Lo sport più diffuso del mondo? Giudicare la gente!

Di Fabio Sciuto per Social Up!

Ormai, e forse lo è sempre stato, è uno sport molto diffuso. Molti lo fanno per professione senza neanche accorgersene. Non stiamo parlando né di calcio né di basket. Parliamo di una abitudine consolidata di tante, troppe persone: giudicare, sempre e comunque gli altri, quello che pensano e quello che fanno. Non si tratta del ben più proficuo criticare per crescere o per aiutare ma dell’emettere sentenze in continuazione, a brucia pelo e a proposito di tutto e tutti. Si tratta di una attività diffusissima dove qualcuno si erige a giudice supremo degli eventi altrui, ovviamente a gratis. Nella quasi totalità dei casi le sentenze “sputate” sono negative e distruttive e hanno valore di giudizio supremo e divino. Un po’ a tutti è capitato di giudicare qualcosa senza però farne una costante caratteriale del nostro modo di essere ma pare proprio che, secondo lo studio dei profili psicologici, i supremi giudici abbiano caratteristiche comuni che li contraddistinguono:

  • Emettono sentenze sugli altri senza mai farlo in presenza dei diretti interessati, sarebbe troppo onesto e sincero
  • Sono convinti che nessuno si prenderà mai la briga di giudicarli poiché loro sono esseri perfetti
  • Hanno l’idea che mettere in cattiva luce gli altri sia il mezzo migliore per brillare per contrasto
  • I successi degli altri sono sempre legati a raccomandazioni, sono ingiusti e immeritati mentre i loro sono solo frutto del proprio sudore e del proprio sangue
  • Hanno poche passioni ed interessi ed hanno uno scarsissimo senso di autocritica
  • Pare che siano facilmente irritabili davanti ad eventuali contestazioni di altri
  • Giudicano e sminuiscono la vita degli altri poiché invidiosi ed insoddisfatti di ciò che fanno ed hanno
  • Nella quasi totalità dei casi non hanno idea di ciò che giudicano
  • Emanano tossine psicologiche

Insomma, chi giudica a ripetizione pare proprio che soffra  quasi di una malattia e i sopraindicati elementi caratteriali lo dimostrano. Una volta individuati e stanati, tali soggetti vanno ignorati. Sembra proprio che l’unica arma da poter utilizzare per neutralizzarli sia l’indifferenza totale. Nel caso in cui si ponga l’orecchio ai giudizi continui e gli si dia troppa corda si corre il rischio di ammalarsi e di essere contagiati da questo tremendo vizio. Potrebbero risentirne l’autostima e il proprio equilibrio interiore. Un affare serio. D’altra parte si sa che si può avere un parere, una opinione ma sparare sentenze sempre e comunque non è mai una caratteristica positiva. E tu che fai, giudichi sempre tutto e tutti? Come diceva Wittgenstein nel suo Tractatus logico-philosophicus: “Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere”. Meditiamo.

redazione