Messico on the road: girando per lo Yucatan in auto [pt.1]

Ci sono viaggi che ti segnano, non solo per le meraviglie che vediamo ma soprattutto per le sensazioni e le emozioni che solo alcune atmosfere possano regalarti. Nel mio caso, uno dei viaggi che più mi ha colpito è stato quando ho girato in auto la penisola dello Yucatan, in Messico. Pertanto ho deciso di raccontarvi in prima persona le emozioni che ho vissuto durante la mia vacanza.

Fase uno. L’inizio del Viaggio

Dopo un interminabile volo da Roma di oltre 9 ore ed uno scalo a Cuba, io e la mia ragazza atterriamo finalmente in tarda serata (ore 23.00 locali) all’aeroporto internazionale di Cancun. Da lì, tramite una navetta fornita dal nostro tour operator, veniamo trasferiti nel nostro albergo, il Viva Wyndham Maya,  nella zona Hotelera di Playa del Carmen, la famosa località balneare messicana. Come potete immaginare, inizialmente la nostra idea era quella di passare una quindicina di giorni nel relax e nella tranquillità che solo un viaggio organizzato può offrirti. Idea morta rapidamente una volta che abbiamo cominciato a intuire le bellezze che questo paese poteva offrire. Armati di pc e guida abbiamo pertanto deciso di intraprendere un viaggio alternativo, abbandonando la vita comoda che ci aspettava, per iniziare una vacanza dai mille risvolti ignoti.

Fase due. Addio vita comoda!

Presi di coraggio e decisi a vivere la vera atmosfera messicana, decidiamo di rivolgerci ad uno dei rent a car disponibili nell’albergo. Dopo una chiaccherata con l’operatore e forniti di tutte le informazioni necessarie, mappe comprese, decidiamo finalmente di affittare un auto. Nello specifico prendiamo una dodge azzurra con cambio automatico. Un’automobile familiare e soprattutto dotata di aria condizionata, che diventerà il nostro fedele mezzo e “compagno” di avventure.

Fase tre: Valladolid e Mérida

Decidiamo di iniziare la nostra avventura on the road prendendo l’autostrada che da Playa del Carmen porta verso Cancun. Per chi non lo sapesse, il Governo Messicano negli ultimi anni ha investito tantissimo nelle infrastrutture ed in particolare nelle autostrade per migliorare i collegamenti delle principali località turistiche dello Yucatan. Nel particolare la strada citata è sicuramente una delle più moderne della regione, con quattro corsie e continui rifornitori in entrambe le corsie di marcia. Arrivati a Cancun diamo un’occhiata veloce alla città e decidiamo di procedere in direzione Valladolid. Si tratta di una graziosa cittadina coloniale nota per la cattedrale di San Gervasio e per i numerosi cenote, le famose cave d’acqua dolce di cui lo Yucatan è pieno. Dopo un breve giro e una sosta in uno dei ristorantini presenti nella piazza principale, decidiamo di proseguire il viaggio dirigendoci verso Mérida la capitale dello stato federale dello Yucatan, uno dei tre stati che assieme al Quintana Roo e a Campeche costituiscono l’omonima penisola. A Mérida ci fermiamo per la notte dopo aver preso una stanza doppia in uno degli Hotel nella piazza Centrale. Devo ammettere che questa città di quasi un milione di abitanti mi ha saputo sorprendere positivamente per più motivi. In primis la bellezza del centro storico, pieno di edifici in stile coloniale come la cattedrale ed il municipio, in secondo luogo la vita notturna in quanto la città è piena di locali e ristoranti nonché negozietti e botteghe di prodotti tipici e per concludere i prezzi realmente convenienti rispetto alle località più blasonate del Quintana Roo (per essere chiari ho alloggiato in un albergo del centro della città con meno di 50 euro a notte per due persone).

Fase quattro: le rovine di Edzna

Una volta passata la notte e fatta una bella colazione, imbocchiamo l’autostrada in direzione Campeche ma prima decidiamo di scendere più a sud per visitare le rovine di Edzna. Si tratta di alcune delle rovine tra le meno visitate vista la lontananza dai circuiti turistici tradizionali. Inoltre per raggiungerle è necessario abbandonare l’autostrada e prendere una serie di strade secondarie. Però le fatiche vengono ricompensate con uno dei paesaggi più belli che abbia visto. Provate ad immaginare l’emozione di entrare in una foresta e vedere all’improvviso aprirsi una pianura che ospita antiche rovine ed una gigantesca piramide al centro. Se poi consideriamo che erano le prime rovine Maya che vedavamo dall’inizio del viaggio, una sensazione impagabile!

Fase cinque: Polizia vattene via

Purtroppo questo momento magico è stato in parte rovinato da uno spiacevole episodio accaduto prima di raggiungere il sito archeologico di Edzna. Per chiunque sia stato in Messico e soprattutto abbia deciso di organizzarsi un viaggio fai da te, sarà purtroppo capitato di imbattersi nella polizia messicana. Una premessa, la quantità di posti di blocco presenti lungo le strade o nelle arterie principali è solo paragonabile al numero di auto che troverete nella circonvallazione di Roma all’orario di punta. Pertanto è praticamente impossibile che in un viaggio del genere non capiti di essere fermati dalla polizia e naturalmente spesso si tratta di un’esperienza non entusiasmante, non tanto perché controlleranno ogni bagaglio, facendoti saltare la tabella di marcia, ma per il fatto che hai altissime probabilità che ti chiedano soldi per qualche infrazione inesistente. Infatti la polizia messicana è fra le più corrotte al mondo ed una coppia di turisti stranieri rappresenta una situazione troppo ghiotta per lasciarsela sfuggire. Per fortuna ed aggiungo come ogni cosa in Messico, è possibile contrattare ed alla fine alla modica cifra di 250 pesos messicani (circa 14 euro) ci hanno lasciati andare. Da quel momento abbiamo dovuto conteggiare tra le spese di viaggio anche questo nuovo tipo di balzello sicuramente più caro dei normali caselli autostradali. Aggiungo che nel corso del viaggio siamo stati fermati altre tre volte…

 

Continua nel prossimo articolo…

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Fulvio Mammana