Nasce Sweetguest: il portale dedicato a chi affitta tramite Airbnb

L’Italia è da sempre conosciuta per le sue bellezze e per i suoi paesaggi mozzafiato, non a caso risulta una delle mete più ambite dai turisti. Con il passare degli anni, una fetta sempre più crescente di visitatori che si propongono di organizzare soggiorni lunghi o brevi nel Bel Paese, ha deciso di cambiar marcia e di puntare ed affidarsi a piattaforme come Airbnb, il famoso portale online che mette in contatto domanda ed offerta facendo incontrare coloro che sono in cerca di un alloggio o di una camera, con persone che, disponendo di simili spazi, risultano propense alla loro locazione. Partendo da questa scia e con l’intento quindi di contribuire all’evoluzione del settore del turismo nasce Sweetguest, la novella startup con l’obiettivo di aiutare proprio chi affitta su piattaforme simili, massimizzando il potenziale della propria casa. Grazie a due elementi, da una parte la componente tecnologica e dall’altra l’adesione alle dinamiche della sharing economy, Rocco Lomazzi, giovane ventottenne alla guida del portale, appassionato di viaggi e con un solido background nel mercato immobiliare, si è fatto le ossa gestendo alcuni appartamenti per brevi periodi in occasione di Expo Milano 2015, studiando e approfondendo contemporaneamente gli algoritmi di funzionamento delle diverse piattaforme online nel campo degli affitti brevi, per poi progettare, con il co-fondatore Edoardo Grattirola e a un pool di giovani programmatori, un software per ottimizzarne la gestione.

Alla luce di una problematica reale che porta tutt’ora un ampio numero di proprietari di case e appartamenti a considerare l’affitto lungo non come un guadagno, ma come un vero e proprio rischio, non a caso a confermarlo ci sono dei dati che rivelano che su 24 mesi sono meno di 18 quelli da cui si guadagna davvero, sempre che non ci sia insolvenza,  e che i lavori di manutenzione necessari riducono notevolmente i margini, questo perché ci sono dei periodi, e precisamente da 1 a 3 mesi, in cui la casa stessa rimane sfitta poiché al termine del contratto le agenzie immobiliari e i proprietari devono ricercare nuovi affittuari; Sweetguest è partito da queste criticità chiedendosi: come possiamo far guadagnare di più chi affitta? E in che modo si può svincolare il proprietario di casa da ogni incombenza legata al servizio di accoglienza del nuovo ospite? Semplice, basta contattare il portale attraverso il sito, con la possibilità di chiedere anche una valutazione gratuita e, una volta approvata la casa, Sweetguest si preoccuperà di una serie di azioni per rendere l’immobile performante, con la conseguenza che il proprietario non dovrà più preoccuparsi di nulla, ogni mese infatti riceverà il guadagno generato dall’affitto breve, rassicurato maggiormente dal fatto che l’ospite pagherà in anticipo.

Non c’è quindi da stupirsi se, in soli 6 mesi di attività a Milano e dintorni, la piattaforma ha gestito oltre 2.400 prenotazioni, con più di 6.000 ospiti, chiudendo questo primo round con ben 1 milione di euro, diventando  il punto di riferimento per tutti proprietari di casa che vogliono cogliere le grandi opportunità offerte dal crescente mercato degli affitti brevi. La sua missione però non finisce qui. Restando perfettamente in linea con gli intenti e le premesse del servizio, puntando ad accrescere il potenziale italiano nel settore turistico, Sweetguest mira ad intervenire e valorizzare soprattutto zone o posti meno conosciute del nostro Paese che al momento non risultano pienamente sfruttate da questo punto di vista, ma che rappresentano comunque dei gioielli della nostra Penisola. Se si pensa poi al servizio già concesso da Airbnb e ad un possibile connubio con Sweetguest, questo aiuterebbe maggiormente ad intercettare e attirare turisti provenienti da ogni parte del mondo, garantendo una gestione professionale e sicura dei vari immobili. Segnali non trascurabili quindi, che potrebbero indurre a pensare ad una necessaria evoluzione del settore del turismo, puntando non solo sulle dinamiche della sharing economy, ma evidenziando ancora una volta il successo sempre più in crescita di piattaforme simili.

Erminia Lorito