Le Nuove Donne del Cacao? Ora fanno il Sapone

Reinventarsi credo che sia in questo caso il verbo più adeguato per descrivere questa situazione, perché è proprio quello che stanno mettendo in pratica le donne di alcune popolazioni della Costa D’Avorio.

“LE NUOVE DONNE DEL CACAO” è appunto il progetto nato dalla mente di Solange N’Guessan, una donna molto speciale a capo della Unione Cooperative di San Pedro (UCAS), la quale è entrata in stretta collaborazione con le persone che poi hanno concretamente appoggiato il suo sogno: Luigi e Antonella Zaini, titolari della omonima fabbrica di cioccolato italiana, produttrice del cioccolato EMILIA da oltre 100 anni.

Se si considera che La Costa d’Avorio è la produttrice di circa il 40% del cacao mondiale, non viene difficile immaginare la facilità con cui questa idea si stia attuando in questi luoghi. I frutti del cacao crescono all’ombra di piante dall’ alto fusto e le coltivazioni sono situate ai margini delle foreste equatoriali, habitat perfetto se si pensa al territorio ivoriano. Si tratta, appunto, di piccoli appezzamenti coltivati da famiglie di contadini, organizzati in cooperative, il cui raccolto delle fave di avviene due volte all’anno.

In pratica il programma consta della produzione di saponette provenienti dalla magica lavorazione e trasformazione degli scarti del cacao, e cioè i gusci delle cabosse che altro non sono che i frutti dell’albero. Il processo comincia dalla combustione dei gusci essiccati, da cui si ottiene, attraverso la successiva battitura in mortai di legno, la polvere che fa da protagonista in questo piano. Quest’ ultima, mescolata a olio di palma e di palmisto, dà luogo alla pasta di sapone che viene infine modellata e messa a raffreddare su griglie di legno e a solidificare in appositi stampi. Infine i saponi vengono confezionati in primis per il consumo inter familiare e, in un prossimo futuro, per essere venduti sui mercati locali.

L’industria Zaini sostiene questa realtà, nel lungo periodo, con l’acquisto di macchinari adeguati al tipo di attività manuale e con la costruzione di luoghi di lavoro idonei all’attività svolta. Piano piano infatti, grazie alla modernizzazione di questi processi e alla vendita del sapone sul mercato locale, la produzione passerà dal consumo familiare (circa 5 porzioni di sapone al mese) a un progetto remunerativo per le donne e a beneficio della comunità. Il mercato potenziale di questo progetto potrebbe assorbire addirittura una produzione di circa 300.000 saponi all’anno.

Infatti, ideologicamente, il progetto mira soprattutto alla realizzazione di una società culturalmente più sviluppata, in cui la donna lavora attivamente per il sostentamento della famiglia, rispetto a quella attuale in cui il “sesso debole” viene identificato solo come colei che è in grado di procreare una famiglia. Lo scopo di tutto questo è quindi quello di riuscire a creare un’identità di queste donne oltre al contesto familiare e di riuscire a far guadagnare loro il rispetto dovuto e a cui è stato loro sempre negato. Il risultato che ci si aspetta da questa nuova società, è quello che assicurerà alle donne coinvolte nell’impresa (100 donne dal secondo semestre 2015) un proprio reddito di circa 900 euro annui (il reddito medio ivoriano è di 2500 euro annui) con un conseguente, effettivo ed importante miglioramento della propria situazione sociale. Non è da trascurare anche l’aspetto “igiene personale”, infatti da quando è nata e si è sviluppata questa attività commerciale la pratica di lavarsi è notevolmente aumentata, considerando che prima era poco attenzionata, e si è quasi certi a riguardo che in futuro aiuterà concretamente le popolazioni locali a migliorare ulteriormente le proprie condizioni di salute. L’igiene personale in luoghi ancora affetti da epidemie è, infatti, una delle regole essenziali per preservare lo stato di salute di bambini e adulti. Solange N’Guessan dichiara: “Vorrei che il progetto fosse un paradigma per tutto il mio Paese” e ancora: “Non è carità: è un’alleanza tra la gente del cacao e un produttore di cioccolato sensibile alle loro condizioni di vita.”. L’intento di Solange N’Guessan è infatti che le sue “Olga Z” (così ha deciso di chiamare le saponette, in onore di Olga Zaini) conquistino il 20% del mercato ivoriano del sapone nei prossimi 5 anni.

Il futuro di sicuro è ancora molto incerto, ma di base è innegabile che questo progetto possa fare davvero la differenza per chi magari non ne ha mai avuta una.

Alessia Cavallaro