Il Mondo nuovo: il futuro distopico di Huxley

”Brave the New World” è un romanzo di Aldous Huxley di genere distopico scritto nel 1932, che si colloca perciò nella modernità. Il romanzo è ambientato nell’anno Ford 632 e descrive una società il cui motto è ”comunità, identità, stabilità”.

A seguito di una devastante guerra durata nove anni, l’intero pianeta viene riunito in un unico grande Stato comandato da dieci ”governatori mondiali”, gli unici che sono a conoscenza del passato. La popolazione invece non conosce il reale motivo della propria condizione attuale: sa solo che il passato era caratterizzato dalla barbarie. Tutto ciò che appartiene al passato è perciò considerato ”vecchio” dalla società che infatti conosce come unico dio Ford, emblema di una società completamente industrializzata (al posto del simbolo della croce cristiana, nel nuovo mondo vi è la lettera ”T”, che rimanda al primo modello di automobile prodotto da Ford, il ”modello T”). L’idea della cancellazione del passato è quella che viene presentata dal meccanismo del potere nel romanzo ”1984” di Orwell: in assenza di passato infatti non si può nemmeno immaginare un futuro migliore.

Si annulla così il valore del monumento storico, che serviva alla popolazione per ricordare la storia passata, rimembrare ovvero riallacciare il corpo della società. In ”Brave the new world” vi è infatti la chiusura dei musei, la distruzione dei monumenti storici e la soppressione di tutti i libri pubblicati prima dell’era ”Fordiana”. Il potere vuole quindi l’ignoranza del popolo in cambio di una sola apparente libertà.

Il nome di Ford richiama quindi l’idea della ”grande industria”, del Capitalismo che è fondato su una ricerca ossessiva del guadagno, anche a scapito del popolo. L’invito al consumo, nel testo è visibile ovunque: tutto è moderno, vi è moltissima pubblicità e propaganda legata all’ideologia della produzione e del consumo voluti dal potere (come in ”1984” la propaganda si riscontra nei teleschermi e nei ”riti moderni” che sono volti all’adorazione del Grande Fratello).

Tutti sono apparentemente liberi ma ognuno si autocontrolla essendo condizionato senza neanche averne coscienza, dal potere (e questo ricorda il meccanismo del ”Panopticon”di Bentham, dove nelle loro celle, i carcerati non possono vedere chi li controlla dalla torre ma sanno di poter essere visti inconsapevolmente in ogni momento dai carcerieri). L’idea è quella di un mondo totalmente industrializzato e perciò anestetizzato dai sentimenti umani.

Il titolo, ”Brave the new world” è ripreso dalle parole pronunciate da Miranda ne ”La tempesta” di Shakespeare. Quest’ultima è entusiasta alla vista del mondo esattamente come quando nel romanzo di Huxley, il selvaggio Jhon arriva nel Mondo nuovo dalla sua riserva naturale in Messico. Dapprima questo sembra straordinario, quasi utopico ma in realtà l’utopia viene portata allo stremo divenendo distopia (una realtà dunque capovolta da meravigliosa a troppo artificiale e dunque orribile). In ”Brave the new world” infatti, tra i libri distrutti dal potere vi sono le opere di Shakespeare, che sono volte alla riflessione e dunque riportano in vita i sentimenti, ma che il potere vuole dominare portando le persone a ragionare solo con una filosofia collettivistica.

Nel Mondo nuovo di Huxley, il valore della famiglia è inesistente, sostituito dal valore dell’industria: questo porta dunque a porsi domande sull’attendibilità della legge umana poiché dimostra che anche l’umano può divenire macchina, essendo anestetizzato dai sentimenti (anche questi, dato di cultura e non di natura, fondamentalmente). Leggendo il romanzo si avverte un forte senso di straniamento voluto dall’autore, causa della normalizzazione della condizione inumana della popolazione stessa. Il parto naturale è sostituito da quello industriale, e gli individui vengono programmati fin dalla loro creazione in laboratorio, per amare la propria ”casta” d’appartenenza con continui condizionamenti fin dalla nascita (rispettivamente Alfa, Beta, Gamma, Delta ed Epsilon).

Come ”rimedio” ad ogni eventuale infelicità, alla popolazione viene fornita una droga (euforizzante ed antidepressiva), il soma; garantendo così un ulteriore controllo della società da parte del potere.

L’umanità è apparentemente sempre felice, ma questa situazione è ottenuta sacrificando la famiglia, l’amore, la diversità culturale, l’arte, la religione, la cultura (tutto ciò che caratterizza l’essere umano). La violenza, nel Mondo nuovo è sottile ed impercepibile: è data dal piacere, che più generalmente genera ribellione ad un regime.
Le persone sono convinte dal potere stesso che tutto ciò che porta emozioni crei instabilità, sofferenza, e che dunque sia negativo. Il mondo di Orwell in ”1984” sopprime l’individuo, quello di Huxley lo crea; ma in entrambi i casi ciò viene fatto con l’attenta strategia del controllo delle singole menti per arrivare al controllo di tutto il corpo sociale. Da una parte la paura impotente, dall’altra la serenità incosciente.

Oggi più che mai, seppur in altri termini e condizioni (attraverso Internet, le mode, il pensiero omologato delle masse arrabbiate), bisogna prestare attenzione a non fare avvenire ciò che Huxley aveva già predetto anni fa: rimanere se stessi, ricordare gli insegnamenti del passato e dare spazio ai valori che caratterizzano l’essere umano come ”Uomo”.