La truffa dell’olio d’oliva: le aziende indagate

Di Fabio Sciuto per Social Up!

Olio d’oliva sotto i riflettori. In negativo ed ancora una volta. Succede sempre in questo periodo dell’anno, momento in cui le olive vengono raccolte e lavorate per produrre il prezioso grasso vegetale più apprezzato al mondo. Questa volta a finire sotto inchiesta sono state alcune rinomate aziende del settore. L’indagine della procura di Torino, trasferita per competenza a Firenze, Genova, Velletri e Spoleto, è scaturita per merito della segnalazione effettuata da un periodico specializzato nel settore, Il Test. Le analisi eseguite dai tecnici del periodico hanno portato alla luce un vero scandalo, una truffa ai danni dei consumatori. Venduti come extravergine, alcuni oli sono stati valutati come più scadenti, sicuramente vergine. La procura di Torino e il magistrato Raffaele Guariniello, una volta ricevuti gli esposti, hanno effettuato uguali controlli. Risultato: l’iscrizione nel registro degli indagati per frode in commercio dei responsabili legali di 7 aziende, con ipotesi anche di vendita mendace: Carapelli, Bertolli, Sasso, Coricelli, Santa Sabina, Prima Donna e Antica Badia. Aziende “italiane” che danneggiano a quanto pare loro stesse ed il made in Italy. Bisogna comunque rilevare che Carapelli, Bertolli e Sasso sono etichette controllate da una multinazionale spagnola, la Deolo, azienda che sfrutta l’appeal del nome italiano, sinonimo di qualità e garanzia nel mondo per la produzione di olio extravergine. D’altronde Spagna e Italia sono al vertice della produzione mondiale, senza contare che proprio l’Italia è il paese che ne consuma maggiormente.


Tutti usiamo l’olio d’oliva e spesso pretendiamo e crediamo di acquistare il migliore che ci sia: quello extravergine (meno dello 0,8% di contenuto di acido oleico per centro grammi).L’olio è classificato in base alle sue caratteristiche e può essere extravergine, il migliore, ma può anche essere venduto quello vergine, il lampante e l’olio di sansa, tanto per citare i primi in qualità. Le frodi legate all’olio di oliva possono essere molteplici grazie alla sua lavorazione, alla raffinazione, il filtraggio, l’aggiunta di coloranti e così via. Fermo restando che il prodotto proposto ai consumatori non reca alcun danno, rimane il fatto che l’olio spacciato per extravergine viene venduto ad un prezzo non corrispondente al suo valore. Si tratta di una maggiorazione di circa il 30%, mica male. Quando sugli scaffali troviamo olio extravergine venduto a tre euro qualche domanda sarebbe meglio farsela, tenuto conto che il prezzo medio sia aggira sui sette euro a litro e bisogna anche considerare come è stata l’annata della produzione. Le analisi dei Nas hanno infatti accertato che su un campione di venti bottiglie ben nove non offrivano i parametri assicurati in etichetta. Quasi il 50% degli oli messi sotto esame. Dato a dir poco preoccupante. E non è il colore limpido e verdastro ed una ipotetica delicatezza a fare buono un olio d’oliva.

I parametri di valutazione utilizzati dagli esperti sono ben altri, spesso complicati ma di sicuro affidamento. E’ bene ricordare che nella maggior parte dei casi un olio d’oliva di qualità si riconosce dalla bassa presenza di acidità, deve essere amarognolo e deve pizzicare in gola. L’odore è penetrante ed intenso. Ripetiamo che il colore, che può andare dal giallo paglierino al verde intenso, lascia il tempo che trova poiché non è un reale parametro di qualità. Il Panel Test – esperti dell’assaggio di olio d’oliva – che si esprime sulla qualità del prodotto non prende in considerazione la colorazione poiché può essere facilmente influenzata da diversi fattori, dall’eccessiva presenza di clorofilla alla raccolta prematura. Il consiglio degli esperti è sempre quello di acquistare l’olio d’oliva extravergine presso un frantoio di fiducia. Certo il prezzo sarà quello reale ( intorno ai dieci euro) ma con ogni probabilità si avrà la garanzia di acquistare un prodotto di qualità. Arricchisce il gusto dei cibi, spesso li trasforma e regala un tocco in più ai piatti. Certo è calorico, novanta kcal per dieci grammi, un cucchiaio, ma è talmente saporito che si può farne un uso attento per ottenere grandi risultati gastronomici. Conviene comprare quello di qualità al giusto prezzo, anche perché, come è stato dimostrato, la frode è proprio sullo scaffale davanti a noi ed il prezzo influisce molto sulla scelta.

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