Louis Vuitton Objets Nomades – Oggetti nomadi per i viaggiatori più esigenti

Anche quest’anno si è rinnovata la collaborazione tra Louis Vuitton e palazzo Bocconi che, dal 4 al 9 Aprile, ha ospitato nelle sue preziosissime sale la mostra intitolata Objets Nomades.

Il progetto è nato nel 2012 quando, per la prima volta, si è pensato di esporre in un’unica mostra oggetti da viaggio ricercati ed eleganti, oggetti pensati in collaborazione con i più richiesti e sapienti designer del mondo.

Da sempre la maison francese si impegna a soddisfare le più originali ed esigenti richieste dei propri clienti: per l’esploratore Pierre de Savorgnan de Brazza, per esempio, nel 1874 venne creato un apposito baule letto che fosse elegante e charmant, ma comodamente trasportabile. Da qui la produzione di pezzi di design fu inarrestabile. Le richieste furono tra le più inaspettate e furono tutte soddisfatte con la maestria e l’artigianalità che contraddistinguono le opere Louis Vuitton. Ispirandosi all’iconico baule ne vennero prodotti per tutte le occasioni: il primo baule-armadio, il baule altare e il baule doccia. Una delle commesse più stravaganti venne dal maharaja Sayyaji Rao Gaekwad III che, nel 1926, richiese un baule per il proprio servizio da tè.

Oggi Louis Vuitton si rinnova in continuità con la propria tradizione nella produzione di articoli da viaggio. Gli “Objets Nomades” che hanno da poco debuttato in occasione del Salone del Mobile di Milano sono il frutto della creatività di India Mahdavi e Tokujin Yoshioka. Due nomi importanti che si vanno ad aggiungere alla lunga lista di designer che hanno preso parte al progetto negli anni e che non temono di essere accostati a quelli di Atelier Oï, Maarten Baas, Barber and Osgerby, Fratelli Campana, Damien Langlois-Meurinne, Nendo, Gwenaël Nicolas, Raw Edges, Patricia Urquiola, Marcel Wanders.

L’essenza è dunque un nomadismo raffinato che non vuole rinunciare al lusso e al design. Per ora i pezzi della collezione sono 25, l’uno diverso dall’altro, ma legati da un filo rosso che è l’iconico cuoio Nomade Louis Vuitton. L’abilità dei talenti che vi hanno lavorato è stata quella di comprendere lo spirito di innovazione del brand che è confluita in oggetti originali ed eleganti dalle linee pulite, ma con un pizzico di stupore. Un equilibrio perfetto di colori, forme e proporzioni che giocano con effetti speciali: gli oggetti stupiscono e prendono vita aprendosi, diventano leggeri e scompaiono chiudendosi quasi ad annullarsi in pochi centimetri di spessore.

In anteprima mondiale a Palazzo Bocconi si è potuto osservare il tavolino di India Mahdavi ispirato ad un esotico talismano, proposto nelle nuances del blu e degli azzurri attraverso motivi geometrici che sembrano diventare petali. Tokujin Yoshioka è invece l’autore di blossom stool, uno sgabello ispirato all’iconico fiore dei monogrammi Louis Vuitton. Essenzialità e un pizzico di magia in uno sgabello in pelle fatto di petali ripiegati l’uno sull’altro. All’apparenza impalpabile e minimal, ma sofisticato ed originale, sul cui stelo spicca l’iconico monogramma LV.

Atelier Oï propone una sedia pieghevole ricoperta in pelle e decorata dalle fibbie e dai cinturini che tradizionalmente contraddistinguono le borse Louis Vuitton. Non mancano nella collezione amache, sedie e lampadari tutte create con l’obiettivo di stupire ed accontentare le esigenze dei nomadi più pretenziosi.

Objets Nomades sarà itinerante così come i pezzi che la costituiscono sono pensati per viaggiare nel mondo. Un’altra missione portata sapientemente a termine da Louis Vuitton: una storia all’insegna della qualità e del buon gusto che affonda le proprie radici nel 1854. Da allora non ha mai smesso di rinnovarsi per essere al passo con le tendenze, ma sempre senza venire meno ai propri ideali di stile e qualità.

Valentina Seveso