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Magari: su RaiPlay l’aggraziato film di Ginevra Elkann

E’ con Magari, esordio alla regia di Ginevra Elkann, produttrice e cofondatrice della casa di distribuzione Good Film, che si apre la serie di appuntamenti  di Rai Cinema, che trasmetterà in esclusiva e gratuitamente 8 film italiani sulla piattaforma RaiPlay, in attesa del ritorno nelle sale.

Ha il sapore del cinema indipendente la prima pellicola diretta da Ginevra Elkann, di un buon cinema indipendente, che con garbo, verosimiglianza, ironia, un velato disincanto e una buona attenzione per le relazioni inter familiari costruisce il racconto di una strana  vacanza, quella di tre fratelli, Alma, Sebastiano e Jean, i quali si ritrovano a dover passare del tempo con loro padre (Riccardo Scamarcio), che non vedono da molto, a causa della separazione dei loro genitori.

Trasferitisi con la madre (ruolo affidato all’attrice francese Céline Sallette) in Francia e convertiti alla fede ortodossa dopo l’unione con il nuovo compagno di quest’ultima, il che lì vede dediti spesso alla preghiera e all’osservanza scrupolosa di riti religiosi, i tre ragazzi, sono mandati dalla madre a Roma, per rimanere per un breve periodo con il padre e la nuova compagna di quest’ultimo (Alba Rohrwacher).

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Film per lo più di interni, che analizza la dimensione casalinga di una temporanea convivenza di affetti,  il film di Ginevra Elkann parte dalla prospettiva dei tre ragazzi, per raccontare la loro crescita e soprattutto la loro rivalutazione della realtà (come sottolinea il titolo). Così le fantasticherie ad occhi aperti della piccola Alma, i sogni idilliaci di ricongiungimento vengono gradualmente in contatto con la strana atipicità degli affetti della sua famiglia, che risulta composta non solo dal padre e dalla madre, in litigio costante, e dai fratelli, ma anche da altri soggetti, come la nuova compagna del padre, con cui inevitabilmente si instaura un confronto.

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Lo stesso accade a suo fratello maggiore, il quale chiaramente si rapporta al padre ad un livello adolescenziale più complesso e stratificato che va dalla critica, alla rivalità; dall’immedesimazione alla provocazione ed investe i valori, le regole, la sessualità e la capacità di giudizio.

Tutte queste dinamiche sono rese con uno stile registico attento ai particolari, con sobrietà, ma anche leggerezza. Il viaggio dei ragazzi risulta realistico nell’impianto della sceneggiatura di Chiara Barzini e Ginevra Elkann e nella costruzione dei personaggi. Buona prova di Riccardo Scamarcio nella recitazione e nella resa espressiva , in sintonia tra l’altro con la figura interpretata dalla Rohrwacher. Importante lo sguardo dei tre ragazzi, seguito con costanza dalla macchina da presa: non a caso Ginevra Elkann ha affermato che i giovani attori sono stati i primi ad essere selezionati per dare vita al progetto filmico.

Delicato, aggraziato, Magari è un film che immortala un momento di aggregazione di un nucleo familiare destinato probabilmente a dividersi. Lo fa attraverso vicende della quotidianità, che riguardano un padre e i suoi figli in un contesto di separazione genitoriale non pacifica. L’andamento della trama è ben finalizzato, senza forzature e con scorrevolezza, al suo messaggio.

Il film fa emergere come le persone possano essere molto di più di più di come appaiano: anche gli affetti hanno le loro contraddizioni, così come possono celare inaspettate e positive scoperte. Questo vale per i ragazzi, ma in fondo anche per gli adulti.

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La pellicola (che ha aperto Locarno 2019 ed è stata presentata al Festival di Torino) è in parte autobiografica, soprattutto lì dove segue alcuni pensieri della bimba protagonista. Anche Ginevra Elkann (nipote di Gianni Agnelli), infatti, ha vissuto da piccolissima la separazione dei genitori, assieme ai due fratelli John e Lapo. Il film parte proprio da un riavvicinamento agli affetti distanti,  spesso trasfigurati dall’immaginazione, determinata dalla lontananza, a maggior ragione se filtrati attraverso la fantasia di una bambina.

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Altre figure di contorno rispetto al nucleo familiare principale servono a stemperare gli scontri vissuti all’interno del nucleo, comunque mai troppo marcati, il che è un pregio, visto che molto spesso i conflitti familiari reali si formano sul non detto e non solo esclusivamente su violente “sfuriate” o dirompenti rotture, le quali molte volte imperversano al cinema, con toni altisonanti e non sempre verosimili, che servono più a stupire che non a raccontare qualcosa di intimo o personale. Non è il caso di Magari, come si diceva, che nel raccontare il nucleo familiare si dimostra comunque asciutto e nel complesso verosimile. Un buon inizio per RaiPlay e Rai Cinema nel promuovere pellicole italiane in streaming, attraverso una pellicola  dalla evidente dimensione internazionale e festivaliera, sottolineata anche dal bilinguismo (francese, italiano).

Francesco Bellia