Lunga vita al Ratto

È stata davvero un’epoca di meraviglie.

Così l’ultimo supereroe di New York dà il suo addio a Rat-Man al termine di una delle saghe più intense della celeberrima serie di Leo Ortolani.

Il ventotto settembre Rat-Man in persona – al secolo Deboroh La Roccia – ha seguito il suo esempio, lasciando i suoi lettori orfani di una delle serie più longeve e amate del fumetto italiano.

Il centoventiduesimo episodio della serie regolare di Rat-Man, intitolato Quando tutto finisce e distribuito in anteprima nelle edicole pochi giorni prima dell’uscita ufficiale, ha chiuso il sipario su un’era della cultura pop (e nerd) italiana.

La storia riunisce i fili di decenni di Rat-Man con l’umorismo e l’emozione forte, da pugno allo stomaco, di cui l’autore è diventato un maestro sempre più raffinato nel corso degli anni.

Non solo il Ratto in persona, ma anche antagonisti e comprimari come Valker, Cinzia e Brakko concludono i rispettivi archi narrativi in bellezza, in un finale che pulsa di passione per il fumetto supereroico dalla prima all’ultima pagina.

Come spesso è accaduto negli anni, la vita di Leo informa i temi delle sue storie, e le pagine sulla famiglia farebbero commuovere anche Gigioni (un altro ospite occasionale delle avventure di Rat-Man, ispirato ai personaggi larger than life interpretati da Vin Diesel).

La fine di Rat-Man (che è, incidentalmente, il titolo di un altro numero della serie) non è ovviamente la fine dei fumetti di Ortolani, comunque, e non è neanche la fine di Rat-Man in tutto e per tutto: il 29 settembre a Parma, ad esempio, l’autore ha presentato il suo volume di prossima uscita C’è spazio per tutti, nata da una collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. Nel frattempo ristampe ed edizioni speciali, con qualche storia inedita, procedono ancora a pieno ritmo.

E adesso? Ortolani suggerisce che potrebbe lavorare a una storia a tema Dylan Dog – un altro gigante del fumetto italiano – ma che al di là dei progetti attuali sarà necessario aspettare per scoprire cosa riserva il futuro.

Non resta che ringraziare il papà del Ratto e, nell’attesa delle nuove uscite, rituffare il naso nelle storie che ci hanno accompagnato per quasi trent’anni, da quelle semplici di una volta – così le chiama Leo per scherzare sulla nostalgia che certi lettori ne avevano – a quelle più complesse e sfumate che hanno accompagnato la crescita del personaggio, della serie e del suo creatore. E anche, per quanto suoni banale, la crescita di (più di) una generazione.

Non resta che voltarci e salutare un’epoca di meraviglie, prima di fare come ci ha insegnato Rat-Man.

Flettiamo i muscoli e siamo nel vuoto.

Riccardo Rossi