La spettacolare foresta fantasma di Neskowin in Oregon

Come il mostro di Loch Ness o come il diavolo alla ricerca del muratore che costruì il celebre ponte di Lucca in una sola notte, ci sono leggende che rendono alcuni luoghi unici. Tra questi, vi sono anche quelli di cui ormai non c’è più traccia e per cui è ancora più semplice sfociare nel mito. Capofila dei luoghi a metà tra fantasia e realtà è la spettacolare foresta fantasma di Neskowin, in Oregon. Per decenni, anche gli abitanti delle zone limitrofe discutevano animatamente sull’esistenza della foresta fantasma che, finalmente, è uscita alla scoperto in tutta la sua bellezza. È dall’inverno del 1998 che la leggenda si è trasformata in turismo. Non si tratta più di quei tronchi che apparivano per pochissimo tempo dopo decenni di silenzio. Oggi, infatti, la foresta fantasma di Neskowin (in una piccola località costiera tra Lincoln City e Pacific City) è una meta molto in voga tra gli esploratori appasionati di paesaggi unici. Perché? Come figli del mare, i tronchi emergono dalla sabbia in un quadro surreale. A dirla tutta, non ha nulla di inquietante ma al contrario si tratta di una vista suggestiva e insolita.

Come si è creata questa “foresta fantasma”? I ceppi degli alberi Sitka che emergono dalle acque sono antichissimi. Secondo gli studiosi, infatti, hanno circa 2mila anni e si pensa che, quando la foresta era in vita, questi alberi raggiungessero un’altezza di circa 45-60 metri. Ma in casi eccezionali, gli alberi di Sitka possono raggiungere addirittura i 90 metri di altezza. La morte della foresta, da qui cominciò a diffondersi la leggenda, risale alla fine del 1600 o al primo ventennio del 1700 quando, probabilmente, un terremoto da Nord Ovest causò uno tsunami di dimensioni enormi. Proprio a quel periodo, nello specifico al 26 gennaio 1700, corrispondono le testimonianze giapponesi di uno tsunami inondò diversi villaggi giapponesi. Così, gli studiosi hanno confermato che nel 1700 uno tsunami particolarmente violento fece sprofondare le coste dell’Oregon di oltre 10 metri causando la scomparsa degli alberi.

È l’immenso mistero della natura, 300 anni dopo, a riconsegnarci questo spettacolare scenario: i tronchi sono infatti riemersi a seguito della tempesta del 1998 che ha eroso una parte della spiaggia e li ha fatti riemergere dalle acque oceaniche. L’assenza di ossigeno, insieme al fango e ai batteri, hanno permesso a queste antiche conifere di mantenersi nel tempo. Custodite come in un luogo magico. Oggi è possibile visitare questo luogo che incanta turisti provenienti da tutto il mondo e noi ci lasciamo portare lontano nel tempo insieme ai loro scatti.

Come lapidi naturali o misteriosi corpi galleggianti, i tronchi sono lì. A raccontare un’Era talmente lontana da sembrare inarrivabile, eppure sono a un passo dai turisti che passeggiano sul bagnasciuga e che non trovano affatto spettrale questo panorama unico.

Serena Di Stefano