Bustine del tè che diventano libri per ingannare l’attesa – #fooks

La vita è fatta di tempi morti, e soprattutto di attese: in fila alla cassa, alla fermata del tram, bloccati nel traffico o in attesa del ritardatario di turno con il quale avevamo un appuntamento. Ma non solo: l’attesa caratterizza anche i momenti piacevoli, rendendoci ancora più desiderosi di assaporarli, come quando aspettiamo la persona amata o il cameriere con la nostra pizza! E cosa facciamo mentre aspettiamo? La classica idea di persona che aspetta è qualcuno che cammina impaziente su e giù, tamburella con le dita sul tavolo o agita in maniera frenetica e ritmica la gamba, sospirando e sbuffando di tanto in tanto. Da oggi, invece, è possibile rilassarsi anche in attesa di un momento piacevole come il tè caldo nelle gelide serate d’inverno, con Narratè.

L’idea, di una start up italiana, è quella di attaccare alla bustina del tè un libro che può essere letto in 5 minuti – esattamente il tempo di infusione – unendo in maniera innovativa la lettura ed il tè caldo: infatti, non serve più controllare dopo ogni frase letta se il nostro tè è pronto, né c’è più il rischio di appassionarsi troppo alla lettura e dimenticare il nostro infuso, che sarà ormai diventato freddo ed imbevibile. E sebbene l’Italia non abbia una vera e propria “cultura del tè” come accade invece in altri Paesi, le collane di Narratè hanno conquistato diversi luoghi di cultura, fra cui le biblioteche di Milano: il Sistema Bibliotecario Milanese, infatti, nel 2015 ne ha acquistato alcune migliaia di pezzi personalizzati per le 25 biblioteche meneghine.Fra le linee editoriali più apprezzate, ci sono Narrapeople e Narraplanet. La prima vuole raccontare l’essenza dei più influenti personaggi nella storia dell’umanità e ci fa assaporare un tè con Leonardo da Vinci e con Dante Alighieri. La seconda, nonché la più proficua, ci fa scoprire attraverso la tazza l’essenza dei luoghi e delle più importanti città italiane – Milano, Venezia, Firenze e Roma – sviluppando per ognuna una miscela ad hoc. Se la base è sempre costituita da tè nero, infatti, ogni bustina si differenzia poi per tutti gli altri ingredienti, che contengono un richiamo più o meno forte alla città raccontata nella bustina: zafferano per Milano (richiamo al risotto più famoso della città), un mix di spezie per Venezia (che nella storia è stata centro nevralgico per il commercio di questi prodotti), una miscela floreale per Firenze (in onore del simbolo della città, il giglio, e del suo antico nome, Fiorenza) e per Roma, la città eterna, spicca fra gli altri l’alloro, simbolo dell’immortalità.

Accanto a queste, un’altra linea editoriale ci sembra degna di nota, vale a dire Narragood, che si rivolge al no profit ed è uno strumento ideale per facilitare il fundraising solidale, e per cui è già uscito L’essenza del clown in un tè, dell’associazione “Veronica Sacchi” di Milano che si occupa di clownterapia. Un modo, insomma, per scaldare non solo il corpo, ma anche la mente con una buona lettura ed il cuore con una buona azione.

Emilia Granito