Lego Life: il social network per i bambini

Chi l’ha detto che i social network sono fatti solo per gli adulti? A contribuire all’ultima novità è stato il famoso marchio produttore noto a livello internazionale per la sua linea di mattoncini assemblabili che ha ben pensato, ancora una volta, di andare incontro alle esigenze dei più piccini. Già da qualche mese ormai e dopo una lunga fase di test Gran Bretagna, Usa, Germania, Francia e Danimarca hanno avuto la possibilità di assistere al debutto di Lego Life, l’applicazione disponibile su piattaforma iOS e Android grazie alla quale i bambini potranno condividere le loro creazioni e scambiare informazioni. Per il funzionamento riprende la struttura dei più importanti social network del momento con tanto di homepage in cui si susseguono le notizie, accompagnate poi dalla possibilità di lasciare un like o commentare. Ovviamente lo scopo della piattaforma è anche quello di promuovere i prodotti dell’azienda, lanciando non solo pubblicità ma anche sfide e suggerimenti stuzzicando la fantasia degli utenti che si cimenteranno mostrando nuovi articoli, mettendo alla prova la loro creatività. Il tutto seguito da emoji, adesivi ed hashtag.

Che ne sarà dell’annoso problema della sicurezza di cui si discute tanto? Niente paura, i creatori pare abbiano pensato anche a questo. Prima di tutto chi ha meno di 13 anni dovrà fornire il consenso di un genitore accompagnato dalla loro mail personale, per l’ultima conferma. Ogni nuovo iscritto riceverà un nickname assegnato in maniera casuale dalla piattaforma stessa, niente foto profilo ma solo avatar personalizzabili. Non a caso gli ideatori del prodotto si sono affidati ad una società di moderazione che, sfruttando il doppio sistema di controllo sia automatico che umano, passerà al vaglio qualsiasi tipologia di contenuto prima che venga reso pubblico.

E’ chiaro ormai che nell’era di una società sempre più digitalizzata, i famosi omini gialli non potevano non rivelarsi al passo con i tempi. Ne saranno sicuramente felici i bambini, forse un po’ meno quelli italiani i quali restano fuori dal trampolino di lancio della piattaforma, almeno per il momento.

Erminia Lorito