Metro “solo per le donne” dopo le 22 – La proposta di Corbyn

Avete mai preso la metro di notte? Non è un posto molto sicuro, specialmente se siete donne. Purtroppo sono numerosi i casi di aggressione dentro il mezzo sotterraneo, ma in Inghilterra qualcuno ha pensato ad una soluzione: si chiama Jeremy Corbyn ed è l’attuale candidato alla guida del partito laburista inglese.

Il 67enne di Chippenham ha fatto una proposta che ha sconvolto non poco il popolo londinese. Questo ha proposto infatti dei vagoni della metro ad uso esclusivo delle donne. Un’idea che ci sembra leggermente copiata da BoJack Horseman come quando Todd inventa i taxi per le donne. I vagoni della metro “Women Only” funzionerebbero a partire dalle 10 di sera con lo scopo di  ridurre la possibilità che le donne subiscano molestie sui treni della popolare underground londinese. Come potete immaginare la notizia non è passata inosservata, specialmente perché l’idea di Corbyn sembra ispirarsi ad i vecchi treni inglesi che dal 1874 al 1977 erano riservati esclusivamente a passeggeri di sesso femminile, sebbene come potete benissimo immaginare i risultati non sono stati dei migliori. Come è normale molte donne in Inghilterra hanno iniziato ad interrogarsi sulla proposta del candidato alla guida dei laburisti: discriminazione o tutela attraverso la semplice differenziazione? Yvette Cooper, diretta avversaria di Corbyn per la guida del partito laburista, la chiama senza mezzi termini segregazione.

Come sapete noi di Social Up vi abbiamo già parlato delle difficoltà delle donne che si trovano a camminare per le vie delle città più grandi nella notte e sappiamo bene quanto rischioso sia scegliere certe strade piuttosto che altro o prendere un mezzo piuttosto che un altro, tuttavia non crediamo che questa scelta possa incidere positivamente sul comportamento delle vittime. Inoltre andrebbe a prevenire il verificarsi di violenze all’interno dei treni, ma non garantirebbe la sicurezza delle donne nelle stazioni e nelle loro immediate vicinanze. Dunque mezzi di trasporto solo per donne rappresenterebbero una pezza e non una soluzione alle molestie e alle violenze. Si dimostrerebbe molto più lungimirante investire sull’educazione sessuale fin da piccoli.

Educazione sessuale intesa non solo come prevenzione di gravidanze indesiderate o malattie sessualmente trasmissibili, ma come sfera dei rapporti umani. Ovvero educazione al dialogo e al rispetto tra sessi con l’obiettivo di andare oltre tabù e stereotipi anacronistici.

Andrea Calabrò