Mille splendidi soli: amicizia e amore fra i profumi d’Oriente

Immaginate una città che diventa crocevia delle antiche carovane che, attraversando la via della seta, andavano dalla Cina all’India spingendosi sino al Mediterraneo; uno sfondo che nulla avrebbe da invidiare agli scenari delle fiabe de Le Mille e una notte, fra la moschea Shah-Do Shamshera, il mausoleo di Nadir Shah, il palazzo-fortezza reale detto Arg, la tomba e i giardini di Babur, il Minar-i-Istiqlal (faro dell’indipendenza), il Giardino di Paghman, il fortino di Bala Hissar ed il Bazar d’Argento. Una terra ricca di contrasti, che ha perso i fasti del passato a causa di diverse guerre ed una dittatura feroce, le cui ferite ancora oggi non sono del tutto risanate.
Stiamo parlando dell’Afghanistan, in particolare di Kabul, dove è ambientato il secondo romanzo di uno degli autori contemporanei più apprezzati, Khaled Hosseini. Il titolo del romanzo, “Mille splendidi soli”, trae spunto dai versi di un poeta afgano del XVII secolo, Saib-e-Tabrizi, che di Kabul scrisse: “Non si possono contare le lune che brillano sui tuoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri”.


Mille splendidi soli
è la storia di due donne molto diverse, della loro amicizia, dell’amore negato ad entrambe. Mariam è la figlia illegittima di una serva ed un uomo ricco; porta sulle spalle il peso di essere un’harami (bastarda) e per questo vive isolata su una collina nei pressi di Herat con sua madre. Quando quest’ultima si toglie la vita in seguito alla fuga di Mariam (che il giorno del suo 15° compleanno decide di andare a casa di suo padre Jalil, ma egli la lascerà dormire in strada), la ragazza viene ospitata a casa di suo padre dove, essendo motivo di vergogna per le mogli ed i figli legittimi di Jalil, la sua permanenza è molto breve. Mariam, infatti, a soli 15 anni va in sposa a Rashid, un uomo di oltre 40 anni di Kabul, il quale ben presto renderà un inferno la sua vita. Laila, invece, è una donna bella e coraggiosa, ben istruita e di buona famiglia, innamorata del suo amico d’infanzia Tariq. La guerra scoppiata subito dopo l’insediamento del regime dei talebani le porterà via l’amico ed amante e la renderà orfana. Incinta, è costretta a sposare anch’essa Rashid (che l’aveva accolta in casa) per assicurare a lei ed al suo bambino di aver salva la vita, pur sapendo che l’attende un futuro incerto e privo di amore.

Mariam e Laila impareranno ad essere amiche, a farsi forza ed a comprendere – soprattutto la prima – cosa sia l’amore per un altro essere umano. Mille splendidi soli è la storia di due donne afgane, simili a tante altre donne afgane, che si sono viste negare la dignità, la libertà, il diritto di sognare e di far valere i propri desideri da uomini pronti a metterle a tacere con violenza; ma è anche la storia della forza di due donne afgane che sono state capaci, ognuna a suo modo, di reagire a questi soprusi.

I piatti afgani nominati nel libro sono molti e scandiscono i momenti della vita dei protagonisti, dal pane alle zuppe di verdure fino al gelato all’acqua di rose; il profumo delle spezie, in particolare della curcuma e dello zafferano, sembrano risalire dalle pagine del libro.
È proprio pensando ai profumi ed ai sapori mediorientali che abbiamo scelto il dolce adatto a questo libro: i Ranginak sono i tradizionali datteri farciti con noci, spalmati con un impasto di burro e farina ed insaporiti con cannella e zucchero a velo. Il dattero è un frutto molto presente nei paesi mediorientali: i popoli nomadi se ne nutrono durante le traversate nel deserto (per questo sono denominati “nettare del deserto”), può avere un effetto terapeutico per l’infiammazione delle vie respiratorie, può essere mangiato da solo, farcito con frutta secca o in abbinamento con i formaggi più saporiti. Nel Corano il frutto è descritto come “simbolo degli dei” associato al paradiso ed i musulmani usano rompere il digiuno proprio con i datteri, così come faceva Maometto; inoltre, è bene tenerne una scorta per gli ospiti improvvisi.

Provateli in attesa delle feste natalizie, fra il tepore del fuoco, le luci colorate dei primi addobbi e questo libro in cui la Storia, quella fatta di guerre e terrore, si intreccia con altre storie, non meno intense e toccanti. Da Kabul, per ora, è tutto.

 

Emilia Granito