“Levium”, un nuovo elemento chimico in onore di Primo Levi

Di Silvia Vassallo  per Social Up!

Una proposta eccezionale arriva dalle pagine della rivista scientifica “Nature”: dedicare allo scrittore italiano Primo Levi uno dei nuovi elementi chimici, parola del giornalista britannico Philip Ball.

Recentemente, infatti, la tavola periodica si è arricchita di quattro nuovi elementi artificiali, il 113, il 115, il 117 e il 118, grazie al lavoro di tre gruppi di ricerca di Stati Uniti, Giappone e Russia. E in attesa di ufficializzare il loro nome e simbolo definitivi, la Union of Pure and Applied Chemistry (UPAC) ha stabilito che vengano chiamati  ununtrio, ununpentio, ununseptio e ununoctio.

Si tratta, per l’appunto, di una soluzione provvisoria, ma secondo quali criteri gli autori delle scoperte potrebbero sostituire, dunque, questi quattro nomi?

Si vociferava, all’interno della comunità scientifica, che sarebbero stati presi in considerazione alcuni parametri già adottati in passato: ad esempio, era stato preannunciato che l’elemento numero 113, in virtù della sua scoperta da parte dei ricercatori giapponesi, avrebbe aperto le strade al nome “Japonium”, assecondando così una tradizione che ha visto battezzare, fra gli altri, il germanio, lo scandio e l’americio.

Una tradizione che, proprio secondo Philip Ball, andrebbe del tutto scardinata: disdegnando ogni forma di campanilismo e nazionalismo, il giornalista ritiene sia giunto il momento di dare libero sfogo all’immaginazione, di costruire dei ponti universali piuttosto che continuare a piantare bandiere ed erigere muri.

E Ball suggerisce un nome, quanto mai significativo: “Levium”, proprio in onore di Primo Levi.

Non tutti sanno, infatti, che Primo Levi, oltre ad essere l’autore di racconti, come “Se questo un uomo”, che descrivono l’orrore dei campi di concentramento nazisti, è stato anche un uomo di scienza: prima ancora di essere deportato ad Auschwitz, egli si era infatti laureato in chimica all’Università di Torino, e la chimica, proprio come il dramma di cui fu protagonista insieme a milioni di individui, fu una costante fondamentale della sua esistenza e della sua opera di scrittore.

E questo particolarissimo aspetto è evidente fra le pagine del quinto libro dello stesso Primo Levi, intitolato, non a caso, “Il sistema periodico”. Ognuno dei 21 racconti che compongono questa raccolta porta il nome di un elemento della tavola periodica, e, in una commistione fra contenuti autobiografici e aneddoti di fantasia, la vita dell’autore viene così scrutata attraverso il caleidoscopio della chimica.


“Il Sistema Periodico di Mendeleev […] era una poesia”, così scriveva Primo Levi. La chimica regola la nostra vita, e il chimico riesce a dominare la materia così come un poeta riesce a dispiegare  ogni singola sfaccettatura dell’animo umano.

Per questo motivo Philip Ball sostiene che proprio “Il sistema periodico” sia il miglior libro mai scritto sulla chimica, aggiungendo infine che “Il Levium significherebbe che la tavola periodica è qualcosa per tutta l’umanità”, un dono che testimonia come la scienza, una volta rifiutato ogni abuso in suo nome, possa essere una forza universale liberatrice.

redazione