Nasce il Servizio Civile Universale, una pagina storica per il volontariato

Buone notizie per gli amanti del volontariato, gli altruisti, i generosi: con la nuova Riforma del Terzo Settore ci sono importanti novità per le attività non-profit. Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Servizio civile universale, con la Legge 6 giugno 2016, n. 106, un provvedimento con il quale lo Stato si impegna a coinvolgere annualmente 100mila giovani. Se si pensa che negli scorsi anni la partecipazione effettiva corrispondeva ad appena diecimila anime (con novantamila richieste respinte) ci si può fare un’idea di quanto questo traguardo sia significativo. Il provvedimento modifica il sistema del servizio civile nazionale, istituito dalla legge 6 marzo 2001, n. 64 e disciplinato dal decreto legislativo 5 aprile 2002 n.77. Il provvedimento seguirà l’iter di approvazione dopo aver acquisito i pareri (non vincolanti) della Conferenza Unificata e delle competenti Commissioni Parlamentari.

Le novità non si fermano qui. Infatti, l’accesso al volontariato è stato esteso anche ai cittadini dell’Unione Europea e a tutti gli stranieri che soggiornano regolarmente nel Bel Paese; nuova è anche l’idea di premiare gli enti che inseriranno nelle iniziative i giovani in situazioni svantaggiose e difficili. Per incentivare ulteriormente la partecipazione si è anche deciso che i ragazzi partecipanti alle attività potranno recarsi all’estero per tre mesi in uno dei Paesi membri dell’Unione Europea. L’attenzione rivolta ai giovani in questa rivoluzione del volontariato si scorge anche nella maggior flessibilità adottata per gli orari: sono diventate 25 le ore settimanali richieste, tenendo quindi conto delle esigenze di vita dei giovani, con durata modulare da otto a dodici mesi. Per partecipare però i limiti d’età restano gli stessi: le richieste verranno accordate a coloro di età compresa tra i 18 e i 28 anni compiuti.

I macro-ambiti di intervento contenuti nel decreto corrispondono a protezione civile, assistenza, patrimonio ambientale e riqualificazione urbana, nonviolenza e difesa non armata, patrimonio storico, artistico e culturale, educazione, promozione culturale e sport, agricoltura in zona di montagna e sociale, biodiversità, promozione della pace tra i popoli, promozione e tutela dei diritti umani, cooperazione allo sviluppo, promozione della cultura italiana e sostegno alle comunità di italiani all’estero. Gli enti, sia pubblici che privati, potranno programmare, sviluppare e realizzare i progetti in cui verranno impiegati i giovani previa iscrizione presso un apposito Albo.

Il ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, ha salutato così l’approvazione: “Abbiamo mantenuto un impegno con i giovani. È un passo avanti importante”. Quella che si è scritta, è una pagina storica per il volontariato sia italiano che comunitario. E’ a Bruxelles, infatti, che adesso l’Italia dovrà impegnarsi per contribuire alla stesura del nuovo impianto normativo al vaglio della Commissione UE per l’attuazione del “Corpo di solidarietà”, primo tassello del servizio civile comunitario. Tuttavia, nonostante le buone notizie, ancora molto c’è da fare, soprattutto per quanto riguarda gli altri punti della Riforma del Terzo Settore che, da un lato, desta preoccupazione per i tempi stretti che riguardano il percorso dei decreti legislativi e, dall’altro, lascia il welfare privato in allerta a causa di una bozza di decreto che starebbe circolando in via informale in questi giorni e che apre scenari per nulla soddisfacenti.