Laura Pergolizzi, uno spirito fuori dal tempo

Di Sebastiano Mura per Social Up!

Se Bob Dylan e Gianna Nannini avessero avuto una figlia, probabilmente sarebbe identica a lei. Lo stile e l’aspetto, così come la folta chioma riccioluta, li avrebbe presi sicuramente dal papà, l’attitude e la voce, invece, dalla mamma. A vederla esibirsi e cantare, LP, al secolo Laura Pergolizzi, sembra quasi uno spirito fuori dal tempo.

In realtà, questa trentottenne nata a New York, nota oggi per quel pezzo, Lost on You, presenza fissa dei palinsesti radiofonici di mezzo mondo, “bazzica” nel mondo della musica già da qualche anno. Se la bellezza di 15 anni possono essere definiti “qualche anno”. Il suo primo disco è infatti del 2001, l’ultimo (l’EP dal titolo Death Valley, nel quale è contenuta “Lost on You”) è del 2016. Quindici anni nei quali questa cantautrice di origini italianissime, ha affiancato alla carriera di cantante, tra l’altro non molto prolifica, quella di autrice di musiche e testi per altri artisti del calibro di Christina Aguilera, Cher, Rihanna, Leona Lewis e The Veronicas. E se la scelta di scrivere per queste star più o meno affermate della musica pop potrebbe sembrare strana per chi vede nella Pergolizzi una figura lontano anni luce dagli standard del settore commerciale, vi consigliamo di ascoltare piuttosto i suoi lavori discografici.

Se ci si ferma all’immagine è senz’altro vero, Laura Pergolizzi non rientra per nulla nello stereotipo della cantante pop, ma se ci si concentra sulla sua musica, nonostante le forti influenze indie, country e rock dei suoi lavori, è sempre fortemente percepibile nelle sue canzoni  una fortissima vena pop che si palesa soprattutto nell’uso della sua invidiabile voce e nell’attenta costruzione melodica dei suoi pezzi. Pur velato e pur lontano dalla sua variante più commerciale, il pop è una presenza costante nella musica di quest’artista. Un pop che oggi è stato sdoganato e non viene più percepito solo come musica “facile” e poco impegnata. La Pergolizzi, ma anche tantissimi altri, oggi ne sono la prova.

E quella voce, così vissuta, sporca, ma assieme sognante, ci porta lontano grazie ad un’estensione come non se ne sentivano da tanto tempo nel mondo della musica. C’è poco spazio per l’immagine se si ha a che fare con LP. Un jeans, una maglietta, quello stile un po’ rock anni ’70 che fa tanto artista impegnato, e quell’attitude di chi pensa poco o niente a quello che la gente potrebbe pensare. Lo stesso successo che sta riscuotendo il suo brano sembra quasi una sorpresa, nonostante sia stata scritta a sei mani con due giovani autori, Nathaniel Campany e Michael Francis Gonzalez, che già da qualche tempo lavorano come autori di brani pop in giro per il mondo.

Ora, con in mano il suo ukulele, lo strumento che LP dichiara di sentire più suo, è arrivata anche in Italia. Il suo pezzo ci parla della sofferenza e della costante incertezza che si può nascondere dietro una qualsiasi storia d’amore. Ci si sente di qualcuno, ma non si sa per quanto tempo. Potessimo controllarne lo scorrere, forse vorremmo che certe cose non accadessero mai, che certi pensieri non ci sfiorassero mai, ma non possiamo. Spesso i momenti della vita passano veloce, proprio come un fischio (altro aspetto del quale la Pergolizzi sembra una vera appassionata), e ciò che ne rimane è solo quella malinconia che ce li fa sentire nostri, per sempre.

Sarà forse questo quello che accadrà anche a chi oggi si è accorto dell’esistenza di questa cantante, la sua voce, il suo pezzo, resteranno un bel ricordo della nostra estate 2016. Lei, Laura Pergolizzi, continuerà a cantare, sotto o lontano le luci della ribalta, dedicando la sua vita alla musica, così come ha imparato dalla madre (cantante lirica che per prima ha compreso le potenzialità della figlia), regalandoci, forse un domani, un altro pezzo da ascoltare e associare ad un momento, ad un frammento della nostra vita.