“Love”: quando l’arte incontra l’amore

“All you need is love” cantavano i Beatles nel famoso brano destinato a passare alla storia, “L’amor che move il sole e l’altre stelle” scriveva Dante Alighieri nella sua Divina Commedia. Dalla musica alla letteratura ed infine all’arte, l’amore si sa ha da sempre rappresentato la musa ispiratrice per eccellenza di numerosi artisti, letterati e musicisti. Fino al 26 febbraio Roma ospiterà la mostra “; mettete da parte per una volta Picasso, Frida Kahlo, Caravaggio e molti altri nomi che da sempre hanno mosso la maggior parte di visitatori nei più grandi musei italiani. Più che un’esposizione è una vera e propria dichiarazione d’amore alla quale hanno partecipato i più importanti artisti contemporanei come Yayoi Kusama, Tom Wesselmann, Andy Warhol, Robert Indiana, Gilbert & George, Francesco Vezzoli, Tracey Emin, Marc Quinn, Francesco Clemente e Joana Vasconcelos.

In un’atmosfera volutamente kitsch con tanto di moquette rosa, cuori, cupidi e pareti che invitano a lasciare messaggi romantici, il Chiostro del Bramante si presta a festeggiare i primi vent’anni di attività. Il percorso inizia proprio con l’opera “Love” di Robert Indiana, perfetta incarnazione dell’immagine che si fa parola. Seguono “Metalepsy” di Gilbert & George in cui i due artisti sfigurano i loro stessi corpi in un intreccio fatto di giochi ed immagini, il gigantesco cuore realizzato con posate di plastica rossa di Joana Vasconcelos “Coração Vermelho #3″ e la Infinity Mirrored Room di Yaoi Kusama con la sua “All the Eternal Love I Have for the Pumpkins“, una stanza di specchi all’interno di un cubo piena di zucche gialle con pois neri ed ancora Vanessa Beecroft che, con la sua opera, raffigura una donna intenta ad allattare i suoi figli, incarnazione perfetta di una delle forme d’amore più importanti al mondo, quello di una madre. Non poteva poi mancare il volto di Marilyn che ha incantato intere generazioni e che torna a farci sognare con “One Multicoloured Marilyn” di Andy Warhol, ma anche video-istallazioni che raccontano differenti linguaggi sperimentati da Ragnar Kjartansson, Tracey Moffatt, da Nathalie Djurberg e Hans Berg.

L’esposizione, che in cinque mesi è stata visitata da circa 83mila persone di cui sette su 10 erano adolescenti, è risultata un successo che ha disorientato tutti, persino gli organizzatori. Tra questi Danilo Eccher, il quale afferma: “Questa mostra non vuole dare risposte, ma permettere a chiunque di rivivere la dimensione dell’amore attraverso frammenti, suggestioni, come in un videogioco, dove solo vincendo un livello si può accedere al successivo”. Del resto San Valentino si avvicina, quale miglior modo per festeggiarlo se non attraverso una rassegna che lo rappresenta?

Foto: www.chiostrodelbramante.it

Erminia Lorito