La filosofia cinese – I parte – Il confucianesimo

La filosofia cinese, che prende il nome di Zhèxuè (traduzione) solo dal 1800, si fonda sui 2 più antichi culti del continente asiatico, quello di Confucio (VI-V sec a.c.) e quello del Dao (IV-III sec a.c.), si aggiunge postuma, l’influenza del buddismo, che non trova i suoi natali in Cina ma in India (data), e si diffonde pienamente solo nel V secolo d.c.

Il confucianesimo nasce da Kongfuzi, che in cinese significa “il maestro Kong” ma verrà latinizzato dagli occidentali in Confucio; diventato ministro della giustizia a 50 anni, lascia il suo lavoro per fare il consulente errante per altri sovrani della regione e dopo i 60 comincerà a raccogliere i suoi discepoli. Riorganizzerà i 9 libri della sapienza cinese, i 5 classici Wujing e i 4 libri Sìshu, per questo la sua filosofia non è chiamata confucianesimo dai cinesi, ma Rujia, scuola dei letterati.

I suoi allievi raccoglieranno gli aforismi del maestro in un libro chiamato “Dialoghi”, da cui è più facile estrapolare i dettami del suo pensiero filosofico che si basa su apprendimento, natura dell’uomo e riti.

L’apprendimento si chiama Xuè, è il punto di partenza, apprendere dalle società del passato è quello che distingue l’uomo di valore (junzi) dall’uomo da poco (xiaoren). La natura dell’uomo si basa sull’umana benevolenza, Rén, che si basa sul concetto di reciprocità (shù), delle 5 relazioni che si appoggiano su quella naturale tra padre e figlio, individuata col termine di pietà filiale (xiào), alla quale seguono in ordine decrescente quella tra sovrano/suddito, fratello maggiore/fratello minore, moglie/marito e amico/amico. Queste relazioni si basano sulla fiducia (xìn) e la lealtà (zhong). I riti, Li, devono disciplinare il comportamento dell’uomo, non si basano sulla forma, ma sull’atteggiamento spirituale, si manifestano esteriormente con una serie di atti codificati che portano all’armonia (hè). Secondo Confucio, l’imperatore è la massima espressione della Rén e della (virtù), quest’ultima intesa come carisma ed eccellenza morale.

Questa continua ricerca dell’armonia, ha fatto sì che questa dottrina sia stata utilizzata quasi ininterrottamente dai governi nel corso dei secoli in Cina, e rimane la più teoretica delle filosofie orientali.

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