La magia e il mito dell’Abbazia di Thélema

Nella contrada Santa Barbara a Cefalù si trova una villa abbandonata da anni; il tetto crollato, gli interni vandalizzati, porte e finestre rotte, una struttura apparentemente insignificante per chi ignora la sua storia. Invece, per il mondo esoterico rappresenta il tempio della religione di Aleister Crowley, famoso mago inglese soprannominato anche la Bestia 666, ideatore della dottrina chiamata Thélema. Un luogo occulto che a detta di molti nasconderebbe indicibili segreti come quelli legati alla vita del suo defunto proprietario.

Edward Alexander Crowley nasce nel 1875 nella contea del Warwickshire in Inghilterra da genitori adepti di una setta protestante chiamata Plymouth Brethren o “fratelli stretti”, che costringeva i suoi fedeli a vivere nel terrore del Giudizio Universale. Fin da piccolo entra in contrasto con i dogmi della religione cristiana fino a quando nel 1886 si avvicina al mondo dell’occulto e successivamente aderisce all’Hermetic Order of the Golden Dawn, una setta massonica, con il nominativo di Frater perdurabo. Ed è qui che incontra Alan Bennet che lo instrada verso la magia e le dottrine orientali.

Successivamente Crowley si stabilisce in Scozia e acquista una casa sulla riva del lago di Loch Ness, la Beleskine house. Nel 1904, durante un viaggio al Cairo ha la visione del “suo Angelo Custode”, Aiwass, il quale gli comunica che diventerà presto il Messia di una nuova religione che avrebbe dovuto soppiantare il cristianesimo; la nuova religione trova il suo fondamento nel Liber legis, libro che ne conteneva tutti i precetti.

Nel 1920 si reca a Cefalù e ne rimane affascinato decidendo quindi di acquistare una casa che diventasse una scuola ideale dei suoi insegnamenti, tanto che nell’ingresso fece scrivere la frase “Fai ciò che vuoi sarà tutta legge”, mantra della sua fede. Nasce così l’Abbazia di Thélema il luogo perfetto dove creare la prima comunità che vive seguendo i dettami della religione da lui fondata; l’Abbazia si ispirava a quella che lo scrittore francese François Rabelais aveva fatto erigere dal gigante Gargantua nella sua opera Gargantua e Pantagruel.
La villa era formata da cinque stanze che davano su una sala centrale, dove Crowley aveva disposto il suo trono a est e quello della sua prima concubina a ovest; le mura, le porte e il pavimento, decorate con immagini erotiche in modo che gli adepti provassero indifferenza verso le tematiche sessuali, facevano da scenografia alle preghiere, riti sessuali e sacrificali, spesso compiuti sotto l’effetto di droghe. I thelemiti portano la testa rasata con un solo ciuffo di capelli a forma di cono fallico, invece, le thelemite avevano tutte i capelli rossi.

In poco tempo l’abbazia di Crowley cominciò ad attirare sempre più adepti. Il codice di comportamento stabiliva punizioni proporzionate alle colpe commesse senza alcuna distinzione tra uomini e donne, come stare nudi dentro una tenda sotto il sole nella spiaggia della Kahlura o rimanere legati nudi su una punta sporgente della Rocca, luogo facilmente visibile dalla villa.

L’Abbazia di Thélema rappresenta ancora oggi un luogo mistico guardato con sospetto dai profani e con fascino dai curiosi. I commercianti e gli abitanti delle case circostanti hanno tramandato numerose storie riguardanti quella casa ed i suoi abitanti; tutto al suo interno possedeva riferimenti sessuali e rituali, le immagini dipinte erano tutte opere di Crowley.
Lo scopo della Legge di Crowley era quella di dare un significato alla vita di ogni singolo uomo; i riti erano il mezzo per raggiungere questa consapevolezza.

L’amore del mago verso Cefalù era smisurato tanto da voler essere seppellito sulla Rocca, accanto al Tempio di Diana; purtroppo, il suo sogno si infranse quando nel 1923 su espulso dall’Italia su ordine di Mussolini con l’accusa di perversione sessuale, in seguito alle proteste dei paesani e del vescovo di Cefalù.

La figura di Crowley ha affascinato negli anni molti personaggi noti della cultura e dell’arte, come Jimmy Page, chitarrista dei Led Zeppelin, che acquistò la casa scozzese del mago, o Sciascia e Vincenzo Consolo, che ambientò il romanzo Nottetempo, casa per casa, premio Strega nel 1992, proprio nella Cefalù del mago inglese.

Negli anni passati la “casa degli spiriti” ha rischiato più volte di essere demolita, fino al dicembre 1990 quando Turi Lombardo, Assessore ai beni culturali, ha firmato il decreto di svincolo per l’edificio, considerandolo di importante valore artistico; ancora oggi pur essendo abbandonata ed in pessime condizioni il suo fascino mistico rimane inalterato, pronto a incantare o terrorizzare turisti e curiosi di ogni età.

Claudia Ruiz