L’intervista agli Steve ‘N’ Seagulls – Dalla campagna finlandese al successo internazionale

Mettiamo insieme fisarmonica, banjo, mandolino, contrabbasso, cinque tipi stravaganti e la campagna finlandese ciò che verrà fuori sarà un concentrato di talento e follia che prende il nome di Steve ‘N’ Seagulls: Pukki Kaalinen contrabbasso e voce; Wild Till Hiltunen fisarmonica, mandolino e casio; Herman de German banjo, chitarra e voce; Remmel voce, chitarra acustica e mandolino e Puikkonen batteria, percussioni e voce. Questa cover band è attiva dal 2011, ma ha raggiunto l’apice del successo internazionale nell’estate del 2014, grazie alla popolarità dei loro video su Youtube, in cui è possibile vederli nelle loro personali versioni di classici Metal come “The Trooper” degli Iron Maiden e “Thunderstruck” degli AC/DC. L’enorme successo è stato, inoltre, confermato dall’uscita del loro primo album Farm Machine, uscito il 12 Maggio 2015 e prodotto dalla famosa casa discografica finlandese Spinefarm, nota per aver portato al successo importanti gruppi heavy e folk metal.

A farci conoscere meglio la vita e la musica degli Steve ‘N’ Seagulls sarà proprio Pukki.

Come è nata la vostra passione per la musica?

Probabilmente nello stesso modo di qualsiasi altro musicista, fin da piccoli ascoltavamo la musica con i nostri genitori canticchiando insieme, con il tempo abbiamo imparato a suonare alcuni strumenti musicali e a formare i primi gruppi. Ad esempio la mia prima band era formata da me, mia sorella, un sacco di bollitori e padelle e la vecchia chitarra di mia madre.

Come sono gli Steve ‘N’ Seagulls quando i riflettori si spengono?
Gli Steve ‘N’ Seagulls sono un gruppo di ragazzi normali e sudati con un furgone da sistemare, nulla di più!

Com’era la vostra vita prima di ottenere un tale successo?
Prima di diventare famosi guidavamo, trasportavamo pacchi e suonavamo musica per vivere. Ora guidiamo, voliamo, trasportiamo le nostre scatole, suoniamo musica e vendiamo magliette per vivere.

Cosa significa per una cover band ricevere elogi da parte dell’élite del mondo Metal? Ad esempio Guitar World o Metal Sucks.
Certamente, oltre ad essere un grande onore, essere notati da magazine di questo spessore ci ha dato una vera spinta, specialmente perché hanno un seguito nutrito di lettori assidui. Ci è stato di grande aiuto soprattutto per il nostro primo video di Youtube “The Trooper”.

La cosa più folle successa durante il vostro tour?
Se devo essere assolutamente onesto, la maggior parte delle cose folli che sono successe in questi anni sono accadute quando eravamo troppo ubriachi e sinceramente non ricordiamo nulla. Detto questo, siamo un gruppo abbastanza noioso sotto questo punto di vista…

Raccontateci come è stato lavorare per un’etichetta discografica come la Spinefarm?
Ovviamente é stata un’opportunità unica avere un’etichetta discografica internazionale. Inizialmente, abbiamo creato l’album principalmente da soli, ma un’etichetta riconosciuta era vitale per lanciarlo; soprattuto un aiuto importante lo abbiamo ricevuto dalle filiali discografiche in Inghilterra e Stati Uniti, che ci hanno offerto gran supporto in termini di promozione mentre eravamo in tour.

Cosa dobbiamo aspettarci per il futuro?
Un sacco di concerti e, se tutto va bene, un altro album alla fine dell’anno prossimo. Per i prossimi mesi saremo ancora in tour per la promozione di Farm Machine. Suppongo che ritorneremo anche in Italia; fino ad ora abbiamo fatto un solo concerto nel vostro Paese a Rivergaro in Emilia, dove il pubblico è stato davvero molto affettuoso!

Non resta altro che continuare a seguire le magie musicali di questi cinque ragazzoni scandinavi in bretelle e salopette, aspettando di poterli sentire e applaudire live molto presto in Italia.

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Claudia Ruiz