Kobe Bryant si ritira a fine stagione: la stella dei Lakers dice addio al basket

Caro basket, sono pronto a lasciarti andare e voglio che tu lo sappia”. Con queste parole tratte dalla lettera pubblicata su The Player’s Tribune, la leggenda dell’NBA Kobe Bryant annuncia il suo ritiro dalle competizioni che giungerà al termine di questa stagione.

Non posso amarti più con la stessa ossessione. Il mio cuore può sopportare la battaglia, la mia mente può gestire la fatica ma il mio corpo sa che è arrivato il momento di dire addio” spiega il Black Mamba nella sua romantica poesia dedicata allo sport che gli ha permesso di realizzare un sogno coltivato dall’età di sei anni, quello di giocare per i Los Angeles Lakers e di ottenere quei successi straordinari che lo hanno definitivamente consacrato come uno dei più grandi di sempre.

Resta solo una stagione da giocare, l’ultima di una gloriosa carriera, e la separazione sarà definitiva. Nel cuore di ogni appassionato di basket, l’addio di Bryant era nell’aria e una volta arrivato avrebbe lasciato un vuoto probabilmente incolmabile. Ma il tempo scorre per tutti, anche per i migliori. E così, a 37 anni, il suo spirito combattivo, coniato sin dall’infanzia trascorsa in Italia, e la sua insaziabile fame di vittorie si sono dovuti arrendere.

Questa stagione è tutto ciò che mi resta. “Voglio assaporare ogni momento che abbiamo trascorso insieme, quelli belli e quelli meno belli. Ci siamo dati tutto”, afferma Kobe rivolgendosi alla pallacanestro. “Dal momento in cui ho cominciato ad arrotolare i calzini di mio padre e a lanciare immaginari tiri della vittoria nel Great Western Forum ho saputo che una cosa era reale: mi ero innamorato di te. Un amore così profondo che ti ho dato tutto, dalla mia mente al mio corpo, dal mio spirito alla mia anima. Da bambino di 6 anni profondamente innamorato di te non ho mai visto la fine del tunnel. Vedevo solo me stesso correre. E quindi ho corso. Ho corso su e giù per ogni parquet dietro ad ogni palla persa per te. Hai chiesto il mio impegno ti ho dato il mio cuore perché c’era tanto altro dietro. Ho giocato nonostante il sudore e il dolore non per vincere una sfida ma perché TU mi avevi chiamato. Ho fatto tutto per TE perché è quello che fai quando qualcuno ti fa sentire vivo come tu mi hai fatto sentire. Hai fatto vivere a un bambino di 6 anni il suo sogno di essere un Laker e per questo ti amerò per sempre… E sappiamo entrambi, indipendentemente da cosa farò, che rimarrò per sempre quel bambino con i calzini arrotolati bidone della spazzatura nell’angolo 5 secondi da giocare. Palla tra le mie mani.
5… 4… 3… 2… 1…Ti amerò per sempre, Kobe”.
 Il sipario sulla sua carriera, iniziata nel 1996 subito dopo aver terminato la scuola, è pronto a calare dopo vent’anni trascorsi alla corte di Los Angeles, squadra con cui è stato capace di conquistare per ben cinque volte l’ambitissimo anello NBA.

E’ il terzo miglior realizzatore di sempre, dietro solo a Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone, ha vinto il premio MVP 2008 e quello di migliore nelle Finals 2009 e 2010. A soli 18 anni è diventato il più giovane debuttante nella massima lega americana e il più giovane a vincere l’NBA Slam Dunk Contest.
Con la nazionale a stelle e strisce ha trionfato nelle Olimpiadi di Pechino e di Londra, conquistando la medaglia d’oro con il Dream Team.

Il 13 aprile, giorno del conclusivo match di regular season tra Lakers ed Utah, i riflettori dello Staples Center di Los Angeles saranno tutti puntati su di lui, per quella che potrebbe essere la sua ultima partita.

Giuseppe Forte