aprendo le danze il 30 luglio alla seconda edizione delle sue olimpiadi caserecce.

Sono gare sportive come tutte le altre. “Ci sono i percorsi delimitati da bandierine, le pettorine con i numeri, i tabelloni con i tempi e la classifica, le medaglie distribuite sul podio, le giurie e la telecronaca con la moviola, il pubblico che applaude dagli spalti e ovviamente la cerimonia di apertura” dice il Corriere della Sera.

L’unica differenza? Beh, gli atleti sono soldati. Ma anche piloti di guerra, comandanti, generali e tenenti.

Si chiamano Army Games, veri e propri giochi armati. Le discipline, quindi, non sono le solite partite a pallone o corse su piste di atletica, bensì sfide a colpi di attrezzature da guerra.

Il principale sport è quello che il Ministro della Difesa russo ha battezzato il biathlon dei carri armati, ossia un percorso ad ostacoli di cinque chilometri da svolgersi su, beh, questi ingombranti mezzi cingolati lustrati come macchine da corsa.

In divisa mimetica, poi i militari dovranno cimentarsi agonisticamente in tutto ciò che si fa nell’esercito, come competizioni di immersione subacquea e precisione balistica. Addirittura si gareggia in resistenza ad armi chimiche e a chi lancia meglio un missile.

O ancora, regate con sbarchi e tiro a segno aereo. Si combatte per gioco – o almeno si spera – in terra, cielo e acqua.

Tra guadi, proiettili (è tutto vero) e polvere, non mancano ‘sport’ più tranquilli, per così dire, come dimostrazioni di cucina da campo e gare di unità cinofile. Vengono scrupolosamente osservate e giudicate anche tattiche e strategie.

[Per i più curiosi sull’argomento, la lista completa delle 23 discipline dei Giochi Armati comprende: Tank Biathlon, Field Kitchen, Manteinance Battalion, Suvorov Attack, Aviadarts, Gunsmith Master, True Friend, Clear Sky, Keys to Sky, Safe Route, Army Scout Masters, Seaborne Assault, Safe Enviroment, Military Medical Relay Race, Masters of Artillery Fire, Sniper Frontier, Airborne Platoon, Elbrus Ring, Masters of Armoed Vehicles, Engineering Formula, Open Water, Sea Cup, Depth (ndr, i nomi sono certamente accattivanti)]

Le gare sono trasmesse in diretta sulla tv nazionale e assistervi sembra quasi un videogioco, o una ricostruzione storica. I toni non sono quelli moderni delle telecronache moderne sportive: i commentatori parlano in modo freddo e scandito, soffermandosi con gusto su dettagli tecnici dei macchinari.

Quest’anno partecipano 19 paesi – nonostante la Russia ne avesse invitati 47, inclusi gli Stati Uniti che ovviamente se ne sono tirati fuori. La Grecia è l’unico paese membro della Nato ad aver accettato la proposta. Per il resto, sono quasi tutti nazioni ex sovietiche, come Kazakistan, Bielorussia, Azerbaigian, Tagikistan, Armenia, e gli storici alleati della Serbia. Non mancano le squadre di Venezuela, Angola, Egitto, Mongolia, Iran, Kuwait e Zimbabwe.

Dopo il paese ospitante, la Cina è la favorita e anche la più eccitata, con la partecipazione a 22 competizioni su 23. A quanto pare Putin e Xi Jinping si preparano a doversi rallegrare coi giochi armati – sono le loro specialità – dopo eventuali cilecche a Rio de Janeiro.

Insomma, altro che Brasile, altro che messaggio pacifista, tollerante e eco-friendly (temi evidenziati fin da subito nella cerimonia d’apertura di venerdì al Maracanà). I Giochi Armati russi sono definiti da molti le Olimpiadi al contrario, le Olimpiadi ‘cattive’ per la sua sportività discutibile. Siamo in un mondo di lotta alla guerra e al terrorismo e alla violenza, e qualcuno decide di enfatizzare tutto ciò con passione?

Eppure il pubblico ne è entusiasta, e l’opinione generale non è poi così avversa, specie quella dei paesi partecipanti. Gli Army Games sono anche visti come uno sfoggio vivente di abilità ottenute con l’addestramento e di tecniche guadagnate col progresso, un Expo di grandeur militare e artiglieria lo definisce il Messaggero.

Inoltre, osservare come altri paesi agiscono in campi di battaglia, con la scusa dei giochi, potrebbe non essere poi un’idea così stupida, sia per imparare qualcosa (i russi hanno modificato i loro carri armati dopo aver visto quelli cinesi nel 2015) sia per … spiarsi. Ovviamente nessuno augura una (vera) guerra a nessuno, ma analizzare le tecniche altrui preventivamente è una genialata nel caso scoppiasse un’eventuale conflitto col paese in questione.

Detto ciò, le parole del Ministro della Difesa Sergey Shoygu sono state emblematiche: “Nei Giochi Armati l’importante non è partecipare, ma vincere, così come un soldato per sopravvivere deve vincere la missione che gli è stata assegnata”.

Che vinca il migliore e che, speriamo, la guerra un giorno diventi per davvero solo una manifestazione di intrattenimento.

redazione